Eno-gastronomia italiana e pagliacciate berlinesi

di Andrea Verde

Voti Berlusconi ? Qui non entri: niente cervello, niente servizio!
Sembrerebbe una barzelletta, un po’ truculenta invece é l’opera di un fantasioso ristoratore berlinese che, dopo le discriminazioni razziali, le discriminazioni religiose e sessuali, inventa la discriminazione politica.
Ci sono locali per soli uomini, per sole donne, locali per musulmani, locali per fumatori e per non fumatori e da oggi esiste anche un locale per non-berlusconiani.
Nei locali francesi di un certo tenore si puo’ leggere « tenue correcte obligée » a significare che non si puo’ entrare con scarpe da ginnastica o blue-jeans. Anche i luoghi di culto impongono regole vestimentari. Ma una discriminazione politica ancora non si era vista.
Immagino già la scena; all’entrata, una volta accertata la provenienza italiana, un solerte commesso chiederà generalità e orientamento politico. Per prenotare telefonicamente anziché fumatori o non fumatori, vi chiederanno; berlusconiani o non berlusconiani ?
Sembra una boutade pubblicitaria di un operatore commerciale che a scarso di idee e forse di ricette, prova a giocare la carta dell’anti-berlusconismo in chiave culinario-mediatica.
Peccato che al ristoratore tedesco sfugga un elemento fondamentale del carattere italico; a tavola gli italiani sono tutti dei buongustai e sono i menu’ che li attirano e non certo i proclami politici. Almeno a tavola gli italiani smettono di litigare; Franza o Spagna purché si magna!
Il goffo ristoratore aveva forse l’intento di riaccendere sentimenti xenofobi contro gli italiani e magari contro i concorrenti italiani che in Germania fanno incetta di clienti.
Ma sono per fortuna lontani i tempi in cui locali potevano affiggere impunementi cartelli del tipo; « Vietato l’ingresso a cani e italiani ». Oggi una pagliacciata come questa viene accolta con una sonora pernacchia.
Ad ogni buon conto i deputati del Pdl eletti all’estero, Guglielmo Picchi e Raffaele Fantetti, in un comunicato congiunto, fanno sapere che « in nessuna parte del mondo i clienti affiggono le loro idee politiche all’ingresso dei ristoranti » « Questa singolare iniziativa- continua il comunicato- ci sembra un goffo tentativo di un operatore commerciale che, forse in crisi di ispirazione sulle ricette da proporre alla propria clientela, cerca una visibilità mediatica con metodi rozzi che ricordano i propositi xenofobi e razzisti di un tempo verso la comunità italiana. Attaccare il presidente del Consiglio italiano significa mandare un chiaro messaggio intimidatorio a tutti quelli operatori eno-gastronomici che in Europa e nel Mondo difendono con bravura la qualità e il prestigio dei prodotti italiani. » Ed é proprio a questi operatori, autentici difensori del Made in Italy, che Picchi e Fantetti si rivolgono, ricordando che l’eno-gastronomia italiana rappresenta un patrimonio culturale ed economico che concorre significativamente al successo del « marchio Italia » nel mondo.

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