Al via il processo Rostagno. In cerca della verità 

Dopo ventidue anni si apre oggi in Corte d’Assise a Trapani il processo per l’uccisione di Mauro Rostagno. Gli imputati sono il presunto killer Vito Mazzara e il boss Vincenzo Virga, indicato come il mandante dell’agguato avvenuto nel settembre 1988, quando nella frazione Leni il sociologo-giornalista venne crivellato dalle fucilate di un commando. In compagnia della segretaria, Monica Serra, rimasta illesa, aveva appena lasciato gli studi dell’emittente privata Rtc dove lavorava. L’associazione “Ciao Mauro” ha lamentato scarsa attenzione da parte delle istituzioni siciliane, in primis della Regione colpevole di non essersi costituita parte civile. Il governatore Raffaele Lombardo ha però replicato a stretto giro di posta: “La costituzione della Regione siciliana quale parte civile è un fatto automatico in processi come quello per l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno. Lo stabilisce una legge regionale, ed esattamente l’articolo 4 della legge 15 del 20 novembre 2008, più nota come legge regionale per il contrasto alla criminalità organizzata”. L’automatismo, però, si dev’essere inceppato: “Verificheremo dove la macchina amministrativa si sia inceppata ed interverremo per garantire la formalizzazione di questa costituzione di parte civile nel processo Rostagno”, conclude Lombardo.

Il processo s’avvia dopo due decenni di mistificazioni e depistaggi. Dal giorno della sua morte, benché il capo della squadra mobile Calogero Germanà avesse da subito indicato la pista mafiosa, si è lavorato su diverse ipotesi investigative: dal presunto interesse di Lotta Continua a eliminarlo in quanto al corrente degli autori del delitto del commissario Calabresi, alla pista interna secondo cui Rostagno sarebbe stato ucciso per aver scoperto un traffico di droga nella comunità di recupero “Saman”, che allora dirigeva. Si è dovuto attendere il passaggio del fascicolo alla procura di Palermo, nel 1998, perché venisse valutata seriamente la pista mafiosa, grazie anche alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia del calibro di Siino, Brusca, Sinacori, Milazzo. Pista oggi accertata grazie alla perizia balistica, realizzata nell’aprile 2008, che ha portato nel maggio 2009 alla disposizione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del killer Vito Mazzara (poi revocata) e del boss Vincenzo Virga, presunto mandante dell’omicidio.

Sulla scena dell’omicidio Rostagno potrebbe essere comparso anche Matteo Messina Denaro, il padrino di Cosa nostra tutt’ora latitante. E’ un sospetto che aleggia da tempo sulle indagini per il delitto del giornalista. Uno dei tanti che avvolgono la vicenda Rostagno e che viene oggi portata alla luce da Fabrizio Feo, autore del libro “Matteo Messina Denaro, la Mafia del Camaleonte”, in questi giorni in libreria, scritto per i tipi della Rubbettino. Un interrogativo in più per una ‘storia sbagliata’, su cui da oggi si cercherà di fare chiarezza.

(m.zol)

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: