Giovedì 5 maggio 2011, ore 18:30, Comitato delle Regioni, rue Belliard 99
La Sardegna è stata indicata come una delle regioni più adatte per l'installazione di una o più delle nuove centrali nucleari in Italia, per le sue caratteristiche di stabilità geologica e scarso popolamento. Un nucleare civile di cui la regione in sé non ha bisogno, ma che servirebbe per produrre energia elettrica da convogliare per la maggior parte verso il continente. C'è chi vede in questa possibilità la soluzione ai problemi energetici nazionali e all'inquinamento di altre fonti di energia, e c'è chi invece mette l'accento sugli altissimi costi di tali centrali, sulla loro pericolosità (da Chernobyl a Fukushima) e sulla minaccia a lunghissima scadenza delle scorie radioattive generate dall'uso dell'uranio arricchito.
Ma la Sardegna ha già un nucleare: quello militare. Nelle vaste aree sottoposte a “servitù militare” (le maggiori d'Italia) si sono avuti per lunghi anni i sottomarini nucleari USA a La Maddalena e da qualche tempo sono presenti e si utilizzano in esercitazione delle armi con il cosiddetto uranio impoverito, ad alto potenziale distruttivo ma anche di inquinamento radioattivo. In questo senso è emblematico il Poligono del Salto di Quirra (Perdasdefogu), dove si registrano diversi casi di grave contaminazione di piante, animali e persone, con conseguenze di malformazioni, tumori e morti premature. Si sta investigando la relazione di questa “Sindrome di Quirra” con l'uso di uranio impoverito, già tragicamente noto nelle guerre in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan e ora Libia, per i suoi effetti sia sui militari che maneggiano tali armi, sia sulla popolazione delle zone bombardate. Vari media regionali e nazionali si stanno occupando della vicenda, che è arrivata anche al Parlamento Europeo con l'eurodeputato sardo Uggias.
Quest'anno 2011 ci saranno poi degli importanti referendum: quello regionale sull'installazione in Sardegna di centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie nucleari, il 15-16 maggio, e quelli nazionali del 13-14 giugno sulla ripresa del programma nucleare in Italia, sulla gestione pubblica dell'acqua e sul “legittimo impedimento”.
Per parlare di questi temi con degli esperti e delle testimonianze direttamente dalla Sardegna sull'inquinamento presente e potenziale dell'uranio impoverito (del nucleare militare) e dell'uranio arricchito (del nucleare civile), l'Associazione Culturale Sarda Martino Mastinu “El Tano” di Bruxelles, insieme con l'Associazione Culturale Antonio Gramsci Bruxelles e il Mouvement Chrétien pour la Paix di Bruxelles, ha organizzato per giovedì 5 maggio 2011, presso il Comitato delle Regioni, una presentazione-dibattito che vedrà, tra gli altri, la partecipazione di Mariella Cao (Comitato Sardo “Gettiamo le Basi”), Ria Verjauw (International Coalition to Ban Uranium Weapons) e Graziano Milia (Presidente della Provincia di Cagliari). L'invito a partecipare è diretto alla comunità sarda in Belgio così come a tutti i cittadini interessati ad approfondire delle questioni di primaria importanza.
Per maggiori informazioni e conferma di partecipazione, contattare l'indirizzo raffaella.zaccheddu@eesc.europa.eu o il telefono 0032-(0)476.756.142.
Allegato: locandina-invito dell'evento
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