Costituzione day, Cento piazze tricolori: è il momento di reagire(TMNews)

Più di un milione di persone, secondo gli organizzatori, sono scese in piazza oggi in tutta Italia per difendere la Costituzione e la scuola pubblica. A distanza di un mese dal successo delle donne del 'Se non ora quando' l'iniziativa, promossa da un comitato spontaneo di associazioni, singoli volontari, intellettuali e giornalisti, ha mandato un segnale di 'reazione' a quel governo e a quel presidente del Consiglio che vogliono cambiare la Carta fondamentale e che, a loro avviso, minacciano la scuola pubblica. Reazione è stata, tra l'altro, la parola più usata negli interventi sul palco di piazza del popolo a Roma. La parola che ha infiammato di più le centinaia di migliaia di persone che, dopo aver sfilato per le strade della Capitale con il Tricolore e una copia della Costituzione in mano, si sono poi radunate per altre tre ore in piazza per ascoltare gli attori che leggevano gli articoli della prima parte della Costituzione o gli interventi di studenti, giornalisti e cantanti. Applauditissimo a Roma Roberto Vecchioni che ha eseguito il brano con cui ha vinto Sanremo, 'Chiamami ancora amore', dedicato, ha spiegato lui, a operai e studenti. E applauditissima è stata anche una studentessa che ha parlato della Costituzione e della scuola pubblica, della difficoltà dei giovani a costruirsi una vita in questa Italia ma che, ha assicurato, non hanno intenzione di arrendersi e vogliono “reagire”. Anche l'intervento di Antonio Ingroria, procuratore aggiunto di Palermo, ha scaldato la piazza di Roma quando ha lanciato un allarme sulla riforma della giustizia: “E' una controriforma e non è soltanto una ritorsione contro la magistratura, è in gioco la separazione delle carriere ma l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”. A Milano invece è stato Dario Fo ad entusiasmare la gente con un numero tutto dedicato a Silvio Berlusconi e al caso Ruby: “Il premier ha ammesso di aver telefonato perché quella ragazza ci potrebbe procurare grane internazionali ma dice una cosa che solo uno scemo può dire”, quindi “abbiamo un presidente del Consiglio scemo”. Protagonista, quindi, anche stavolta come per il 12 febbraio, la società civile, insieme al mondo dello spettacolo, (a Roma c'erano tra gli altri Fiorella Mannoia, Giulio Scarpati, Ottavia Piccolo, Ascanio Celestini) e la politica resta in secondo piano, se pure, ci tiene a partecipare. “C'è un grande movimento nel Paese e i partiti, in particolare il nostro, devono affiancarlo, dargli la mano. Politica e società civile insieme per una strada di speranza e di ricostruzione”, ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, arrivando al corteo di Roma che poi lascerà dandosi il 'cambio' con Dario Franceschini, “tanta gente senza organizzazione di partiti o associazioni è qui a dimostrazione di quanta voglia ci sia di voltare pagina, gli anticorpi degli italiani sono più forti dei virus di Berlusconi”. Del Pd erano presenti anche Anna Finocchiaro, Vincenzo Vita, Lugi Zanda, Roberto Zaccaria insieme alla compagna, l'attrice Monica Guerritore. Alla manifestazione di Roma c'erano esponenti di tutti i partiti del centrosinistra, Idv, (Leoluca Orlando) Sel (Fabio Mussi e Gennaro Migliore) Federazione della sinistra (Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto) ma anche una delegazione di Fli composta da Flavia Perina, Aldo Di Biagio e Antonio Buonfiglio, rigorosamente “a titolo personale”, hanno spiegato i tre futuristi forse un pò 'imbarazzati' a sfilare con un popolo che è evidentemente di centrosinistra. Beppe Giulietti, portavoce di Articolo21, intervenendo dal palco ha provato a farli sentire un pò più a loro agio: “Questo non è il momento delle divisioni e chiunque voglia difendere la Costituzione è il benvenuto in questa piazza”. I Costituzione day sono stati numerosi in tutto il paese, da Nord a Sud, in piccoli e grandi centri, e anche all'estero, Amsterdam, Bruxelles, Edimburgo, Ginevra, Helsinki, Madrid, Londra, Praga, Siviglia. Lei motiv per tutte l'Inno di Mameli, e qualche variazione sul tema Italia come 'Libertà' di Giorgio Gaber, 'Viva l'Italia' di Francesco De Gregori e la più ironica 'Italia sì, Italia no' di Elio e le storie tese.

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