Maroni fa entrare 100.000 stranieri: non ce ne era bisogno!

Da oggi con un clic in internet si aprono le operazioni che permetteranno a 100.000 extracomunitari di entrare in Italia a tempo indeterminato. Con l’accondiscendenza della Lega Nord, sempre più “Roma poltrona”, interessata a far approvare qualunque legge o decreto, purché porti il titolo di federalismo: poco importa se poi i contenuti sono tutt’altro e fanno magari aumentare le tasse dei cittadini in sede locale. Pur di ottenere un “pezzo di carta” privo di valore la Lega Nord ora sacrifica anche i problemi legati all’ingresso di nuovi stranieri. C’era davvero bisogno di nuovi 100.000 extracomunitari?
Da due anni la crisi che ha colpito duramente il nostro Paese ha falcidiato centinaia di migliaia di posti di lavoro. Secondo la Fondazione Leone Moressa, che ha studiato le dinamiche occupazionali degli stranieri in Italia nell’ultimo biennio, i disoccupati stranieri nel nostro Paese sono oltre 235.000 e rappresentano il 12,6% di tutti i senza lavoro. Ma nel corso dell’ultimo biennio, in seguito alla crisi economica, il numero è salito di oltre 95.000 unità. Tra tutti coloro che hanno perso il lavoro in seguito alla crisi economica, il 28,4% (ossia un 1 su 4) è un cittadino straniero. Gli stranieri che hanno perso il lavoro rischiano fortemente di diventare “irregolari” perché lo stato di “occupato” è necessario per aver diritto al “permesso di soggiorno”.
D’altro lato è di pochi giorni fa la notizia sulla disoccupazione giovanile che fa registrare un dato davvero preoccupante: un terzo dei nostri giovani non riesce a trovare lavoro.
In questa situazione che ci fa fare un salto indietro di anni è dunque probabile che nei prossimi mesi si assista ad una dura competizione tra extracomunitari irregolari, extracomunitari regolari ma disoccupati, giovani italiani in cerca di occupazione e italiani adulti disoccupati.
Sempre secondo la Fondazione Moressa dal 2007 al 2009 a causa della crisi il numero stranieri che si sono iscritti all'anagrafe dall'estero e' diminuito di 108 mila unita' (pari al -21,1%), mentre e' aumentato del 58,8% il numero di stranieri che si sono cancellati dai registri anagrafici per andare via dall'Italia.
Ha senso in una siffatta situazione permettere l’ingresso a nuovi 100.000 stranieri, che rischiano di andare ad alimentare ancora più quella “competizione tra poveri” di cui ho parlato prima? O non era semmai meglio riservare questi nuovi permessi per gli “irregolari occupati”. Anche la Caritas ha espresso un simile avviso, attraverso don Dino Pistolato, che nei giorni scorsi aveva detto no al nuovo decreto flussi: «In una situazione economica pesante per tutti il via libera all’ingresso di centomila stranieri rischia di appesantire una situazione già difficile, se non addirittura di aprire un conflitto etnico e umano insieme. Fino a due anni fa gli italiani che chiedevano aiuto ai nostri sportelli erano il 30, 35 per cento al massimo. Oggi sono saliti al 50,55». Per cui aveva proposto di di sanare la posizione degli immigrati presenti sul territorio prima di farne venire di nuovi.
A queste critiche aveva risposto indirettamente Giuliano Cazzola, deputato del Pdl e vicepresidente della commissione Lavoro della Camera. «Difendo il decreto flussi del Governo, come del resto sostengono quelle organizzazioni datoriali che dispongono di un quadro nazionale delle esigenze del mercato del lavoro. Se si bloccano i flussi avremo contemporaneamente italiani disoccupati e posti di lavoro scoperti».
A me pare che il governo in realtà abbia voluto dare una mano a quei falsi imprenditori che vogliono approfittare di un tal serbatoio di disoccupati ed emarginati per giocare al ribasso con paghe ben più basse del minimo vitale e se possibile in nero.

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