Stop alla morte Attivi e non radioattivi da un Binario Vivo

La storia irrompe in una sera, era stata annunciata…ricordate No Tav Esiste e Resiste “né qui né altrove” ? L’avevo scritto il 6 maggio…Qualcuno pensa che il movimento popolare NO TAV sia scomparso? Si metta cuore e testa in pace: Esiste e Resiste. La conosciamo la Grande Opera, vostra.Quelli della No Tav, li ho visti sempre, dovunque, appoggiare le lotte, sostenerle, darsi i turni, giovani e anziani, ai presidi. Sono e siamo quelli che votano SI per dire NO, in Sardegna il 15 maggio e in Italia il 12 e 13 giugno, Referendum silenti sui Media…Non in rete e per strada, come il 26 marzo. E conosciamo pure i Guardiani del Quorum…”
Già… UNA NOTTE DI PREPOTENZE AD AVIGLIANA: “Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 maggio è stato organizzato dal movimento NOTAV e dalle organizzazioni ambientaliste un presidio presso la stazione di Avigliana in Val di Susa per dire basta agli inutili e pericolosi trasporti di scorie nucleari attraverso la valle e il nord Italia, contemporaneamente ad altre iniziative simili a Vercelli e a Chivasso. Il presidio si è svolto dalle 21 in avanti tra musica, filmati e discussioni, fino a quando, verso le 4,30, le forze dell’ordine sono intervenute per far passare il convoglio feroviario. I circa duecento manifestanti, aggrappati l’un l’altro e seduti sui binari e sulle pensiline della stazione, sono stati prima sollevati di peso e poi con calci, pugni e manganellate allontanati nel piazzale della stazione fino al termine del passaggio del treno, con il conseguente ferimento di alcuni. Ribadiamo la nostra contrarietà al passaggio dei treni delle scorie, denunciamo la totale assenza di informazioni per i cittadini interessati con cui si svolgono queste operazioni, e ne contestiamo l’inutilità e la pericolosità: non risolvono il problema delle scorie nucleari, sottopongono le popolazioni a gravi rischi per la salute, costano miliardi alla collettività e sono completamente inutili, come il progetto del TAV Torino-Lyon.”

Accade una notte Una lunga notte contro il treno della morte” Stop that (nuclear) train

http://www.notav.info/wp-content/uploads/stop-nuke-train.jpg

“La polizia picchia duramente i manifestanti che occupavano pacificamente i binari: diversi feriti ad Avigliana per permettere il passaggio del treno radioattivo. Rilevati col contatore geiger tassi di radioattività molto significativi. Ancora una volta le forze dell’ordine mostrano il loro volto più becero e gratuitamente violento. E non è la prima volta che quest accade in Val Susa. Ad Avigliana, così come a Vercelli e a Chivasso, la serata era iniziata molto presto, con un presidio popolare fin dalla prima serata. In valle Si era organizzato anche un concertino con gruppi locali. Quando era ormai chiaro che il treno non sarebbe passato dalla stazione di Chivasso, dov’era attivo un presidio di un’ottantina di attivisti No Nuke, una trentina di compagi sale ancora in valle per dare man forte all’imbuto insomontabile per il passaggio del treno carico di scorie. A questo punto, con i rimasti svegli dalla serata pecedente, sono circa 200 persone presenti tra valligiani e torinesi.
Un’assemblea snella passa al vaglio le possibilità d’azione e l’opzione più praticabile e ondivisa da tutti/e è quella di sedersi compattati e chiusi a mo’di cordone, occupando i tre binari della stazione di Avigliana. Qualcuno si incatena anche. Arrivano le forze dell’ordine e subito circondano gli occupanti dai 4 lati. Quindi iniziano ad alzarli e cacciarli d forza. Ma la resistenza e la determinazione popolare non demordono. Dopo 10 minuti di fatica e scarsi risultat i primi Carabinieri iniziano a perdere il controllo e partono i primi calci e pugni per sganciare i/le più inossidabili. La gente reagisce e partono le manganellate per spingere tutti fuori dall’area dei binari. La gente reagisce in maniera composta ma determinata. Particolare accanimento contro alcuni/e manifestanti/: un ragazzi rischia di cadere da 3 metri sulla scalinata che porta al sottopassaggio. Uominie donne della valle, indignati/e, inveiscono contro il comportamnetio delle forze dell’ordine. Dopo qualche minuto giungono altri drappelli a circondare anche il piazzale antistante la stazione. Arriva perfino un plotone di Finanzieri. Dopo una ventina di minuti passa il treno-civetta, quindi il treno carico di scorie e infine quello della scorta militare. La gente accompagna il passaggio dei convogli con fischi e e grida. Passato l’ultimo treno, le forze dell’ordine si ritirano drappello per drappello salutati da una marea di insulti e fischi. Anche questa volta un altro treno carico di morte nucleare è passato ma non è detto che la prossima volta non ci sarà ancora più gente ad attenderli. Per impedire il passaggio di un comvoglio radioattivo senza che alcun avviso o dibattito sul e dal territorio ne autorizzi il transito. In luoghi, oltretutto, densissimamente popolati.Questa serata, organizzata in meno di 72 ore, ha visto una partecipazione molto significativa. La strada che per bloccare il nucleare è ancora molto lunga. Di questi trasporti “eccezionali” ne sono previsti altri 7o 8 durante l’anno. Staremo a vedere.Questo è solo l’inizio. A sarà dura!”

