L'EURODEPUTATO NAPOLETANO, CANDIDATO A SINDACO, IN DIFFICOLTA' DOPO LA DECISIONE DEL LEADER DELL'IDV DI CHIUDERE I RUBINETTI DEI FINANZIAMENTI. DIETRO LA SCELTA IL LAVORO DI FORMISANO&MARRAZZO, GELOSI DEL PRESTIGIO DI DE MAGISTRIS, MA ANCHE LA PAURA DI DI PIETRO DI PERDERE I CONTATTI CON IL PD E IL TERZO POLO DURAMENTE ATTACCATI DALL'EX PM DI WHY NOT.
Era fatale che prima o poi a Napoli venissero a galla le ragioni della profonda incompatibilità tra un uomo come De Magistris, Di Pietro e il resto di un partito ridotto da tempo ad una formazione neo-mastelliana e ad un ricovero di riciclati democristiani e socialisti. A Napoli convivono guardandosi in cagnesco ciò che resta delle due anime dell'Idv, quella democristiana e “marpionesca” del duo Formisano&Marrazzo, e quella di sinistra e movimentista, scomparsa nel resto d'Italia e che nel capoluogo campano resiste grazie alla presenza dell'ex pm di Why Not. Non a caso il partito, che altrove sta evaporando, sotto il Vesuvio è dato nei sondaggi oltre il 14%.
Antonio Di Pietro sta cercando di strangolare nella culla la candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di Napoli e ci prova con l'argomento da lui preferito: i soldi. Il leader dell'Idv con una serie di perentorie e-mail ha infatti annunciato che ha deciso di chiudere i rubinetti del finanziamento alla campagna elettorale dell'europarlamentare dell'Idv, la cui candidatura a primo cittadino, lo ricordiamo, ha fortemente voluto nonostante una iniziale, comunque tiepida, resistenza dello stesso De Magistris.
Inoltre Di Pietro ha cominciato a frenare anche per quanto riguarda l'impostazione fortemente anti Pd che l'ex pm di Why Not ha impresso alla sua propaganda, imponendo un freno agli attacchi al candidato sindaco dei “democrat”, Mario Morcone. Un'indicazione che tuttavia, De Magistris non ha alcuna intenzione di seguire, come ha confermato in un'intervista al quotidiano “Terra”. Lo staff che lo assiste sta spingendo l'ex pm a chiamare Di Pietro per cercare di convincerlo a riaprire i cordoni della borsa, ma De Magistris, che ha commesso l'ingenuità di non prendere accordi precisi con il leader Idv all'inizio dell'avventura, sembra non abbia alcuna intenzione di andare a Canossa. Finora la sua campagna elettorale è costata tra i 350 e i 400 mila euro e da qui al 15 maggio dovrà arrangiarsi con cene elettorali a 250 euro a persona, come quella del 5 maggio e con il finanziamento dei tanti amici e sostenitori, vedi l'apertura in un conto corrente dove i suoi supporter possono versare denaro. De Magistris è in difficoltà poi, sui rappresentanti di lista ai seggi. E la loro eventuale assenza potrebbe costare cara all'ex pm.
Insomma come al solito l'ondivago, oscillante e umorale Di Pietro, modifica atteggiamento politico strada facendo e soprattutto conferma ancora una volta il suo rapporto grifagno e luciferino con il denaro, il suo vero e unico “instrumentum regni” all'interno di un partito che, proprio per effetto del ferreo controllo delle finanze, ha ridotto ad una sua proprietà privata e ad un simulacro di democrazia. Dietro i tagli ai finanziamenti a De Magistris c'è naturalmente il lavoro ai fianchi contro l'eurodeputato che ha preso a svolgere il duo Formisano&Marrazzo, padrone del partito a Napoli, e che sta cercando di convincere Di Pietro, riuscendoci finora, che De Magistris gioca solo per sè stesso e non pensa minimamente a rafforzare il partito, che non cita mai l'Idv nei comizi e che, una volta fatto il pieno di voti, se ne andrà per conto suo.
Il solito argomento che la destra del partito agita contro l'eurodeputato e che fa finta di ignorare come l'Idv nei sondaggi sia salito a Napoli, sfruttando la credibilità e l'immagine pulita di De Magistris, oltre il 14%. Lo scontro più recente tra De Magistris e “il Gatto e la Volpe”, (Formisano&Marrazzo) è avvenuto sulle candidature delle municipalità dove, l'ex pm è riuscito a imporre un suo uomo solo in una su quattro (di quelle “assegnate” all'Idv) e dove il duo che controlla il partito ha piazzato suoi candidati nelle altre tre. Nella lista dell'Idv al Comune di Napoli inoltre c'è un solo uomo legato all'eurodeputato, Antonio Luongo, mentre anche la donna piazzata come capolista, la Vincenzi, indicata da Antonio Palagiano, è di fatto riconducibile a Formisano. L'uomo su cui però “il gatto e la volpe” puntano è soprattutto il fedele Elpidio Capasso, coordinatore provinciale e numero due in lista, il cui santino stanno provvedendo a diffondere alacremente i tanti galoppini allertati.