Arrivederci Roma, abbiamo visto in internet l’Ostello

Era il 2 ottobre del 2008, occhio alla data, il giornale titolava così: L’ostello della gioventù del Foro Italico rischia di scomparire: “…Lunedì prossimo scadrà il contratto di affitto dell’unica struttura di questo tipo presente nella capitale, ospitata da quarant’anni nell’ex foresteria sud del Parco del Foro Italico, in viale delle Olimpiadi 61…Mediamente ospita circa 90mila visitatori l’anno, l’85 per cento provenienti dall’estero e il 15 per cento dall’Italia…”
Cosa pensate che succeda nei giorni della Merla del 2011, a Roma, capitale d’Italia, caput Mundi? Chiuso l’unico Ostello della Gioventù a Roma. La notizia è sinistra, anche se a sinistra, come sulla Repubblica nell’ottobre del 2010 si parlava di Appello al Comune: “L’ostello in fallimento”, e all’amministrazione Alemanno… E per questo ho messo quanto venne riportato, da parte avversa, a destra per la sinistra…e viceversa.

Ma non avevo già detto a novembre del 2010, Mamma non son tanto felice, sgomberano la Liberazione? Chiude il Museo della Liberazione, ex carcere nazista di via Tasso.

Chiunque prima o poi ci si accatta, troverà un paese addormentato tra le cupole in tutti i sensi: il Colpo Grosso è già stato fatto, anche lo Spogliamoci insieme… Finanche il più riposto paese europeo, sa quanto faccia commercio la cultura e lo scambio tra i giovani: la cultura produce lavoro, come il movimento delle genti e non solo affamate. E dove dovrebbero andare ad alloggiare e di grazia, le leggiadre gioventù nullafacenti in viaggio, magari con lo zaino in spalla e magari quando fa freddo, a Roma? Consigliereste a una figlia o un figlio che fa lo stesso, un soggiorno in un parco romano, oppure a casa di sconosciuti, oppure che ci stia una settimana che tanto basta e avanza per quei quattro sassi da vedere a Roma?

Eccoce Roma!

Sono stata proprio ieri a un recital di una giovane amica cantautrice,Giulia Anania, a due passi da quell’Ostello della Gioventù, vicino a dove sona nata e vissuta per anni, all’Auditorium Parco della Musica, quello che i cartelli li vedi pure a 50 km da Roma, lo conoscono tutti. Bene, lì c’era la Generazione X, quella che mi ci è voluto internet per capire che cos’è: Generazione X è una locuzione diffusa nel mondo occidentale per descrivere l’insieme di coloro che sono nati approssimativamente tra il 1965 e il 1980 e segue alla generazione del baby boom. Comunque i confini demografici esatti della Generazione X non sono ben definiti, e dipendono di volta in volta da chi usa questa parola, dove e quando… Una “generazione invisibile”, piccola, inserita nella ricostruzione attuata dai figli del Baby Boom, che gli valse il titolo di “X”, a rappresentare la mancanza di un’identità sociale definita…Una volta giovani adulti, la Generazione X raccolse l’attenzione dei media tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, guadagnando la reputazione stereotipata di apatici, cinici, senza valori o affetti.In aggiunta, la Generazione X è conosciuta come una delle generazioni più intraprendenti e tecnologiche della storia americana ed europea, e a loro si deve in gran parte l’espansione di Internet. Amazon, Google, Yahoo, MySpace, Dell, e infinite altre aziende tecnologiche miliardarie furono fondate da coetanei appartenenti alla Generazione X. La stessa Wikipedia nasce per iniziativa di persone di questa generazione.La Generazione X vive spesso in uno stato di precarietà lavorativa. I suoi appartenenti sono cresciuti nella deindustrializzazione del mondo occidentale, hanno vissuto la recessione economica dei primi anni Novanta e del 2000, e hanno visto ridursi le possibilità di ottenere un impiego a tempo indeterminato, sostituiti con contratti flessibili. Non considerano più un impiego come garantito, come facevano i loro genitori, né considerano un licenziamento o la disoccupazione come una catastrofe.”

Non resta che da ricordare alla nuova e vecchia generazione una musica in cui si diceva Arrivederci Roma…“T’invidio, turista che arrivi, t’imbevi de Fori e de scavi, poi tutto d’un colpo te trovi Fontana de Trevi tutta per te! Ce sta ‘na leggenda romana legata a ‘sta vecchia fontana per cui se ce butti un soldino costringi il destino a fatte tornà . E mentre er soldo bacia er fontanone la tua canzone in fondo è questa qua! Arrivederci, Roma… good bye… au revoir…



Doriana Goracci

“Si ritrova a pranzo a Squarciarelli fettuccine e vino dei Castelli come ai tempi belli che Pinelli immortalò! Arrivederci Roma… good bye… au revoir… Si rivede a spasso in carrozzella e ripensa a quella “ciumachella” ch’era tanto bella e che gli ha detto sempre “no!” Stasera la vecchia fontana racconta alla solita luna la storia vicina e lontana di quella inglesina col naso all’insù. Io proprio qui l’ho incontrata e qui, proprio qui l’ho baciata. Lei qui con la voce smarrita m’ha detto: “E’ finita, ritorno lassù!” Ma prima di partire l’inglesina buttò la monetina e sussurrò: Arrivederci Roma… good bye… au revoir… Voglio ritornar a via Margutta, voglio rivedere la soffitta dove m’hai tenuta stretta stretta in braccio a te! Arrivederci Roma… Non so scordarti piu’… Porto in Inghilterra i tuoi tramonti, porto a Londra Trinità dei Monti porto nel mio cuore i giuramenti e gli “I love you!” Arrivederci Roma!”

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