Avevo nel pezzo inviato il 6 maggio, aggiunto dei commenti, tra cui questo “video testimonianza che mi è stata appena mandata su Facebook Violente cariche vs notav e no nuke: “300 tra poliziotti e carabinieri per sgomberare i binari occupati da manifestanti vs il passaggio di un treno pieno di scorie.”


Nei giorni intercorsi un’ amica carissima, Cinzia Dp su Facebook, mi aveva segnalato una testimonianza “reale” di quanto accaduto la notte tra domenica e lunedì in una stazione della Valle di Susa. C’era e aveva vissuto ogni singolo momento, c’era anche un video Treno radioattivo … forze dell’ordine ATTIVE, con questa esauriente spiegAzione: “Salendo da Torino, ci imbattiamo, a pochi chilometri da Avigliana, in uno spiegamento di blindati della Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Rallento, la Ste ed io ci guardiamo esterefatte: questi, non sono certo lì per l’adunata degli alpini che si è svolta a Torino oggi. Il motivo, il presidio alla stazione di Avigliana (TO) per protestare contro il passaggio del treno che trasporta scorie radioattive in Francia. Arrivate alla stazione, l’atmosfera è tranquilla, si ritrovano gli amici di sempre (qualcuno ironizza dicendo che è bello incontrare sempre facce nuove … i soliti noti). E’ ancora presto, sono circa le 23.30. Ma la musica accompagna l’attesa, le chiacchiere, le risate, i confronti come sempre costruttivi. Si parla del TAV, si parla della Valle, si parla di questo “misterioso” treno, di cui non parla nessuno. In una stazione ad est di Torino, a Chivasso, un’altro presidio attende il treno: avviseranno quando attraverserà quella stazione. Più tardi scopriremo che il treno ha fatto un altro percorso, allungando il tragitto.
Qualche goccia di pioggia, forse trasportata da un vento che gli abitanti della Valle conoscono bene: ma è un vento quasi tiepido, e stare seduti all’aperto, stasera, è persino piacevole. Ci sono le varie proposte: attendere sui binari? Oppure in un silenzioso corteo? La maggior parte di noi pensa che sedersi sui binari, stretti uno sotto braccio all’altro, in una catena umana, sia il miglior modo di protestare. Trascorrono le ore, lente, qualcuno saluta: l’indomani è lunedì, e il lavoro attende, assieme a quella manciata di ore rimaste per poter riposare. Altri rimangono, alcuni sul piazzale della stazione, altri davanti al tavolino che dispensa dell’ottimo vin brulé, altri ancora sui binari, dove i discorsi spaziano dalla resistenza alla filosofia. Ogni tanto il mio pensiero va a quella fila infinita di mezzi blindati, incontrati sulla strada dell’andata. Arriveranno sicuramente prima dell’orario previsto del passaggio del “treno”. Sono le 3.20, il vento è calato, l’ora si avvicina. Ci sediamo tutti sui binari, occupandoli tutti e tre, siamo circa 150 persone. Qualcuno si incatena, in un gesto pacifico di resistenza.
Lampeggianti blu dietro e davanti a me: sono arrivati. Scendono di corsa, in mano già gli scudi ed i manganelli. Si fermano per un attimo, come a decidere la formazione, la strategia. Partono, arrivano verso di noi con passo deciso. Lo ammetto, ora ho paura. Ho paura perché so che non si fermeranno davanti a nulla, perché so che non sarà il mio atteggiamento a decidere il loro agire: ma io sono profondamente pacifica, e cerco di respirare a fondo. Alla mia destra ed alla mia sinistra, due ragazzi che stringono ancor più forte le mie braccia, la catena umana si fa più solida. Arrivano da entrambe le parti, qualcuno intona “Quel mazzolin di fiori”, che cantiamo a voce alta, tutta, per intero.
