C’era una donna, 15 secoli fa ad Alessandria d’Egitto, il cui nome era Ipazia. Fu matematica e astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento. Fu bellissima e amata dai suoi discepoli, pur respingendoli sempre. Fu fonte di scandalo e oracolo di moderazione. La sua femminile eminenza accese l’invidia del vescovo Cirillo, che ne provoco la morte, e la fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi, che la fecero rivivere. Fu celebrata e idealizzata, ma anche mistificata e fraintesa. Della sua vita si è detto di tutto, ma ancora di più della sua morte. Fu aggredita, denudata, dilaniata. Il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. A farlo furono fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo. Perche? Per la prima volta, con rigore filologico e storiografico e grande abilita narrativa, Silvia Ronchey ricostruisce in tutti i suoi aspetti l’avventura esistenziale e intellettuale di Ipazia, inserendola nella realtà culturale e sociale del mondo tardoantico, sullo sfondo del tumultuoso passaggio di consegne tra il paganesimo e il cristianesimo. Nel libro “Ipazia. La vera storia” (edito da Rizzoli, 2010), la Rochey, professore di Filologia classica e Civilta bizantina all’Università di Siena, partendo dalle testimonianze antiche, ci restituisce la vera e sfolgorante immagine di questa donna che mai dall’antichità ha smesso di far parlare di se e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie di ogni tempo e orientamento. Perche da sempre e ancora oggi Ipazia affascina chi, come lei, e alla ricerca della verità e vive nella liberta. Silvia Ronchey, sempre per Rizzoli, ha pubblicato L’enigma di Piero (2006) con cui ha vinto il Premio Elsa Morante. Fra gli altri suoi successi recenti: Il guscio della tartaruga (Nottetempo 2009) e Il romanzo di Costantinopoli (Einaudi 2010). Questo libro, ci restituisce la verità sulla filosofa del V secolo, uccisa dal fanatismo dei cristiani e diventata un’icona della resistenza a ogni integralismo, con un profondo lavoro sui documenti, che, come ha scritto Umberto Eco, ci racconta una storia vera, che risulta non meno affascinante delle leggende.