"O portiamo a casa il federalismo o c’è il rischio che salti tutto"

Federalismo al voto in bicamerale, Bossi: “O passa oppure si va alle elezioni”

Parole di Umberto Bossi alla vigilia del voto sul federalismo municipale in commissione bicamerale. Il leader della Lega ha incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in in vertice a Palazzo Grazioli, anche per mettere a punto una strategia nel caso il voto dichiarasse la sostanziale parità tra maggioranza e opposizione. Il senatùr non vuole sentire ragioni e parla di fine della maggioranza e del governo nel caso in cui il provvedimento non passasse.L'apertura di Calderoli – L'ultima concessione in ordine di tempo fatta dalla maggioranza, e in particolare dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, sul provvedimento al voto in bicamerale riguarda l'ipotesi di compartecipazione dei Comuni all'Iva. La misura scatterebbe a partire dal 2014, mentre la quota Irpef ai Comuni scatterebbe già da quest'anno. Nelle ultime ore si è configurata una situazione di parità fra maggioranza e opposizione, i voti sono 15 per parte e sarà decisivo quello di Mario Baldassarri di Futuro e Libertà. Pierluigi Bersani, leader del Pd, incassato il no a questo disegno di federalismo da parte del Terzo Polo, ha messo in chiaro che in caso di pareggio “il governo deve dare le dimissioni”. Ma l'esecutivo guidato da Berlusconi pare intenzionato a varare in ogni caso il provvedimento.Valutazioni divergenti – Restano tutti da vedere, però, i passi formali che porteranno all'emanazione del decreto. Le interpretazioni sono divergenti: per il presidente della Bicamerale Enrico La Loggia, il risultato di pareggio porta alla non espressione di alcun parere, e dunque il governo può emanare il decreto senza neanche passare dalle Camere per la relazione prevista invece in caso di mancato adeguamento al parere della Commissione. Per le opposizioni però, in questo caso il governo sarebbe costretto a tornare al testo originale, senza le modifiche che sarebbero state apportate con il parere. Ovvero salterebbero anche i cambiamenti concordati con l'Anci che hanno portato al sì dei sindaci. Una parola definitiva su questo arriverà domani, con il parere dei presidenti di Camera e Senato chiesto da La Loggia. Fini e Schifani si esprimeranno solo dopo il voto della Bicamerale, ma secondo indiscrezioni il presidente di Montecitorio propenderebbe per l'obbligo di tornare al testo originale licenziato in Consiglio dei Ministri. E in quel caso, se il governo volesse confrmare le modifiche, dovrebbe ripartire con tutto l'iter approvando un nuovo decreto in Cdm.Il no di Tremonti – A rendere più difficoltoso il voto sul federalismo è arrivata la risposta del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Il quale, durante il vertice a Palazzo Grazioli, ha ribadito a Berlusconi che non ci sono soldi in cassa, non esistono risorse da permettere di accogliere gli emendamenti proposti dall'opposizione e dagli uomini di Fli, Baldassarri in testa: “Ci costerebbero miliardi di euro, siete matti?” ha ribattuto Tremonti, gelando il Cavaliere.03 febbraio 2011Redazione Tiscali

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