SEGNALAZIONE INIZIATIVA FRONTALIERI

Il 10 aprile nel Canton Ticino (Svizzera) si vota per il rinnovo del
parlamento e del governo locali. Non trovate che i leghisti ticinesi di
questo manifesto elettorale somiglino per certi versi, fisicamente, ad
alcuni dei nostri?La Lega Ticinese alla prova del voto;con uno slogan
chiaro: «Via gli italiani»
Domenica il Canton Ticino va alle urne. Il partito di Giuliano Bignasca, il
«Bossi di Lugano», si presenta chiedendo di ricacciare indietro i
frontalieri «padani»
di Paolo Casicci

Nord che vai, Lega che trovi. E la Lega dei Ticinesi, omologo svizzero del
Carroccio, non ammette sconti per i padani, «cugini» ma anche un po'
«terroni». Domenica, il Canton Ticino andrà alle urne per rinnovare il
parlamento e l'esecutivo locali, e il partito di Giuliano Bignasca, il
pittoresco «Bossi di Lugano», si presenta agli elettori con slogan che
sembrano rubati al Senatur: «Via gli italiani dalla Svizzera», per esempio.
Da settimane, nel mirino di Bignasca, e del suo rappresentante nel
parlamento di Berna, Norman Gobbi, ci sono i 45 mila frontalieri, quegli
italiani di Sondrio, Como, Varese e Verbania con un impiego nel Ticino,
accusati di rubare il lavoro agli autoctoni e di costare decine di milioni
l'anno in rimborsi di tasse diretti a Roma. Così, mentre Bossi chiede di
mandare «föra da i ball» i tunisini, non lontano da Gemonio c'è chi vorrebbe
ricacciare indietro proprio i «padani».

I malumori dei ticinesi risalgono a oltre trent'anni fa. Era il 1974, quando
un accordo bilaterale tra il governo svizzero e quello italiano regolava per
la prima volta i cosiddetti «ristorni», la percentuale di tasse, versate in
Svizzera dai lavoratori italiani, che i tre cantoni di confine (Ticino,
Grigioni e Vallese) da allora restituiscono a Roma perché questa giri la
somma a Comuni, Province e Comunità montane di frontiera. Tocca poi agli
enti locali destinare questo tesoretto ai servizi pubblici, dalla sanità ai
trasporti. Ora, contro la quota – il 38,8 per cento – dei ristorni fissata
in quell'accordo lontano, si sono scagliati sia il leghista ticinese Gobbi,
sia – a sorpresa – i moderati del Partito popolare democratico. Segno che le
istanze leghiste hanno fatto breccia anche al centro.

A marzo, il Ppd ha fatto approvare all'unanimità dal Gran Consiglio uscente
un impegno affinché il parlamento cantonale chieda a Berna di abbassare i
ristorni al 12,5 per cento, equiparandoli a quelli destinati all'Austria, e
di introdurre il principio di reciprocità: anche l'Italia, cioè, dovrebbe
rimborsare parte delle tasse incassate dai frontalieri svizzeri (una
pattuglia ben più esigua degli italiani). La stessa proposta è stata
presentata da Gobbi al parlamento centrale, ma, per ora, è stata bocciata
dai vertici del Dipartimento delle finanze federali. Il dibattito, però, è
ormai aperto, e difficilmente sarà archiviato in breve. Il che allarma gli
amministratori italiani di frontiera. Dice Mario Della Peruta, da trentadue
anni sindaco di Cremenaga, 810 anime in provincia di Varese: «Qui otto
abitanti su dieci lavorano in Svizzera. Dopo la soppressione dell'Ici sulla
prima casa, il nostro bilancio si regge quasi esclusivamente sui ristorni:
non possiamo permetterci di perdere quelle somme».

Neanche Marco Zacchera, primo cittadino di Verbania e deputato Pdl,
sottovaluta la questione. Anzi, il parlamentare ha chiesto pochi giorni fa
ai ministri Tremonti e Frattini di «avviare immediatamente contatti con i
vertici della Confederazione elvetica per evitare che ciascun cantone si
attivi in ordine sparso penalizzando ulteriormente i lavoratori italiani».

Intanto, gli slogan e i manifesti anti-frontalieri, in Ticino, restano al
livello di guardia. La Lega è passata nel 2007 dal 16 al 25 per cento,
diventando il secondo partito locale dietro al Partito liberale radicale. E
il leghista Marco Borradori è stato il candidato più votato di tutto il
Cantone. Ad alimentare l'astio contro gli italiani pensano, però, anche gli
estremisti dell'Udc (niente a che vedere con i centristi italiani). Di
recente, il loro leader Pierre Rusconi, ideatore della campagna
pubblicitaria che a ottobre raffigurava gli italiani come ratti 1 (le foto
2), ha commentato uno studio dell'Istituto ricerche economiche (Ire)
dell'Università svizzera, che dimostrerebbe come gli italiani non rubino il
lavoro ai ticinesi, con queste parole: «Mi piacerebbe sapere quanti
frontalieri lavorano all'Ire. Magari sono gli stessi che hanno fatto la
statistica». Rusconi ha poi aggiunto che la piazza finanziaria ticinese
starebbe diventando troppo «brianzola».

