Giocattoli avvelenati

di Peppe Ruggiero

Una nuova Eldorado dell’ecomafia tutta da decifrare. Con sede sociale sempre la Campania. Rifiuti speciali made in Naples che invadono il mercato asiatico e ritornano sotto forma di giocattoli per bambini, materiale informatico per uffici, piatti e bicchieri in Italia. Con un alto grado di tossicità. Materiale pieni di sostanze cancerogene. E’ il nuovo capitolo noir dell’ecomafia globalizzata. Con una rotta che collega la camorra napoletana e casertana con la mafia cinese. Stiamo parlando di personal computer, stampanti, fax, cartucce d’inchiostro ma anche ferro, acciaio, ma soprattutto scarti di polietilene, cascami di gomma e pneumatici spediti da aziende italiane al di là del mare. Solo nel 2010 il secondo gruppo della Guarda di Finanza che opera nel porto di Napoli ha sequestrato 1.324.380 chilogrammi di rifiuti speciali. Sul nuovo affare milionario indagano la procura di Santa Maria Capua Vetere e la direzione distrettuale antimafia. Nel nuovo business criminale i container sostituiscono i camion e i tir come elemento cardine del traffico. Solo nei porti di Salerno e Napoli ne passano circa 400mila all’anno. Ma sotto osservazione della magistratura e delle forze dell’ordine anche i porti di Genova, Gioia Tauro e Taranto.

Secondo la Guardia di Finanza che in sinergia con l’Agenzia delle Dogane è in prima fila nella lotta al traffico internazionale di rifiuti speciali i profitti economici per i gruppi criminali sono elevati: si stima che lo smaltimento. legale di un container di 20 piedi carico di rifiuti speciali, pari a circa 15 tonnellate di materiale, ha un costo medio di circa 60 mila euro. Per lo stesso quantitativo i clan crimininali riescono ad abbattere questo costo anche del 90%. Un risparmio che fa gola a molti, e che può essere ottenuto con facilità. La modalità è rodata. Attraverso il famoso giro bolla, il rifiuto speciale sparisce e viene ripulito e classificato come sottoprodotto o ‘materia prima secondaria’. Una sorta di riciclo criminale che alimenta lavoro nero e mala economia. E davanti all’affare, a prezzi cosi’ competitivi il numero dei viaggi e degli acquirenti non si contano. E’ la legge di mercato. Dove c’è domanda, l’offerta è immadiata. E conveniente. E siccome la criminalità è ben “organizzata”, prende due piccioni con un solo viaggio. Le navi scaricano container con materiale contraffatto mede in China, ripartono in patria con munnezza made in Napoli e ritornano con prodotti tecnologici e giocattoli di nuovo made in China. Questa volta pero’ i rifiuti si sono miscelati in giocattoli inquinati. Ancora una volta la camorra incassa e i nostri bambini rischiano di essere avvelenati.

Tags: camorra, giocattoli cinesi

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