Sono vicini, ora, alle estremità di questa resistente catena umana. E, con la forza, strattonano chi è a capo della fila per rompere il sigillo con il successivo.
“UNA MATTINA, MI SON SVEGLIATO, OH BELLA CIAO BELLA CIAO BELLA CIAO CIAO CIAO!!!”
Il canto si fa sempre più forte, a coprire le urla, a dare coraggio, a creare compattezza, coesione, forza.
Chi viene trascinato sul marciapiede e tenta di ritornare nelle fila, viene a malo modo riportato indietro, volano i manganelli, calci, gli scudi addosso.
Ora, è veramente un delirio, ma il canto non si placa fra chi ancora resiste legato braccio su braccio, sui binari.
Non serve a nulla cercare di stringere le mani sempre più forte, le braccia sempre più forte … il mio vicino è incatenato al binario, lo dichiara appena il poliziotto gli intima di alzarsi.
Dietro di me, il binario due ed il binario tre, le persone lì sedute sono trascinate via con violenza: qualcuno cerca di resistere il più possibile, iniziano gli spintoni, i calci. Mi giro, e realizzo che verrò travolta da questa, oramai ingestibile, marea umana. il poliziotto davanti a me mi prende per le braccia, riesce a staccarmi dal mio vicino incatenato, “vai, non fare resistenza, ti faranno male”. Non riesco a fare resistenza, ci provo con la forza dei miei, a malapena, cinquanta chili di peso, contro la stazza enorme del mio antangonista. Vengo presa di peso e portata sul marciapiede, e spinta giù nel sottopassaggio. Ma torno indietro, troppe urla, caos totale, la Ste dove sarà? Starà bene? Vicina a me, una mamma che urla il nome di suo figlio, dov’è, cosa gli avete fatto!!!. Tante, troppe macchine fotografiche a testimoniare quanto sta accadendo: non passerà sotto silenzio, non stavolta ancora. E di questo treno, finalmente, si parlerà domani, i torinesi sapranno che, ogni mese e mezzo, un treno carico di scorie radioattive attraversa la città e la valle, diretto in Francia per, voci ufficiali, essere “ripulite”. Voci meno ufficiali ma preparate, sostengono che da queste scorie verrà estratto il plutonio, non esistente in natura, per usi militari. E che ritorneranno in Italia, con il loro bagaglio di pericolosità, per essere stoccate.
Questo video l’abbiamo girato con una semplicissima macchina fotografica, e solo DOPO quanto sopra raccontato, ché nel frangente non è stato affatto possibile. Ma credo possa essere una testimonianza di quanto è accaduto. Paura, si. Ma anche una sicura e chiara consapevolezza: ci saremo anche alla prossima. E alla prossima ancora. ORA e SEMPRE … RESISTENZA!
Ma l’atmosfera, forse, si riesce a respirare anche dal “dopo” …Cinzia & Stefania”

Ho ritenuto che il tutto, una parte…, avesse dignità a sufficenza per un articolo di aggiornamento, per far conoscere, come succede a me, come succede a Cinzia che stanotte scriveva: Grazie a tutti voi, che tutti possano sapere. Perché non c’erano persone sotto a delle etichette, ma semplici cittadini che manifestavano un dissenso. Invece, gli articoli parlano di anarchici, di NO TAV … ma siamo persone, prima di tutto! Perché etichettare, sempre sempre sempre? Perché, così, chi ascolta radio e televisione si senta lontana anni luce da quelle che non sono “persone”, ma “dissidenti”. “

Grazie, buone giornate Attive e votate SI ai referendum, contro i guardiani del Quorum e dell’Ordine Radioattivo. Fermateli, se non ora quando?

Doriana Goracci

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