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Quando, all'alba, la Polizia bussa alla tua porta, perquisisce la tua abitazione, ti sequestra il pc che contiene i tuoi dati personali. Non uno, ma tre, quattro, cinque uomini armati entrano nella tua casa, rovistano ovunque e non sai perché, non indovini neppure il motivo. E quando lo chiedi non ci credi. Pensi a un errore, una burla, ma sei entrato in un'altra realtà, non sei a “Scherzi a parte“, ma interprete protagonista del “Processo” di Kafka. Tu sei colpevole, giudicato da un mondo che sfugge alla tua logica. Un'entità sovrannaturale alla quale sei sottomesso dalla nascita. “Il tribunale non ti chiede nulla. Ti accoglie quando vieni, ti lascia andare quando vai“.
Intervista a Valeria Rossi, giornalista.
Voglio uccidere un alieno ( espandi | comprimi)
“Mi chiamo Valeria Rossi, faccio la giornalista da sempre praticamente, da più di 40 anni e sono stata per molto tempo lontana dalla mia città che è Savona, quando sono tornata a Savona ho desiderato e messo in pratica di fare un giornale provinciale e locale sulla mia città. Inizialmente l’ho fatto in edicola, poi le spese erano troppo alte per cui siamo passati on line e questo giornale si chiamava, al passato, Savonaeponente.com. Adesso è stato oscurato perché io nota terrorista basca o non so anziché di altra nazionalità, ho scritto un terrificante articolo dal titolo “Voglio ammazzare Berlusconi” e com’è noto quando uno vuole ammazzare qualcuno fa un titolo così lo mette sul suo giornale, su un sito italiano intestato a sé stesso, lo firma etc. e poi aspetta che lo vengano a arrestare. Ahimè il mio pezzo era assolutamente comico, era comunque satirico, era inserito nella categoria satira nel caso qualcuno non se ne accorgesse, c’era una foto di Berlusconi che avevo ritoccato in Photoshop facendogli gli occhioni così da alieno e era insomma palesemente uno scherzo, una sciocchezza. Veramente una sciocchezza perché tra l’altro non aveva neanche questi grandi contenuti per cui oggi io mi trovo a non poter nemmeno dire sto difendo la libertà di espressione di stampa, perché sto difendendo una sciocchezza, è una cosa, veramente è un gioco, uno scherzo.
Che è successo? Che io ho pubblicato questa cosina qua il 4 febbraio e il 12 febbraio, sabato pomeriggio, mi sento suonare alla porta, alzo lo spioncino e mi vedo tutto il pianerottolo invaso di teste, al che ho fatto un balzo indietro e dico chi è e di là: “la questura”, con questo tono qua, “oddio” – dico – “cos’è successo?. Per fortuna eravamo tutti a casa sennò mi veniva un coccolone perché quando ti vedi arrivare gente a quell’ora lì, tanti così come minimo pensi che sia successo una tragedia che ha coinvolto un tuo familiare.
Quindi cuore in gola apro e vedo ulteriori teste che escono dalle scale, dall’ascensore, dico: “ma cos’è? L’esercito, quanti siete?” “Abbiamo una notifica.” Li porto in cucina, mi fate vedere cosa cavolo è successo perché ero veramente a quel punto lì non capivo se ridere o se piangere, non capivo se era uno scherzo, se era una cosa seria. Mi tirano fuori l’incriminato articolo fotocopiato naturalmente: “è per questa cosa qua che ha scritto”. Io guardo, “per quella? Naaa non ci credo è uno scherzo, tirate fuori la candid camera”; di tutto ho pensato tranne che potesse essere veramente quella la causa.
I “fondati motivi” ( espandi | comprimi)
A quel punto, assodato che era tutto vero, anche se incredibile, io chiedo di cosa fossi accusata, non so di lesa maestà perché non capivo veramente quale potesse essere il problema. E mi hanno detto che gli articoli del Codice Penale per cui erano venuti erano quelli che riguardavano minacce, diffamazione aggravata e istigazione a delinquere,cioè tutte sciocchezzuole per cui uno casca secco per terra insomma. Non riesco ancora a spiegarmelo per quale motivo un articolo satirico, per quanto potesse essere un pochino sopra le righe, anzi lo era molto a posta, perché partire con la drammaticità “voglio ammazzare Berlusconi” e iniziare l’articolo con “io sono una persona pacifista”, che peraltro è verissimo, non ho mai fatto male a una mosca però ho capito che questo lo voglio proprio ammazzare serviva a attirare l’interesse del lettore che doveva pensare chi è questa? Una pazza fanatica e poi si scopriva tutto il lato comico, cioè che io lo volevo ammazzare perché pensavo che fosse, pensavo, avevo le prove sicure che fosse un alieno che aveva ipnotizzato mezza Italia e tutta una serie di sciocchezze proprio deliranti, ma nel senso che era voluta l’iperbole proprio per rendere di più, più comica, più umoristica la cosa.
