Sequestrati beni della ‘Ndrangheta a Rimini

Il Responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti:“E' importante che si continui a percorrere la strada della legalità e di una dura opposizione contro la mafia”.

“La notizia del sequestro di beni appartenenti a un affiliato al clan della famiglia Muto non può che confermarci un sospetto che si ha da molto tempo, ovvero che l'ndrangheta, come la camorra, ‘cosa nostra’ e le mafie internazionali, operano e sono presenti anche nella nostra amata riviera romagnola”.

Con queste parole Gianluca Daluiso, Responsabile per Rimini dell’Italia dei Diritti, esprime tutta la sua più che motivata preoccupazione per il dilagare della mafia in Italia, in riferimento agli ultimi fatti inerenti alcuni decreti di sequestro di terreni, fabbricati e attività commerciali, per un totale di due milioni di euro, ai danni di Agostino Briguori, esponente del clan Muto.

“La presenza mafiosa nel nostro territorio ormai è un dato di fatto – prosegue Daluiso -, e a mio parere, non si può più parlare di infiltrazioni, ma di veri e propri radicamenti sul nostro territorio. Per fortuna, proprio ieri, c'è stato un forte segnale dal potere politico con l'approvazione della nuova legge regionale contro la criminalità organizzata e la nascita dell'osservatorio regionale sul fenomeno mafioso. E' importante che si continui a percorrere la strada della legalità e di una dura opposizione contro la mafia”.

Chiamando in causa i doveri di noi cittadini italiani nei confronti della patria, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro conclude sottolineando “la necessità che tutti facciano la propria parte: la politica, la magistratura e la società civile devono unirsi per debellare questo terribile cancro che affligge la nostra nazione. Ognuno di noi ha il dovere morale di rifiutare anche i benefici che si posso trarre dalla collaborazione con le organizzazioni mafiose, ad esempio i posti di lavoro e le raccomandazioni varie. Le mafie si infiltrano sempre di più nel nostro tessuto economico e tutti noi, nel nostro piccolo, dobbiamo fare il possibile affinché ciò non avvenga. Come diceva Don Pino Puglisi «E se ognuno di noi fa qualche cosa, allora si può fare molto»”.

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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