L’Italia Migliore

Sabato 2 aprile 2011, in una magnifica giornata di sole, l’Istituto Italiano di Cultura di Grenoble ha voluto festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia ed i suoi 50 anni ; l'evento è stato anche l'occasione per esprimere l'opposizione netta e forte contro lo scellerato progetto di chiusura dell'Istituto previsto dal Ministero degli Esteri per il 2012.

Progetto scellerato per tante ragioni, evidentemente culturali ma anche economiche e sociali vista la modestia dei finanziamenti in ballo e l'importanza della comunità italiana nell'Isère ; progetto ancor più assurdo dopo l'incredibile prova di partecipazione e solidarietà che la cittadinanza ha offerto in questa eccezionale occasione di mobilitazione.

La celebrazione, iniziativa completamente spontanea, autofinanziata e autogestita dagli impiegati dell'Istituto e da tantissimi volontari, è iniziata nel primo pomeriggio tra festoni e bandiere tricolore sulla strada adiacente l’Istituto ed ai balconi del medesimo.

Un'incredibile folla di persone ha circondato e accompagnato la corale del COMAMICI (braccio pedagogico dell'Istituto per i corsi d'italiano) il gruppo musicale dei Barbarins Fourchus e la splendida voce di Maria Abatantuono succedutisi durante tutto il pomeriggio di festa ; un'Italia di note musicali e canti popolari scivolava dolcemente lungo Alsace-Lorraine ed i vicoli limitrofi attirando l'attenzione di tutti i passanti.
Nel frattempo nei locali dell'Istituto decine di cittadini attendevano pazientemente il loro turno per raccontare, come da programma, di fronte ad una telecamera installata per l’evento, il loro legame con l’Italia e la lingua italiana.
È così che memorie di viaggi interminabili in treno nelle regioni italiane d'origine, estati bambine e vacanze più adulte in una terra materna intrisa di sapori e profumi familiari, evocatrice di una lingua orecchiata, dialetto dei padri e dei nonni, riaffioravano nei ricordi, rappresentazioni personali di una storia collettiva.
Erano le storie o meglio è la Storia dell'emigrazione italiana che appariva, inizialmente da un Nord povero come difficilmente riusciamo ad immaginare oggi, e poi, flusso compatto da alcuni singoli paesi del Sud, della Sicilia e della Puglia ; ed infine erano le storie di una nuova immigrazione che non sfugge più la miseria materiale ma piuttosto la miseria morale di uno Stato inetto ed incapace di riconoscere dignità professionale alla sua migliore gioventù.

Insegnanti, professori, artigiani, operai, scienziati, ingegneri, professionisti ciascuno si è prestato a raccontare la sua Italia attraverso parole cariche di passione, lacrime, emozione, a volte rabbia, senz'altro amore ; il risultato è un documento di eccezionale valore storico, sociologico, linguistico non solo a beneficio della cittadinanza grenobloise ma soprattutto a beneficio di un Paese ancora in conflitto con la propria identità tra polemiche ed incertezze anche nel suo 150simo anniversario.

Non potevano esserci immagini più belle e rappresentative di questa festa nazionale, di un'integrazione culturale perfettamente riuscita, della stima e dell’ammirazione di coloro che senza essere italiani considerano l'Italia e la cultura italiana un bene prezioso (come hanno testimoniato il sindaco di Grenoble M. Destot e la deputata all'Assemblée Nationale Mme Fioraso).

Sabato scorso un piccolo Istituto Italiano nel mondo ha offerto un grande regalo all'Italia ; putroppo, ed una volta di più, l'Italia ufficiale delle istituzioni non ha saputo riceverlo ed ha voluto ignorarlo; è amaro e desolante constatare come l'Italia amata e festeggiata dai suoi cittadini e da tanti stranieri non interessi affatto coloro che pure avrebbero il compito istituzionale di valorizzarla nei contenuti più nobili.

Un messaggio tra i tanti ha impressionato durante le testimoninaze registrate, quello di una giovane ragazza che ha detto :

« l'Italia è il paese delle occasioni perdute, un paese ricco di occasioni che pervicacemente e masochisticamente decide di non sfruttarle, non sfrutta l'intelligenza e le competenze preziose dei suoi giovani, abbandona tutte le occasioni di sviluppo che la storia e l'immenso patrimonio culturale gli hanno lasciato in eredità ».

Duole constatare che è vero. Continua ad essere vero in Italia ed è vero anche qui a Grenoble dove il Governo persevera nella volontà di distruggere ciò che da 50 anni da occasione è diventato realtà di successo ed orgoglio per l’Italia e gli italiani.

Facciamo in modo che il vento cambi, riappropriamoci finalmente del futuro dell'Italia.
Continuiamo a batterci contro la chiusura del Nostro Istituto !

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