Cultura, educazione e comportamento. Studenti al pascolo

Desidero affrontare quello che oggi è considerato ormai un tabù, come poteva esserlo il sesso ad inizio novecento. Si tratta dell’educazione e del comportamento dei nostri figli, dei ragazzini di questa Italia insomma, di coloro che domani dovranno perpetuare l’italianità nel mondo.
Costretto a fare un lungo tragitto in auto per recarmi e tornare dal lavoro, ho spesso la possibilità di osservare frotte di ragazzini che ogni mattina si recano a scuola mentre transito davanti ad un istituto oppure mentre attendo semplicemente il mio turno ad un semaforo.
Mi spiace dover scrivere che al posto di ragazzini, pare di assistere ad una claudicante mandria di animali che si recano al pascolo nella più assoluta maleducazione e disordine.

Visto che la nostra Patria è da sempre considerata la terra della cultura, dell’arte e della poesia, viene da chiedersi come ciò sia possibile di fronte a tanto scempio nella “materia prima”. Cultura, arte e poesia infatti, non possono trovare terreno fertile in una società dove le regole quotidiane della convivenza civile (come stare a tavola, come parlare a una persona sconosciuta, camminare per la strada, come vestire per le diverse occasioni della vita e della giornata, quale contegno tenere nei luoghi pubblici o come manifestare il proprio dissenso nel corso di una conversazione) sono disattese, dove comportamenti scorretti e volgari – insulti, parole forti e bestemmie – e atteggiamenti chiassosi, sono ormai considerate “normalità” e regole di vita.
Non facciamo fatica ad individuare i responsabili di tanta decadenza nella classe dirigente espressa dalla repubblica degli ultimi trent’anni, nella scuola post sessantotto che non insegna nulla per “favorire” la creatività individuale, nelle famiglie con genitori abbruttiti dalla fretta, da anni di conflittualità permanente sul lavoro, da innumerevoli casi di ingiustizia, corruzione politica e molti altri “esempi” proposti a tamburo battente dalla televisione.

Scandalizzarsi quindi, per i tagli di oggi alla cultura in un Paese come il nostro è curioso, ed il rimedio della tassa sulla benzina per finanziarla non mi ha sorpreso affatto, in quanto non si può pretendere di risolvere un problema se il problema non lo si conosce …partendo dalle radici. E come pretendere insomma, che i maiali in presenza di perle preziosissime, non le ingoino al posto delle ghiande. Maiali sono !
Torniamo ai ragazzini di oggi; domani potrebbero diventare ministri. Sarebbe forse opportuno, educarli meglio.

Un tempo venivano osservate le regole dettate dal manuale di buon comportamento, “Galateo” si chiamava. Esso stabiliva una linea di condotta esemplare, mutuata sull’esempio dato dal corpo dirigenziale del Paese stesso, aristocratico o dell’alta borghesia che fosse. E’ chiaro che con gli esempi che abbiamo oggi a disposizione, non vi sia nulla da imparare, ma ritengo che molto si potrebbe fare e con poco sacrificio per ridare dignità alla nostra società, invertendo la tendenza che nella massima libertà di espressione, identificava il nuovo cittadino standard, con i risultati che possiamo ammirare !

Facciamo alcuni esempi di comportamenti ritenuti “normali”oggi, con i dovuti suggerimenti :

1) Quando si attraversa la strada (sulle strisce pedonali) perché un auto ci ha ceduto il “passo”, cerchiamo di farlo in modo sollecito e ricordiamoci di accennare un ringraziamento. Non è dovuto, ma è educato, e contribuisce alla qualità della vita di tutti. Domani potremmo essere noi alla guida dell’auto.
2) Sui mezzi pubblici, nelle sale di attesa ed in qualsiasi altro luogo, sforziamoci di cedere il posto, o la precedenza alle donne, alle persone più anziane, ai malati. Nessuno di noi, può ritenersi sufficientemente stanco da ritenersi esentato da ciò, anche dopo 10 ore di lavoro. È un’azione cortese, che prima o poi ci verrà ricambiata.
3) Insegniamo ai nostri ragazzini che quando si saluta una persona adulta, a maggior ragione se non la si conosce, si dice “buongiorno” e non “ciao”. Non toglie nulla alla spontaneità del minore, ma lo presenta meglio e lo prepara in futuro a ragionare autonomamente.
4) Non si urla per strada. Ciò, non solo perché impedisce la libertà altrui di riposare ma anche perché è estremamente volgare.
5) In prossimità di una fermata del tram, del bus o del metrò, non ci si siede per terra nell’attesa. Intanto perché non è igienico – con gli stessi vestiti potremmo sederci alcuni minuti dopo su una poltrona o una sedia di casa nostra – e poi perché evidenzia indolenza, e incapacità della persona di pazientare pochi minuti. Assenza di autocontrollo insomma.
6) Quando si cammina sarebbe il caso di guardare avanti, senza ciondolare la testa e le spalle come vacche al pascolo. Sforziamoci inoltre di camminare eretti, …è una capacità acquisita dall’uomo in tempi primordiali e che lo distingue dagli animali. Curiamo inoltre l’apertura della punta dei piedi rispetto ai talloni, …il servizio di rimozione della neve sui marciapiedi è un servizio fornito dal Comune. Per l’andatura, che dovrebbe tener conto di svariate variabili, è sufficiente evitare la baldanza del cow boy appena sceso dal cavallo.
7) Se indossiamo un berretto, che sia calzato nel verso giusto, altrimenti non serve a nulla, e fornisce di noi un immagine disordinata.
8) Gli occhiali da sole – utilissimi per carità – vanno immediatamente tolti quando si entra in un luogo chiuso o si accenna a chiedere informazioni o a dialogare con qualcuno. I nostri occhi sono uno specchio, e noi abbiamo il dovere di dimostrare che non nascondiamo nulla. È veramente odioso dialogare con una persona o rispondere ad una informazione per strada senza poter vedere gli occhi del nostro interlocutore.
9) In mancanza di un cestino dell’immondizia, ciò che abbiamo tra le mani da buttare, va conservato con cura fino a quanto non si trova ciò che serve… cioè un cestino dell’immondizia !

Potrei continuare con altri 10, 100 o 1000 esempi ma sarebbe noioso.
Qualcuno ora potrebbe obiettare che il mio desiderio è di militarizzare il comportamento dei nostri “poveri ragazzini” limitando il loro modo di essere, la spontaneità e la loro creatività.
A costoro non ho problema a rispondere che si sbagliano, e che al contrario sono proprio loro (i ragazzini) con un comportamento “di gruppo” standardizzato al peggio, volgare, maleducato e indolente a limitare la loro creatività e spontaneità.
È pur vero, che una laurea a pieni voti, apre molte porte e possibilità nella vita, e che per studiare non è necessario essere educati, ma è pur vero che, a questi laureati, capiterà prima o poi di dover partecipare ad un pranzo di lavoro, ad un convegno all’estero, ad un viaggio di rappresentanza, a dover supervisionare un gruppo di collaboratori. Bene… in quel momento, il valore della laurea andrà di pari passo con la capacità di comportarsi con autocontrollo, in modo civile ed educato !

In mancanza di una scuola pubblica adeguata, che il Ministro Gelmini Mariastella non ha saputo riformare (l’ennesimo fiasco) spetta a noi genitori fare la differenza.
È un dovere nei confronti dei nostri figli e nostra Patria. L’Italia !

Alberto Conterio – 13.05.2011

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