Simone Righi condannato a 4 anni e 6 mesi in Spagna

La sentenza del Tribunale Provinciale di Cadice è stata resa pubblica ieri. Applicata la legge senza nessuna attenuante. Verrà presentato il ricorso al Tribunale Supremo spagnolo.

La avventura spagnola di Simone Righi e Jo Fiori non è finita. Il tribunale di Cadice ha emesso il verdetto condannando il nostro connazionale a 4 anni e sei mesi di carcere, al pagamento di varie multe per danni e alla metà delle spese legali sostenute dal comune di Cadice. Leggendo la sentenza del tribunale risulta chiaramente che le testimonianze a suo favore non sono state prese in considerazione, mentre invece sono state accettate senza nessuna ombra di dubbio tutte quelle rilasciate dai testimoni a favore del Sindaco di Cadice Teofila Martinez e dalle forze dell'ordine intervenute prima e dopo l'arresto.

La storia inizia nel settembre del 2007 quando Simone Righi e Jo Fiori, turisti in Spagna, lasciano i loro tre cani in un doghotel a pagamento di Puerto Real, cittadina della provincia di Cadice. Dopo tre giorni quando vanno a recuperare le loro mascotte si trovano davanti una situazione inaspettatata e agghiacciante. I loro tre cani sono stati eliminati per errore, due incinerati e la terza congelata in attesa di fare la stessa fine.

Quando chiamano la polizia per sporgere denuncia scoprono che quello stesso doghotel era usato anche come canile per la eliminazione di animali randagi. Ma la cosa più grave che sullo stesso canile da anni pendevano denuncie di associazioni animaliste spagnole per maltrattamenti e abusi nella eliminazione degli animali. Sopratutto mediante la utilizzazione di sistemi non conformi alle leggi spagnole, con la utilizzazione indiscriminata di un paralizzante muscolare chiamato MIOFLEX, proibito per questi usi.

Nei giorni successivi una associazione animalista convocava una manifestazione, autorizzata e legale, per richiedere la chiusura del canile-lager. Durante la stessa, che coincideva con una ricorrenza religiosa della citta di Cadice, i manifestanti, oltre 2000 persone tra cui Simone Righi e Jo Fiori che partecipavano come invitati, si dirigevano verso la cattedrale della città per ottenere un appoggio dalle autorità li presenti alla chiusura del canile.

Quello che successe poi è nelle cronache, tafferugli tra manifestanti e i consiglieri comunali, increpazioni e insulti verso i politici che con la loro inadempienza e forse complicità avevano per anni accettato i metodi e le illegalità che si realizzavano nel canile. Infine Simone viene identificato come potenziale agressore del Sindaco e arrestato con una incomprensibile durezza e violenza da parte delle forze dell'ordine. Dopo tre anni il tribunale ha ritenuto veritiero e dimostrato l'avvenuto tentativo di agressione da parte dell'accusato Simone Righi nei confronti del Sindaco di Cadice Teofila Martinez, ritenendo non vere e insufficienti tutte le prove e testimonianze apportate dalla difesa che dimostravano l'esatto contrario.

Una doccia fredda per l'accusato e la sua compagna Jo Fiori. Il processo concluso la settimana scorsa a Cadice aveva alimentato le speranze di Simone Righi per una sentenza di assoluzione, considerando che tutte le testimonianze rese sia dal Sindaco che dalle forze dell'ordine implicate nell'arresto erano incorse in numerose contraddizioni e “non ricordo” nelle loro risposte alle pressanti domande sia della avvocato della accusa che della difesa.

Di poco sono servite le testimonianze dei cittadini, testimoni presenziali dei fatti e chiamati a dichiarare dalla difesa, che coincidevano a suo favore, tra cui quella una giornalista del quotidiano “VOZ DE CADIZ” che per motivi professionali seguiva la manifestazione e quindi da molto vicino e con attenzione i movimenti dei due italiani che erano notizia per i fatti accaduti, giorni prima della manifestazione, nel canile di Puerto Real e che, sotto giuramento e senza tentennamenti, dichiarava di non aver visto in nessum momento un atteggiamento aggressivo da parte di Simone Righi nei confronti del sindaco di Cadice ne contro nessun rappresentante dell'ordine pubblico.

Tutti i testimoni hanno coinciso che Simone solo gridava a squarciagola la sua tristezza e indignazione per la perdita dei suoi tre cani, mostrando con le sue mani e con le braccia alzate le loro foto.

A nulla sono servite le azioni intrapprese dalle autorita diplomatiche italiane e a nulla sono servite le 10,103 firme raccolte nelle reti sociali in appoggio alla causa di Simone.

Oggi la Spagna ha aggiunto alla sua storia democratica recente un nuovo grave errore giudiziario e ha dimostrato la incapacità di risolvere con eleganza una causa che mai sarebbe dovuta arrivare fino a questo punto. La Spagna delle libertà, dei matrimoni omosessuali, della difesa dell'aborto, della difesa delle donne e contro la violenza di genere, ha perso la migliore opportunità per dimostrare che ancora oggi nelle sue leggi il franchismo non è di casa.

La sentenza di condanna nei dettagli:

– 4 ANNI E SEI MESI DI PRIGIONE COME AUTORE DI UN “DELITTO DI ATTENTATO” E UNA MULTA DI 6 EURO GIORNALIERI PER 6 MESI.
– 6 MESI DI PRIGIONE PER “RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE”.
– 4 PENE CON MULTA DI 30 GIORNI A 6 EURO GIORNALIERI CON ARRESTO SOSTITUTIVO IN CASO DI NON PAGAMENTO PER “LESIONI VOLONTARIE”.
– INDENNIZZI PER LESIONI VOLONTARIE:
500€ PER L'AGENTE 105.793
48€ ALL'AGENTE 11.173
84€ ALL'AGENTE 11.626

– PAGAMENTO DELLA META' DEI COSTI DEL TRIBUNALE, INCLUSI QUELLI DELL'AVVOCATO DELL'ACCUSA.

Il capo di imputazione per “DELITTO DI ATTENTATO” sul vicesindaco Ignacio Romaní è stato cassato in quanto si trovava nella traiettoria di Simone Righi quando, secondo il tribunale, cercava di aggredire il Sindaco Teofila Martinez.

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