Carlo Giovanardi non finisce mai di sorprendere, sempre in negativo purtroppo. Nel governo è il sottosegretario alla famiglia, nella realtà è una sorta di inquisitore del terzo millennio con una particolare avversione verso gli omosessuali. L’avevamo lasciato qualche settimana fa tuonare contro la pubblicità dell’Ikea, quel manifesto con due uomini fotografati di spalle che si tengono per mano e sopra lo slogan: ‘Siamo aperti a tutte le famiglie’. Lo ritroviamo oggi scagliarsi a Klauscondicio contro i candidati sindaci dell’opposizione a Milano e Napoli, Pisapia e de Magistris.
Con quali argomenti? Quelli propri del suo infimo repertorio ovviamente. I peggiori però: “Non escludo che se de Magistris diventerà sindaco discriminerà sul piano dei servizi sociali le famiglie con figli favorendo femminielli, gay, trans riconosciuti attraverso ‘registri’ che ne legittimino le unioni”. “Con Pisapia e de Magistris il riconoscimento delle unioni gay porterebbe a conseguenze discriminatorie per centinaia di migliaia di famiglie di Napoli e Milano. Con loro sindaci, le case e i servizi sociali dei comuni non darebbero la priorità alle famiglie riconosciute dalla Costituzione bensì queste nuove forme di unioni e ‘matrimoni’ gay”. Stupidità in libera uscita. Pillole di intolleranza omofobica, di cattivo gusto elevato all’ennesima potenza, di ignoranza mischiata al peggiore integralismo. Mi domando: può un uomo così, con queste idee, essere sottosegretario alla famiglia? Intanto a Giovanardi consiglio di ripassarsi l’articolo 3 della Costituzione:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.