Fassina: “è un intervento propagandistico dove le uniche misure utili sono quelle che correggono gli errori fatti da precedenti decreti del governo Berlusconi”. Lirosi: “Liberalizzazioni assenti, rinegoziazione di Stato solo per pochi”
di Antonio Lirosi, Stefano Fassina, pubblicato il 5 maggio 2011 , 18 letture
“Puntuale anche quest'anno a una settimana dalle elezioni amministrative e il giorno prima del'assemblea di Confindustria a Bergamo arriva il cosiddetto decreto sviluppo”. E' il commento sarcastico di Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro del Pd, secondo il quale quello del governo “è un intervento essenzialmente propagandistico dove le uniche misure utili sono quelle che correggono gli errori fatti da precedenti decreti del governo Berlusconi”.
“Si tratta – prosegue Fassina – del bonus ricerca che tenta di rimediare allo smantellamento del credito di imposta per ricerca ed innovazione introdotto dal governo Prodi e vanificato nella manovra del 2008 dal famigerato click day. Si tratta del bonus occupazione nel Mezzogiorno che solo in piccola parte recupera il credito di imposta introdotto dal governo Prodi con la legge Finanziaria per il 2008. Si tratta della rimozione della norma per l'esecutività immediata degli accertamenti introdotta dal ministro Tremonti lo scorso anno.
Si tratta dell'esclusione dalle disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici che sin dall'inizio non sarebbero dovute essere incluse”.
“Vi sono poi – insiste Fassina – altre norme bandierina, come quelle per la razionalizzazione dei controlli sulle imprese: gli interventi possono essere fatti attraverso strumenti amministrativi gia' nella piena disponibilità dei ministri competenti se soltanto avessero voluto davvero farli.
Sono molto pericolose, invece, le norme per innalzare le soglie degli appalti conferiti attraverso trattativa privata: lo spazio per gli amici della cricca aumentano. Infine, gli interventi per il settore turistico-balneare sono un bluff dannoso in quanto si propone l'allungamento a 90 anni di concessioni la cui regolazione e' oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea per la quale il governo continua ad essere inadempiente. Manca invece un intervento molto semplice, realmente utile allo sviluppo: la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva sul prezzo dei carburanti. la norma e' stata introdotta nel 2007 dal governo Prodi e consente di ridurre le accise in presenza di maggior gettito Iva dovuto a prezzi superiori a quanto previsto nella legge di stabilita'”.
Insomma – conclude Fassina – siamo di fronte all'ennesimo propagandistico decreto sviluppo una settimana prima delle elezioni mentre e' in arrivo un vero decreto di tagli e tasse una settimana dopo la scadenza elettorale”.
Il DL Sviluppo? Per Antonio Lirosi, Responsabile Consumatori e Commercio del Pd è un altro passo indietro fatto dal Governo: liberalizzazioni sono assenti e la rinegoziazione di Stato è solo per pochi.
“Nel corposo e discutibile testo di legge approvato dal Consiglio dei Ministri si ravvisano norme confuse, misure parziali e insufficienti per stimolare la crescita economica e la domanda interna, che sembrano scritte più con l'intento di farle uscire sui quotidiani e sul sito del Mef qualche giorno prima delle elezioni amministrative.
L'ennesimo decreto legge del governo non contiene nessuna delle misure di liberalizzazione auspicate da più parti e proposte anche dal Pd nel PNR alternativo a quello del governo.
Ancora una volta il ministro Tremonti si dimostra l'unico giocatore in campo e il ministro delle Sviluppo economico non riesce a far inserire, nel decreto sviluppo, le norme del fantomatico ddl annuale sulla concorrenza atteso ormai da un anno e mezzo.
La norma per il trasferimento dei mutui da tasso variabile a tasso fisso potrebbe rivelarsi un bluff: riguarderà un numero limitato di contratti in essere; non è chiara quale sarà la convenienza economica per i mutuatari rispetto alle operazioni di portabilità che oggi
costituiscono un quarto delle operazioni effettuate e consentono alle famiglie di trasferire o rinegoziare un mutuo a condizioni più convenienti secondo le offerte di mercato. Insomma una rinegoziazione di Stato che non crea problemi agli istituti di credito.
Le precedenti norme di Tremonti sulla rinegoziazione, contenute nel decreto legge 185 del novembre 2008, si sono rivelate inefficaci perché il tasso stabilito dalla legge è poi risultato non conveniente per i cittadini in quanto superiore ai tassi di mercato che all'epoca risultavano in discesa. Una nota positiva invece viene dalla correzione di una precedente norma del governo in materia di portabilità dei mutui perchè chiarisce che per i mutui ipoetecari non c'è bisogno dell'atto notarile per la cancellazione dell'ipoteca, come previsto dal decreto Bersani del 2007 e secondo quanto richiesto dal Pd in una recente risoluzione parlamentare.