Insomma, hai voglia a fare il leghista duro e puro: ci sarà sempre qualcuno
più a nord di te. (la Repubblica, 7 aprile 2011)

Voto canton Ticino,trionfa la Lega

“Chiariremo con Italia sui frontalieri”

foto Ap/Lapresse08:18 – La Lega dei Ticinesi di Giuliano Bignasca, definito
l'Umberto Bossi svizzero, trionfa alle elezioni cantonali in Ticino
ottenendo quasi il 30% dei voti, circa l'8% in più rispetto al 2007 e
superato i liberali-radicali. A Lugano, ritenuta culla degli anarchici, ha
avuto oltre il 36%. Il primo obiettivo è la revisione degli accordi
bilaterali con l'Italia sui lavoratori transfrontalieri che, secondo
Bignasca, penalizzano il cantone.

Il partito, ha anche un decalogo: “C'é, a partire dai rapporti con Roma.
Parleremo con Bossi affinche' parli con Tremonti. Se non cambiano le cose, o
con le buone o con le cattive, gli tagliamo i frontalieri'', ha detto
Bignasca, evocando i ristorni all'Italia provenienti dai lavoratori
frontalieri. I ticinesi oggi hanno eletto all'esecutivo il giovane leghista
Norman Gobbi (34) che siederà accanto al collega leghista Marco Borradori,
la cui riconferma era scontata. ''Se la Lega riuscirà ad ottenere il secondo
seggio in governo – aveva recentemente affermato Gobbi al portale di
informazione Swissinfo – una delle sue priorità sarà quella di regolare le
pendenze con l'Italia''.

''Si tratterà di dibattere sull'accordo di doppia imposizione con l'Italia,
noi abbiamo proposto di sospendere il ristorno, alle provincie di confine,
delle imposte prelevate alla fonte dai frontalieri, e di trovare una
soluzione alla palese mancata reciprocità degli accordi bilaterali'', tra
Svizzera e Ue, aveva precisato.

Dall'Italia si recano ogni giorno in Svizzera quasi 50.000 lavoratori
frontalieri. Per la Lega gli accordi Bilaterali hanno ''messo in crisi il
Ticino, con concorrenza sleale da parte delle aziende di confine, Tir in
transito che intasano le autostrade ticinesi, libera circolazione delle
persone unilaterale per i Paesi Ue''.

Il Ticino è stato recentemente teatro di una campagna di manifesti contro i
''ratt'', ovvero i lavoratori frontalieri provenienti dalla vicina Italia.
Quando sono state diffuse le prime proiezioni, centinaia di simpatizzanti
della Lega hanno invaso la Piazza a Lugano per festeggiare la vittoria.

“Vogliono cacciare i frontalieri
e i nostri leghisti sorridono”

12 aprile 2011CronacaCommenta
VARESE “Le parole del capo della Lega Ticinese in merito ai frontalieri
italiani sono gravi e vanno respinte. Sorprende che la Lega nostrana
addirittura si complimenti.” Così il vicesegretario regionale varesino del
Partito democratico Alessandro Alfieri interviene in merito a quanto
dichiarato oggi dal leader della Lega Ticinese Giuliano Bignasca che in
un'intervista ad un importante quotidiano ha annunciato la prossima stretta
anti italiana del Canton Ticino sotto la nuova amministrazione, aggiungendo
di aver ricevuto una telefonata di congratulazioni da parte dell'onorevole
leghista e segretario della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti.

“I rapporti con la Confederazione svizzera sono in questo momento complessi,
non senza responsabilità da parte del nostro Governo – spiega Alfieri -.
Mettere in dubbio la retrocessione delle imposte pagate dai lavoratori
italiani in Svizzera e in particolare il meccanismo dei ristorni significa
mettere a rischio uno strumento di perequazione indispensabile per i bilanci
dei comuni di confine, altrimenti chiamati a dare servizi senza poter
contare sulle tasse dei propri cittadini. È una mossa che va contro gli
interessi dell'Italia e dei lavoratori frontalieri. La telefonata di
Giorgetti, se confermata, è stata quanto meno incauta. Lega scelga: o con
Bignasca o con i cittadini lombardi e italiani.”

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/412092/

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