Inaccettabile l'assenza dei vertici regionali in occasione del Comitato Regionale convocato per discutere le numerose problematiche relative al comparto della Medicina Generale
(Roma, 18 aprile) – La Regione Lazio continua ad ignorare le criticità della Medicina Generale. Lo rende noto il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi) secondo cui, nei prossimi giorni, potrebbe verificarsi uno stato di agitazione dei camici bianchi. «Lo scorso 15 aprile è stato convocato un comitato regionale per discutere le numerose problematiche relative al comparto della medicina generale, che si sarebbe dovuto svolgere alla presenza dei vertici della Regione Lazio e delle OO.SS. – dichiara Paolo Marotta – Ma, all'incontro, non hanno partecipato i rappresentanti dell'assessorato alla sanità. Un'assenza assolutamente ingiustificata e senza alcun preavviso – aggiunge il Sindacalista – Eppure più volte è stata sottolineata, a chi di dovere, l'urgenza di affrontare e risolvere le numerose questioni ancora in stad-by, tra cui: i pagamenti per l'apertura (H12) degli studi medici associati; un servizio che i sanitari stanno assicurando all'utenza da circa un anno a proprie spese. E ancora: le problematiche annesse alla pratica della certificazione telematica; ricordiamo che lo Smi aveva chiesto che venissero esentati dalla procedura online i servizi di Continuità Assistenziale (ex guardia medica), l'emergenza territoriale, i Pronto Soccorso ed i medici di base in attività domiciliare. Infine le difficoltà relative all'apposizione delle esenzioni per reddito, all'informatizzazione ed al collegamento, in rete, degli studi medici. Riteniamo, dunque, che lo stato in cui versa la medicina generale sia inaccettabile, così come è inaccettabile che, finora, la Regione Lazio non abbia provveduto a risolvere, concretamente, le succitate criticità che stanno mettendo a rischio il lavoro di tanti professionisti e, soprattutto, un'assistenza sanitaria di qualità per i cittadini. Alla luce di tutto questo – conclude Paolo Marotta – lo Smi-Lazio non esclude eclatanti forme di protesta: dallo sciopero telematico ed informatico ad oltranza, alla chiusura degli studi, all'organizzazione di una manifestazione generale. La Regione Lazio ha solo chiuso ospedali e tagliato posti letto ma, di fatto, non ha effettuato nessun potenziamento del territorio, a discapito della salute dei cittadini».
Ufficio Stampa Smi-Lazio
Elisabetta Menga
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