I 250 mila euro a Benigni? Guai a dire che i cachet debbano essere egualitari
di Giampiero Mughini
Vorrei farvi una domanda semplice semplice. A proposito delle retribuzioni particolarmente alte di quelli che sono al top delle loro rispettive professioni, e tanto più quando queste professioni hanno un forte contenuto massmediatico e spettacolare. Ultimamente s’è parlato molto polemicamente dell’altissima retribuzione (tutto compreso) di Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat, e qualcuno l’ha messa a paragone con i 1300 euro mensili che arriva a guadagnare (quando ci arriva) un operaio dell’azienda torinese.Per passare a un altro ramo professionale, lo sapevate che il brasiliano Ronaldo, di certo uno dei più grandi giocatori di calcio dell’era moderna, ha chiuso la sua carriera dopo avere guadagnato oltre 250 milioni di dollari? L’ultimo caso è quello di Roberto Benigni, il popolarissimo showman che secondo alcuni ha incassato 250mila euro per il suo exploit sanremese e secondo altri addirittura il doppio. Siccome di questo non v’è certezza, per comodità di ragionamento facciamo che ne abbia presi 250mila.Ebbene, secondo voi è stato pagato per come meritava la sua prestazione oppure è stato strapagato e questo non va bene affatto? Vi faccio questa domanda dopo aver letto su un blog il parere di uno che ingiuriava Benigni colpevole di star guadagnando molto più di quanto non guadagni sua madre, la madre dell’“opinionista” intendo.Vi dico subito qual è il mio parere. Che la prestazione di Benigni a Sanremo sia stata eccezionale, una sorta di apoteosi della sua carriera. Ovvio che quel video in cui lui finisce per cantare meravigliosamente l’Inno di Mameli vorrei se lo guardassero una volta nella vita tutti gli italiani, a capire che cos’è stata la lotta per l’Unità d’Italia e quale il prezzo pagato da tanti perché noi potessimo dirci italiani.Aggiungo: se è vero che Monica Bellucci, per essersi seduta su una poltrona del palco sanremese a rispondere banalmente a quattro domande stupidissime, ha preso 300mila euro, allora al confronto Benigni è stato pagato poco. E per ultimo, siete d’accordo o no che Benigni dovesse essere pagato dieci o venti volte le due ragazze che in tutto e per tutto erano montate su tacchi stratosferici a leggere sul “gobbo” i nomi e i cognomi dei cantanti che stavano presentando?Ma non voglio influenzare le vostre risposte. Spero soltanto che nessuno di voi risponda che le paghe debbano essere egualitarie, euro più euro meno. Sarebbe un negare la realtà del talento, dello spettacolo, della comunicazione massmediatica. Ogni volta che Benigni compare sul piccolo schermo ipnotizza spettatori a milioni e milioni. Un altro al posto suo non ci riuscirebbe, e ne cambiano sostanzialmente le parcelle degli spot pubblicitari che la Rai collega a quegli interventi. Leggo che il Robert De Niro che s’è seduto anche lui su una poltrona del palco sanremese non ha preso una lira, e ci mancherebbe altro da quanto è stato nullo.Il talento non è acqua, la costruzione di un monologo di 50 minuti esattissimo in ogni suo riferimento e allusione e citazione è un exploit da far accapponare la pelle. E per non parlare di chi impreca contro l’alta retribuzione di Benigni per motivi politici, perché il toscanaccio ce l’ha a morte con Silvio Berlusconi. Potete non essere d’accordo, ma quello è un suo diritto (da usare con grazia quando si va nella casa di tutti gli italiani che è la tv pubblica).E comunque, ripeto, siete voi che dovete dire la vostra. Vi leggerò con piacere. Non è indispensabile che chi non è d’accordo con me mi riempia di insulti. Sto pensando alla simpatica “Giovanna”, una che a proposito della mia ultima rubrica su Tiscali mi ha definito “coso”, “pervertito” e “giornalaio”. Le prime due connotazioni le accetto senz’altro da quanto sono acute e raffinate, ma perché mai lei trova insultante il mestiere di “giornalaio”, il mestiere di quella santa gente che si alza alle 5.30 del mattino pur di farci trovare i giornali al mattino nella loro edicola?