Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti : “In un contesto come il nostro è doveroso l’interesse verso tali malattie. Ѐ opportuno non intenderlo come uno spreco di risorse ma come un miglioramento d’uso di tali mezzi”
Roma, 28 febbraio 2011 – “Ritengo giusto che la medicina si occupi oltre che dell’emergenza anche della prevenzione, ugualmente per quanto riguarda le patologie rare e più complesse. Un sistema sanitario efficiente deve avere in se l’idea di un trattamento adeguato dell’ordinario e alla stessa maniera, la capacità di gestire le patologie meno diffuse”.
Commenta con queste parole Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, la celebrazione della : “Giornata mondiale delle malattie rare”. Occasione per ridestare l’attenzione dell’Europa sulle difficoltà incontrate da un numero di malati compreso tra i 24 e i 36 milioni, 1.500.000 in Italia, che devono affrontare, spesso senza adeguato sostegno, una delle 8.000 patologie infrequenti.
“In un contesto come il nostro – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – , è doveroso l’interesse verso tali malattie, le quali, pur essendo una minoranza, rappresentano purtroppo, per gli ammalati, anche un grave disagio psicosociale. Sovente chi è affetto da tali morbi , non dimentichiamo che il 50 % di questi è neurologico, inizia un percorso doloroso all’alba della sua esistenza che durerà fin quando ci sarà vita. Ѐ giusto che un sistema sanitario come il nostro, che si pone più o meno tra i primi 5, se ne occupi, fondamentale che abbia anche la possibilità di gestire patologie meno ordinarie”
Nello slogan di quest’anno :''Rari, ma uguali''è sintetizzato il messaggio che le famiglie dei pazienti auspicano passi sia mediaticamente sia socialmente. Sensibilizzando alla ricerca e , soprattutto ad una parità di trattamento, al fine di garantire medesima assistenza e speranza in tutte le regioni d’Italia.
“Deve essere un impegno della sanità – asserisce Caporale – , non un privilegio delle aziende private, attuando una solidarietà che bisogna avere come previsto dalla nostra Costituzione. Ѐ opportuno non intenderlo come uno spreco di risorse ma come un miglioramento d’uso di tali mezzi. La ricerca – conclude – è trainante e incoraggiante, almeno in questo non si può e non ci si deve risparmiare”.
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