Ho assistito, per caso, ad una intervista televisiva di Stefania Giannini, Rettrice dell’Università di Perugia, e mi piacerebbe parlarne insieme per capire se possiamo fare qualcosa nell’ottica di illustrare e trasmettere la dimensione europea, comunitaria, istituzionale del plurilinguismo, non solo all’uomo della strada ma, anzitutto, a coloro che presiedono gli alti luoghi della Pubblica Istruzione, ai politici, ai giornalisti, agli improvvisatori televisivi del sapere.
Stefania Giannini ha parlato dell’apprendimento delle lingue nelle scuole italiane privilegiando l’arabo, il cinese, il russo e, in primis, l’inevitabile inglese, ignorando totalmente l’importanza del tedesco, del francese, dello spagnolo e delle altre lingue europee. Ma, l’apprendimento delle lingue non è utile solo a coloro che intendono esercitare le professioni di traduttori o di interpreti, a concludere operazioni commerciali con altri Paesi o a comunicare alla spicciolata con gli stranieri e a girare il Mondo. Per gli Europei l’apprendimento delle lingue, nella sua dimensione culturale, è indispensabile, anzitutto, per comprendersi intelligentemente, per vivere insieme armoniosamente e per costruire, insieme, il loro destino comune.
I cittadini europei, nell’ambito del processo di integrazione in atto, non hanno bisogno di semplici lingue di comunicazione, di carattere commerciale o spicciolo, ma di lingue di riflessione, di concezione, di comunione. Gli Europei hanno bisogno di conoscere le lingue di cultura dell’Europa per costruire una Pubblica Amministrazione Europea degna di questo nome, democratica, rispettosa del loro modello di civiltà e dei loro valori, che non sia la brutta copia dell’organigramma di una multinazionale, hanno il compito e la necessità di conoscere le lingue europee per penetrarne la « forma mentis », per legiferare sul vivere insieme, per costruire una nuova civiltà europea che affondi le radici in una cultura condivisa e comune.
Per gli Europei, l’apprendimento delle lingue europee, greco, latino, italiano, francese, tedesco, spagnolo, eccetera… è « condicio sine qua non » di piena e rigogliosa sopravvivenza.
Anna Maria Campogrande
Presidente di Athena