Con avvilente ripetitività gli indicatori economici, quale che sia la fonte, dicono tutti le stesse cose: l’Italia cresce molto più lentamente del resto d’Europa, l’occupazione non riparte, i precari e i giovani senza lavoro sono sempre di più, la fiducia delle famiglie e’ in calo. L’ennesimo allarmante bollettino ‘di guerra’ della Banca d’Italia, pubblicato nei giorni scorsi, ribadisce la distanza abissale e incolmabile che separa chi e’ al governo dal Paese reale. Il presidente del Consiglio si è guardato bene dal commentare questi dati e ha sprecato oltre due ore di comizi, tra ieri e oggi, solo ed esclusivamente ad attaccare i magistrati, la sua unica vera ossessione.
La rabbia è che a una crescita moderata non corrisponde il miglioramento di altri indicatori importanti come l’occupazione, che invece cala ancora. Questo significa due cose: prima di tutto che esiste una divaricazione sempre maggiore tra ricchi ancora più ricchi e poveri sempre più poveri. Il secondo dato, che mi provoca rabbia e sconcerto, è che sarebbe bastata una maggiore attenzione del governo per accelerare la crescita e per creare buona occupazione. Invece la storia è sempre la stessa: Berlusconi si occupa (e occupa il Parlamento) di leggi che gli servono per evitare i processi e il Paese va in malora. Tremonti ha provveduto solo a tenere i conti in ordine come chiedeva l’Europa (dimenticando però di tenere a bada il debito pubblico), ma i tagli lineari avrebbe potuto farli anche un bambino. Un vero economista avrebbe inciso sugli sprechi e non avrebbe ridotto le sue manovre a sforbiciate alla cieca.
Tutto questo significa una crisi sociale devastante, che si manifesta con sempre maggiore drammaticità. Le famiglie sono sole davanti alla crisi e fanno sempre più ricorso ai risparmi di una vita (che molti hanno già finito). Berlusconi promette riforme e regala sogni a chiunque, ma i suoi proclami restano ben sigillati nei videomessaggi. La realtà dei fatti è drammaticamente diversa dal miraggio evocato dal premier ogni volta che parla. L’Italia sta andando in rovina e ogni giorno che passa è più difficile invertire la rotta. Così, mentre Berlusconi vende sogni o attacca i giudici, la Banca d’Italia ci riporta alla triste realtà.