INDIFFERENZA DECENNALE VERSO LA DEMOCRAZIA DIRETTA

Vorrei iniziare con un vecchio proverbio rifrasato:” Quando manca la diretta partecipazione del cittadino alla vita politica di un paese, i vecchi toponi della politica se la cantano e se ballano” E ancora una volta “vorrei” ritornare all’ unico referendum abrogativo che potrebbe rivoluzionare il rapporto tra cittadino e legislatore: l’ abolizione del quarto comma dell’ articolo 75:” La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.( 50+1%). Quello che manca alla nostra democrazia in contrapposizione ai poteri politici e istituzionali e’ la istituzionalizzazione del cittadino, a mo’ di bilancio e di paletto. L’ abolizione del quorum, costringerebbe il legislatore ad un comportamento piu’ democratico e saggio nell’ emanare leggi piu’ eque e meno “interessate”, sapendo che non occorre il raggiungimento del faticoso e fatitico 50+1% dei voti.. Questa riforma, si fosse fatta negli anni settanta, quando la coscienza del cittadino era piu’ attenta e presente, oggi non avremmo avuto il bipolarismo e il berlusconismo. La riforma puo’ essere fatta dal parlamento con una legge costituzionale ( art. Cost. 136) e successivo referendum confermativo se non dovesse passare con i due terzi. Con il primo comma dell’ articolo 75:” E' indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Piu’ lungo e’ invece l’ iterparlamentare utilizando il secondo comma dell’ articolo 71: ( e Grillo ne sa qualcosa e’ inutile ricordarlo) “Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”, non perche’ il cittadino non e’ concio dei propri poteri, bensi’ la politica italiana in oltre 60 anni, non ha mai equiparato costituzionalmente le iniziative legislative popolari a quelle dei parlamentari. Per costituzione le iniziative legislative popolari una volta discusse in commissione, dovrebbere essere discusse e votate in parlamento. La rabbia di Grillo e’ comprensibile e da me condivisa, anche se non ne condivido il linguaggio poco ortodosso. Mi chiedo cosa penserebbero gli extra-comunitari che imparando la nostra Costituzione, per ottenere la cittadinanza e in particolar modo gli articoli 75 &71 , quando vedono una iniziativa popolare marcire nei cassetti di Camera e Senato e un Primo Ministro che usa metodi incostituzionali per abolire un referendum popolare gia’ accettato? Io come e’ nella mia indole invito sempre alla riflessione….

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