Da S&P foto perfetta del Paese Maurizio Zipponi

L’agenzia Standard & Poor’s, che ha tagliato l’outlook dell’Italia da stabile a negativo, sottolineando le nostre deboli prospettive di crescita e l’impegno politico incerto per aumentare la produttività, fotografa perfettamente lo stato del nostro Paese: da un lato caratterizzato dalla mancata crescita, dall’altro dalla precarietà, e da un altro ancora, da una mole di evasione pari solo a quella dei paesi del terzo mondo.

Da tre anni il governo Berlusconi, invece di incentivare l’impresa che innova, che investe, che fa ricerca e che, di conseguenza, genera lavoro a tempo indeterminato per le giovani generazioni, ha fatto accordi separati con alcune parti sociali, semplicamente stupidi. All’inizio della crisi internazionale, e poi nel 2009 e nel 2010, il governo ha creato un incentivo per gli straordinari, quando in Italia non si fanno più ore di lavoro straordinario dal 2008, visto il calo del 30% degli ordinativi e dei fatturati e, ancora, il governo ha incentivato i premi di produttività, mentre le aziende erano alle prese con cassa integrazione e mobilità e con l’assenza di infrastrutture e credito, necessari a riprendere a pieno l’uso degli impianti.

In conclusione, per l’Italia dei Valori, l’atto più grave per cui il governo deve essere mandato a casa è l’aver investito, per tre anni, sulla divisione sindacale e dei lavoratori, sulla riduzione dei salari e delle pensioni, con conseguente riduzione dei consumi interni e delle libertà costituzionali, incentivando quei pochi imprenditori oligopolisti che hanno approfittato del governo zerbino di Sacconi e Brunetta, per prendere soldi e scappare dall'Italia, come sta facendo continuamente la Fiat.

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