Dovremmo farci lealmente una domanda: se Berlusconi non fosse indagato in tanti processi, la legge che si sta discutendo alla Camera sul "processo breve" – ferocemente avversata dall’opposizione – sarebbe considerata giusta o meno?

Dovremmo farci lealmente una domanda: se Berlusconi non fosse indagato in tanti processi, la legge che si sta discutendo alla Camera sul “processo breve” – ferocemente avversata dall'opposizione – sarebbe considerata giusta o meno?
Credo che otterrebbe la quasi unanimità dei voti in Parlamento, perché tutte le persone serie – tra l'altro attuando l'art. 111 della Costituzione – capiscono che servono dei tempi certi per fare giustizia ad evitare, tra l'altro, migliaia di condanne dell'Italia dalla Corte Europea dei diritti dell'Uomo per i troppo lunghi tempi processuali.
In Francia un processo penale dura in media un anno e mezzo, in Italia più di otto anni: possibile che sia colpa solo della mancanza di cancellieri? E come mai in Italia i Magistrati hanno una media di 1,5 sentenze a testa la settimana, infinitamente meno dei loro colleghi europei? Tutta colpa delle carte complesse, dei cavilli e della burocrazia?
E perché oggi si tuona contro questa legge che già la Commissione Bicamerale più di 10 anni fa riteneva indispensabile ? (la “bozza Boato” era molto più stringente dell'attuale normativa).
Allora non è la legge in sé che non va, ma il fatto che ci sia di mezzo Berlusconi e quindi la riforma – sostiene l'opposizione – è solo un mezzo e una scusa per salvarlo. Così come un incensurato ha da sempre sconti di pena, ma se l'incensurato è Berlusconi allora non va più bene per nulla.
Ognuno in merito tenga il suo pensiero, non serve fare comunque una difesa d'ufficio del Cavaliere (che a volte è indifendibile) ma solo ricordare che milioni di Italiani chiedono una giustizia più celere, equa e certa nei tempi.
Circa il problema se applicare o meno i nuovi termini agli incensurati e ai processi in corso o solo a quelli nuovi ricordiamoci che è cardine del nostro sistema giuridico l'applicare sempre le norme più favorevoli all'imputato nel caso di nuova legislazione.
Ma anche qui vale il concetto di prima: se c'è di mezzo Berlusconi allora tutto non deve valere più.
Eppure una legge serve: la prossima settimana circa 80.000 (ottantamila!) ex creditori Parmalat rimarranno definitivamente fregati e perderanno i loro crediti perché i reati contestati a manager farabutti saranno caduti in prescrizione. Nessuna responsabilità di chi ha fatto le indagini, istruito (male) i processi, senza aver saputo giudicare definitivamente in un tempo ragionevole? Nessuna. Ma a rimetterci saranno 80.000 incolpevoli piccoli risparmiatori, non le banche che ci hanno guadagnato sopra.
E perché il Consiglio Superiore della Magistratura deve protestare tanto se finalmente si concretizzasse il concetto che chi sbaglia paga e quindi questo principio valesse anche per il Magistrato che non fa il suo dovere, a cominciare dal tempo impegnato per giudicare? A cosa è servito allora un referendum se non viene quasi mai applicato?
Tanti Magistrati fanno il loro dovere spesso in condizioni difficilissime, ma altri no e vogliamo finalmente renderci conto che in Magistratura non paga praticamente mai nessuno per le proprie responsabilità?
Allora la legge sul processo breve è anche un modo per spingere questa categoria (e non diciamo “Casta”, ma è quello che pensano in molti) a darsi anche un poco più di sprint, con una giustizia penale che si muova più spedita e agisca, aggiungo io, in modo uguale per tutti.

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