Qualcuno effettivamente non deve averla presa esattamente così tant’è vero che ci hanno smontato tutto, perquisita tutta la casa alla ricerca di armi perché sul decreto di perquisizione locale e personale, devo dire che sono stati anche gentili questi signori, poi la personale non l’hanno fatta, hanno capito benissimo la situazione, c’era però scritto “vi è fondato motivo di ritenere – “fondato motivo” – che nell’abitazione e in qualunque altro luogo chiuso nella disponibilità della sopra indicata persona, nelle autovetture di sua disponibilità nonché sulla sua persona, possano rinvenirsi armi da fuoco o eventualmente altri oggetti fonte di prova per il reato de quo”. Tra questi purtroppo c’erano i personal computer, giustamente era un articolo che ho scritto con il computer e quindi quella era un’arma del delitto. Le armi da fuoco però di nuovo hanno suscitato la mia totale ilarità, a questo punto proprio ho riso, ho detto: “io, armi da fuoco? No scusate, non ci posso credere.”
Il fucile da caccia ( espandi | comprimi)
Allora mi dicono guardi che lei risulta proprietaria di un fucile, dico prego?!!! Quando?! Dove?! Come?! Perché?! In realtà io avevo ereditato nel 1986 alla morte di mio papà avevo ereditato il suo fucile da caccia perché quello sciagurato uomo andava a caccia, io che sono contraria, fortissimamente contraria alla caccia e ai cacciatori e ai fucili avevo dato disposizione di togliermelo dai piedi prima che io potessi rientrare in casa di mio padre. Quindi mio papà è morto, abbiamo fatto il funerale, due giorni dopo io sono andata a casa sua e il fucile era già stato ceduto.
Alla Digos di Savona la cosa è risultata immediatamente, ci hanno messo dieci minuti per sapere nome, cognome e indirizzo della persona che aveva questo fucile, mentre a Bologna a quanto pare risultava ancora intestato a me o comunque in mio possesso.
La cosa tutto sommato più assurda è che io mi ritrovo così e va bene, mi sta anche bene, io ho fatto una sciocchezza probabilmente a non rendermi conto che in questo momento storico, chiamiamolo come vogliamo, dire “voglio ammazzare Berlusconi” può essere preso comunque un attentato, si tratta di attentato, anche quando lo si fa in tono scherzoso. Mio figlio che è uno sciaguratissimo programmatore che veramente non ha mai avuto nulla a che fare, né con l’articolo né con il mio giornale perché non ci collabora, lui fa il suo mestiere, si è visto portare via tutto il suo materiale anche perché io avevo un computer, punto, io con un computer lavoro. Tutto il resto che hanno portato via è roba di mio figlio che aveva delle consegne urgenti da fare ai suoi clienti, che a loro volta hanno altri clienti a cui devono render conto, una persona non indagata neanche citata nei verbali, nei decreti etc., che proprio non aveva nulla a che fare con i fatti è stata spogliata di tutto quello che è il suo lavoro, i suoi mezzi di sostentamento, senza contare il danno che questo gli procurerà perché chiaramente i suoi clienti non saranno così entusiasti di questo personaggio figlio di terrorista feroce che si fa arrivare la Digos in casa e gli portano via i loro files e i loro programmi!
La storia praticamente è questa, ogni commento è da lasciare all’immaginazione di chi l’ascolta, l’unica cosa che posso ancora aggiungere è che è partita immediatamente un’Ansa e poi più sul tardi anche un’Agicom addirittura in cui si parla di una blogger savonese, VR che sa molto di misterioso, sono anche stati carini magari a non dire il mio nome ma io non ho nulla da nascondere, che ha fatto questo articolo in cui addirittura dipingeva il nostro premier come un alieno e poi hanno riportato l’incipit di questo articolo che diceva appunto “io sono una persona sommamente pacificista, non ho mai fatto male a nessuno, non ho mai augurato il male a nessuno ma adesso mi rendo conto, dal profondo del cuore, che voglio uccidere Berlusconi”. Punto, a quel punto lì uno dice questa è una pazza, per cui qualche giornale, indovinate quali, hanno cavalcato tranquillamente la cosa dicendo la pazza furiosa savonese ha messo su un blog apposta per ammazzare Berlusconi, convinta che sia un alieno. Mentre devo dire fortunatamente, come quasi sempre accade, la Rete è stata molto più civilizzata nel senso che in tanti hanno telefonato, sono venuti, mi hanno chiesto comunque come erano andate le cose, hanno quanto meno letto l’articolo e quindi hanno trattato la cosa per quella che era insomma, una scemenza scritta a scopo satirico è stata trasformata in un caso di stato, che è finito addirittura su Canale 5, sul Tg5 c’è questa blogger savonese che vede Berlusconi come un alieno, mamma che paura! E io direi che è proprio tutto qua!”
P.S. A seguito delle dichiarazioni e degli atteggiamenti totalmente contrari ai principi del Movimento 5 Stelle che il consigliere di Voghera Francesco Rubiconto sta adottando, da questo momento è diffidato dal fare dichiarazioni a nome del Movimento 5 Stelle di cui non fa più parte.
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