Referendum, la sfida continua

I referendum sul nucleare e sull'acqua si faranno o non si faranno? È la domanda che si pongono molti cittadini. E la risposta è: noi speriamo di sì. Speriamo che l’ultima parola spetti ai cittadini e che non ci venga tolta l’opportunità di esprimerci su una questione di fondamentale importanza per il nostro ambiente, la nostra salute e più in generale per il nostro futuro. Speriamo che si possa andare alle urne per dire una volta per tutte al Governo che siamo stanchi di questa politica personalistica e che non è possibile continuare a sacrificare il bene di tutti per gli interessi di una ristretta lobby affaristica. Speriamo che Berlusconi e i suoi abbiano un minimo di rispetto per gli oltre due milioni di italiani che la primavera scorsa hanno firmato per i referendum promossi dall'Idv. Non speriamo, o meglio non crediamo possibile, un gesto di buonsenso da parte del Governo, perché ormai è chiaro che non gli interessa nulla del futuro di questo Paese, ma tutto viene fatto solo ed esclusivamente per salvare il premier dai suoi guai giudiziari.

L’altro giorno il Senato ha approvato l’emendamento-truffa che altro non è che una moratoria, una pausa di riflessione, sulla politica nucleare in Italia. Non è affatto uno stop definitivo, ma soltanto un modo per boicottare il referendum e impedire l’abrogazione del legittimo impedimento. L’emendamento al cosiddetto decreto Omnibus deve, però, ancora superare il vaglio della Camera e ottenere la firma del presidente Giorgio Napolitano. Noi dell’Italia dei Valori confidiamo nel capo dello Stato, ultimo baluardo di legalità, e speriamo che rigetti quest’ultima legge porcata.

Se il decreto con tutto l’emendamento dovesse passare, allora la Corte Costituzionale dovrà decidere se le modifiche volute dalla maggioranza siano tali da cancellare il referendum sul nucleare. Senza inoltrarci in congetture tecniche, noi riteniamo che si debba andare avanti con più grinta di prima e continuare a sostenere i referendum del 12 e 13 giugno contro nucleare, acqua privata e legittimo impedimento. Non possiamo fermarci, non ora, altrimenti faremmo il gioco del Governo.

Se, infatti, ci fosse stato un vero stop all'energia atomica avremmo gioito. Siamo stati i primi a batterci contro questa scelta energetica obsoleta ed estremamente insicura, ancor prima che la tragedia di Fukushima mostrasse a tutti la pericolosità delle centrali atomiche. Già l’anno scorso, in tempi non sospetti, abbiamo raccolto le firme e proposto un referendum per dire SI all’energia pulita e rinnovabile e no alle scorie tossiche e radioattive.

Purtroppo, però, non possiamo esultare perché il Governo ha voluto soltanto congelare per un po’ lo scellerato piano di individuazione dei siti nucleari, per far passare l’onda emotiva internazionale e magari riproporlo l’anno prossimo. Per questo è necessario impegnarsi con maggiore grinta per portare quanta più gente possibile alle urne il 12 e 13 giugno e raggiungere il quorum. Soltanto dicendo SI all’abrogazione del nucleare avremo la certezza di allontanare per sempre da noi la minaccia atomica.

Senza contare che siamo chiamati a votare anche per altri due importantissimi quesiti: legittimo impedimento e acqua. Il primo serve a ristabilire il principio “la legge è uguale per tutti”, senza preferenze per chi siede sulla poltrona della presidenza del Consiglio dei ministri. L’altro è necessario per far sì che l’acqua rimanga un diritto primario garantito a tutti, non solo a chi può permettersi di pagarla.

Per assicurarci un futuro migliore, più equo e più pulito, e per lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore occorre recarsi alle urne il 12 e 13 giugno prossimi e votare 4 SI.

www.sireferendum2011.it

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