APER, ASSOSOLARE, ASSO ENERGIE FUTURE, GIFI A NAPOLITANO: PRESIDENTE NON FIRMI, QUEL DECRETO E’ INCOSTITUZIONALE

Roma, 4 marzo 2011 – Il decreto ammazza-rinnovabili ha fortissimi profili di incostituzionalità:
in primo luogo quello legato all’eccesso di delega. In sostanza, il Parlamento ha delegato il
Governo a recepire la direttiva europea a favore delle rinnovabili, ma il Governo non
ha in nessun modo recepito i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, cioè
dall’istituzione delegante. È solo uno dei punti su cui il decreto legislativo licenziato dal
Consiglio dei Ministri di ieri appare viziato da gravi difetti di costituzionalità.
Per questo, APER, Assosolare, Asso Energie Future e Gifi, le associazioni di categoria che
rappresentano la quasi totalità del settore fotovoltaico hanno lanciato oggi in una conferenza
stampa congiunta un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché
non firmi il decreto legislativo che getta il settore delle rinnovabili nell’incertezza, aprendo
la strada a una crisi che non si fermerà alle aziende del fotovoltaico e dell’eolico.
“Lo Schema di Decreto Legislativo nel testo adottato dal Consiglio dei Ministri è palesemente
illegittimo sotto il profilo costituzionale in quanto viola uno dei principi cardine del nostro
ordinamento giuridico che è la certezza del diritto e la tutela dell’affidamento ed è in contrasto
altresì con le norme internazionali della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Inoltre è un
atto arbitrario del Governo senza l’intesa delle Regioni che si sono pronunciate su un testo
sostanzialmente da quello approvato dal Consiglio dei Ministri. Sono state inoltre violate le
prerogative parlamentari e, in particolare, la delega conferita al Governo. In altre parole il
governo ha adottato un testo con finalità opposte a quelle fissate dal Legislatore”, ha detto
Pietro Pacchione, consigliere delegato di APER, associazione che raccoglie 480 imprese
operanti nel settore delle rinnovabili.
“So che già molte migliaia di messaggi stanno arrivando al sito e ai fax del Quirinale per
chiedere di fermare oggi il decreto, prima che centinaia di piccole imprese vadano a gambe
all’aria: già numero istituti di credito hanno fatto sapere che in queste condizioni, i
finanziamenti necessari alle aziende e alle famiglie per installare un pannello fotovoltaico sono
stati bloccati. Non si può giocare con la vita 150.000 lavoratori”, ha dichiarato Massimo
Sapienza, presidente di Asso Energie Future in rappresentanza di 40 importanti aziende
che lavorano esclusivamente nell’ambito delle rinnovabili.
Secondo Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, associazione che raccoglie circa 90
imprese del settore, “la scelta del governo è stata irresponsabile, probabilmente non si rende
ancora conto delle conseguenze economiche e sociali. Il vuoto normativo nel quale ci troviamo
ha bloccato i cantieri in corso e quelli che stavano per partire. A breve si vedranno anche i
drammatici effetti sull’occupazione e sulle imprese, in primis quelle italiane. Il costo in bolletta
non giustifica un simile colpo di mano che non ha tenuto conto del parere delle camere. Gli
italiani pagano l’1,6% per il fotovoltaico contro l’8% dei tedeschi. Assosolare da mesi ha
dialogato bene con il governo e tantissimi senatori e parlamentari che oggi sono contrari a
quanto deliberato e farà valere le proprie ragioni nelle sedi opportune”.
Infine, Valerio Natalizia, presidente di Gifi ha chiarito che “il decreto come approvato
determina sin da subito effetti pesantemente negativi quali il ricorso immediato alla cassa
integrazione straordinaria (stimabile in oltre 10.000 unità direttamente impegnate nel settore),
il blocco degli investimenti per i prossimi mesi di oltre 40 MLD di euro, il blocco delle assunzioni
e la perdita di qualificati posti di lavoro. Inoltre subiranno un blocco immediato gli ordinativi
già in corso per un valore di circa 8 MLD di euro e i contratti già stipulati per circa 20 MLD di
euro. Tutti gli investitori nazionali ed internazionali si sono fermati attendendo la pubblicazione
di un nuovo sistema incentivante”.
Le Associazioni, riunite su un solo fronte nell’appello al Capo dello Stato affinchè non firmi il
decreto, viziato da diversi elementi di incostituzionalità, hanno inoltre confermato la volontà di
percorrere tutte le strade giuridiche e istituzionali per sensibilizzare sul tema i soggetti
decisori. Non escludono pertanto azioni legali direttamente presso le istituzioni europee.
Per ulteriori informazioni:
Claudia Abelli
Responsabile Comunicazione APER
Via Pergolesi 27, 20124 Milano
Tel. (+39) 02 / 6692 673 Fax (+39) 02 / 6749 0140
e-mail: claudia.abelli@aper.it

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