La nostra Costituzione demanda al Parlamento il compito di “fare le leggi”, compresa la fondamentale “legge di bilancio” che definisce gli indirizzi di gestione della spesa pubblica. Al governo è invece demandato il compito di dare esecuzione alle leggi del Parlamento. Solo in casi straordinari di necessità e urgenza il governo può emanare provvedimenti provvisori (i decreti legge) che, entro 60 giorni, devono essere approvati dal Parlamento.
Sembra tutto chiaro. Ma invece il governo ha di fatto esautorato il ruolo del Parlamento abusando dei Decreti Legge (ne sono stati emanati 71), larga parte dei quali è stata approvata da un solo ramo del Parlamento, blindandoli poi nell’altro, con il ricorso al voto di fiducia.
Si è detto che di fatto la cosa non era così grave poiché molti ritengono che la Costituzione vada riformata nel senso del Monocameralismo, trasformando il Senato in Senato federale, lasciando alla sola Camera la funzione di “fare le leggi”.
Mai tuttavia si era arrivati all’estremo così come avverrà per il “Milleproroghe”. Vi sono delle parti, tutt’altro che marginali (ad esempio gli interventi a favore delle banche e la riforma della tassazione dei Fondi Comuni) che sono state inserite nel Maxi-emendamento sul quale il governo ha posto la fiducia al Senato e che le competenti Commissioni del Senato non avevano neppure visto.
Poiché alla Camera si andrà direttamente al voto di fiducia senza passare dall’approvazione da parte delle Commissioni competenti, ciò significa che quelle parti diventeranno legge senza essere mai state esaminate dal Parlamento.
E’ un vero e proprio stupro alla Costituzione!
Altrettanto grave è lo sfregio al presidente della Repubblica. Napolitano aveva controfirmato un decreto ed ora dovrà decidere se controfirmare una legge di conversione di quel decreto che risulta largamente cambiato rispetto al testo originario e per di più con delle parti che, come detto, non sono neppure state votate né dalla Camera né dal Senato.
E’ davvero il punto più basso del degrado istituzionale!