Libia, Bossi: "Se Berlusconi non vota la mozione, il governo salta"

E' ancora la questione libica a tenere banco nella maggioranza. Umberto Bossi mette in guardia Silvio Berlusconi sul voto alla mozione della Lega sulla Libia: “Se non la vota vuol dire che vuol far saltare il governo”. Bossi ha quindi ribadito il suo no all'intervento: “Non serve a niente bombardare ammazzi solo la gente. Poveracci, poi scappano”.Napoli (Pdl): “Quale sarà il testo della mozione?” – “Bossi ha ragione: se la maggioranza non si ritrova su una mozione sulla Libia aumenta il rischio di un suo collasso politico. Si tratta, però, di capire quale sarà il testo della mozione sulla quale la maggioranza si esprimerà”. E' quanto ha puntualizzato in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli. “Allo stato dell'arte, infatti, ci sono alte probabilità che ciascun gruppo parlamentare voti la propria mozione cercando tutt'al più l'astensione di altri gruppi” ha aggiunto Napoli.Le minacce di Gheddafi – Ad ogni modo, sugli equilibri interni alla maggioranza pesano le minacce di Muammar Gheddafi, così come l'uccisione di uno dei figli del Colonnello e il successivo assalto all'ambasciata italiana. Roberto Maroni, ad esempio, avverte che le minacce del Rais non sono affatto campate in aria: “Le parole di Gheddafi confermano che la situazione è da tenere sotto controllo” perché “questa minaccia non va sottovalutata” o derubricata a “battuta propagandistica”, sottolinea il ministro dell'Interno. La morte del figlio Saif Al-Arab, aggiunge Maroni, “farà arrabbiare Gheddafi ancora di più”, con conseguenze anche sugli sbarchi di clandestini: “In un giorno sono arrivati 3 mila profughi dalla Libia” e “se continua così la mia previsione di 50mila arrivi purtroppo si realizzerà”.Il Pdl si riunisce lunedì – oGGI 2 maggio, a palazzo Chigi, Gianni Letta ha convocato un vertice al quale parteciperanno i vertici del Pdl (Franco Frattini, capigruppo e vice del partito di via dell'Umiltà), ma non Berlusconi che resterà a Milano. “Cercheremo una quadra sulle mozioni, anche alla luce dell'evoluzione della situazione internazionale”, conferma Maurizio Gasparri. Chi segue la trattativa con il Carroccio, sottolinea che il problema non è tanto il 'paletto' dei costi dei raid, ma piuttosto della richiesta di una 'deadline'. “Di certo non possiamo mettere una scadenza su una missione come si fa con il latte”, ironizza un fedelissimo del premier. Una delle ipotesi a cui sta lavorando il Pdl, semmai, è quella di prevedere una verifica parlamentare 'periodica'. “Potremmo scrivere che Parlamento o Commissione si riunisca con cadenza mensile o trimestrale per valutare lo stato d'avanzamento della missione e confermare la linea del governo”. Il voto delle mozioni nell'aula della Camera è previsto per martedì 3 maggio.Napolitano invita a evitare una brutta figura – La vicenda è seguita con grande attenzione da Giorgio Napolitano che più volte, per canali ufficiali o attraverso contatti informali, ha ribadito la necessità di evitare una brutta figura dell'Italia davanti al mondo e agli impegni presi con Onu e Nato. Impossibile da appurare ma probabile da ipotizzare il fatto che l'argomento sia rientrato anche nel fitto colloquio di stamani tra presidente e premier.01 maggio 2011Redazione Tiscali

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