Un leader indiscusso

di Luca Bagatin

Un centinaio di anni fa, ovvero il 6 febbraio del 1911, nacque Ronald Reagan: ex attore di successo e indiscusso leader – dalle umili origini famigliari – del Republican Party of America, nonché quarantesimo presidente degli Stati Uniti (1981 – 1989). Reagan, per chi ha un’indole liberale e libertaria anche in economia, non può non essere considerato un autentico politico rivoluzionario del suo tempo. Egli ebbe, nella sua carriera politica, due grandi nemici: il comunismo internazionale e la lotta alla pressione fiscale. In entrambi i casi ne uscì vincitore. Il comunismo sovietico, infatti, collassò alla fine del suo mandato e, per quanto concerne la lotta alla pressione fiscale, Reagan, coadiuvato dall’economista Arthur Laffer, riuscì a ridurre le imposte del 25% in quattro anni. E Laffer, infatti, fu il primo economista a dimostrare (con la sua celebre ‘curva di Laffer’) come le aliquote uniche, o flat tax, siano il miglior sistema per garantire maggiori entrate fiscali per mezzo di un prevedibile aumento dell’attività economica e, al contempo, il maggior antidoto all’evasione fiscale. Pochissimi sono infine a conoscenza del fatto che Reagan, pur lungi dall’essere un paladino dei diritti civili incassò, per la sua indole antistatalista, il consenso di Gene McCartney, leader della cosiddetta ‘Nuova Sinistra’ libertaria negli anni ‘70 e di Eldridge Cleaver, leader delle Pantere Nere. Chissà se magari oggi anche in Italia avessimo un Ronald Reagan capace di ridurre la spesa pubblica improduttiva e di introdurre la flat tax: la crisi economica sarebbe un tantino arginata. Lo attendevamo negli anni ‘90 e, invece, con l’avvento di Tangentopoli, del giustizialismo, del cattocomunismo e del ‘berlusconismo’, abbiamo assistito a tutt’altra musica. La rivoluzione liberale, purtroppo, qui da noi dovrà attendere.

(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

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