Oro Petrolio Danze e Cus Cus

Se ne sentono di tutti i colori nel Mediterraneo, anche quello Medio Orientale, dove fino a poco tempo fa, una vacanza sul Mar Rosso di 2 settimane, veniva a costare come una di settimana bianca nel nord Italia. Il cus cus l’abbiamo assaggiato, anche in Italia …è anche un film che parla di storie vere, si adora o si detesta.


Per un po’, le Piramidi non le vedremo ma gli schiavi, si, anche se pare che si ribellano e muoiono, come mosche: Jean-François Brient ne ha fatto un film documentario sulla questione della Servitù moderna, scaricabile pure gratis. E se non muoiono subito, alcuni muoiono in un letto di ospedale, perchè stando alle fonti mediche, nella sola giornata di venerdì 28 gennaio, ne sono rimasti feriti almeno mille e ne sono morti nove. Le fonti e i video? Dandosi il caso che ci sono delle difficoltà “tecnologiche” nel reperimento usuale, e l’Italia è ben presa da altri e alti profili di video, si può andare su Associated Press, che ne ha parecchi che mostrano la diretta egiziana.


Ho letto anche un breve articolo, “Egitto, aggiornamento delle ultime ore“, by annalena di giovanni, e che riporto per intero sembrandomi molto autentico e diretto: ” Erano le undici di ieri sera quando tutti i contatti egiziani sono improvvisamente scomparsi dalla rete. Per la prima volta nella storia dell’era 2.0, qualcuno ha deciso di staccare ottanta milioni di persone, un intero paese da ogni singola comunicazione – cellulari, sms, internet, blackberry, e parte delle linee fisse -Oggi in Egitto, senza sapere come coordinarsi, la gente è scesa spontaneamente in strada. Nel resto del Medioriente, a cominciare da Tunisia e libano, e grazie all’aiuto di Anonymous e del People’s Liberation Front ) che aveva distribuito istruzioni in anticipo, si riesce a far trapelare notizia dopo notizia. Al Jazeera, Al Arabiya, Guardian e BBC, tutti i giornalisti sorpresi dalla polizia sono stati pestati e arrestati. In tutto l’egitto stanziata polizia, forze speciali, esercito e persino squadracce di mercenari armati di coltelli e acido da spruzzate ai manifestanti. hotel e portoni delle case sono bloccati al Cairo. La stampa locale è stata messa a tacere, sui siti di Al Fatah (Abu Mazen è uno dei principali alleati di Mubarak) si è diffusa la voce che la gente in strada sta manifestando a favore di Mubarak. la gente marcia comunque da ore, cantando e bettendo le mani. vogliono la fine della dittatura di Mubarak. una donna e un numero imprecisato di ragazzi sono morti intorno a Tahrir per via dei lacrimogeni. a Suez, Mahalla, Port Said, Mansura e Ismailiyya la gente è riuscita a dare alle fiamme la sede del partito di Mubarak. A Monzefiyeh la polizia è dovuta scappare. alle cinque italiane, mentre l’esercito entrava al Cairo e i carri armati raggiungevano Suez, dopo aver fatto irruzione nell’ufficio di Al Jazeera che continuava a trasmettere nonostante Mubarak l’avesse fatta togliere dal satellite, tagliare dalla telefonia fissa e fermare in strada, il Regime Egiziano ha chiamato il coprifuoco. è durato dieci minuti, poi i manifestanti hanno cominciato a dare alle fiamme i veicoli dell’esercito. la folla ha raggiunto la sede dell’ NDP (il partito di Mubarak), dandolo alle fiamme. Il Museo del Cairo è vicino, si teme che se le autorità insistono a non lasciar intervenire i vigili del fuoco il materiale conservato vada distrutto.Hillary Clinton, comparsa alla CNN, ha condannato le violenze raccomandando qualche riforma e il ripristino delle connessioni in Egitto. Il supporto a Mubarak da parte della Casa Bianca sembra indiscusso Il Regime egiziano ha nel frattempo accusato i Fratelli Musulmani (la cui leadership è stata arrestata durante la notte) per i disordini, dicendo che la popolazione è stata manipolata dagli islamisti e da Al Jazeera. la Fratellanza resta fuori dall’organizzazione delle proteste, esplose spontaneamente dopo 30 anni legislazioni d’emergenza, arresti arbitrari e torture sistematiche In Alexandria i carria armati si sono fermati e quando i soldati sono scesi la folla li ha accolti abbracciandoli Preoccupa invece la situazione del Museo del Cairo, intrappolato fra le fiamme che ormai lambiscono gli alberi circostanti. Il regista egiziano Khaled Yousef riferisce che gli abitanti del quartiere hanno organizzato una catena umana per proteggere l’edificio ma non si sa quanto potranno resistere Da un’ora si attende il discorso di Mubarak, che la televisione nazionale continua a rimandare. Ma mubarak continua a non comparire, aumentando la tensione Non si conosce il numero degli arrestati, che dovrebbe essere sopra i 2000 ormai, e neanche quello dei morti per arfissia, proiettili e percosse. Al arabiya annuncia 870 feriti alle nove italiane ci sono più egiziani liberi: Al Jazeera annuncia che i famigerati centri di detenzione del paese vengono assaltati dai manifestanti Si teme ancora per il Museo, che le forze di sicurezza facciano quanto già avvenuto nel pomeriggio: appiccare il fuoco per dare la colpa alle proteste Suez è preda di continui incendi, il regime non manda vigili del fuoco per fermarli Mubarak smentisce ogni intenzione di parlare. (dal Cairo non manca il senso dell’umorismo. «Possono anche portarsi via la mia libertà. Ma se si portano via la mia connessione ai siiti porno, allora sono io che li butto giù», «Un momento stiamo scongelando Mubarak, ci vuole più del previsto» e ancora: «I cronisti dell’NDP lamentano la difficoltà di scollare il presidente Mubarak dalla poltrona dopo 30 anni di asseggiolamento»)”
C’è un racconto nel merito di Vittorio Arrigoni, sulle fughe e i giorni della collera.



Potrei continuare con le lotte in Tunisia e Algeria e senza trascurarne alcune italiane, a cui ogni tanto mi affaccio ma mi sembrerebbe di mettere troppa “carne al fuoco” e sono vegetariana, per intolleranza a certi cibi: Povera Patria… unita da chissà cosa in 150 anni.


Entro nel merito invece di altra questione, che è altrettanto hot, gli Affari, che sembrano non possano mai essere interrotti: ma qualcuno irrompe.


Sembra che vadano bene e/o male, in un alternarsi di cifre, buone solo per gli intenditori di Scommesse e Promotori di farseli, per chi li paga. Mi riferisco a quelle cifre che salgono e scendono, ma in questo frangente salgono, e sono l’oro e il petrolio, i cosiddetti beni rifugio. Dove c’è un pozzo, l’aria sarà pure irrespirabile ma è calda. Dove l’oro luccica, si tratta, in borsa ad esempio. Nelle banche ad esempio. E certe medio grandi folle di usurati, in questo periodo neanche piangono, sperano solo di cavarsela. A pagare: mutuo debiti casa scoperto finanziamenti prestiti imposte carte di credito cambiali scadenze varie ed eventuali…e che ti fanno in Spagna? Ballano…in Banca.

 Oro  Petrolio  Danze e Cus Cus

Vengo così a sapere che c’è chi danza, non con i lupi ma in banca o in strada come certe bambine…



Viene annunciato anche in Televisione…il Flamenco anticapitalista.


Perchè sono preoccupati anche loro, oltre i Governi Democratici. Mi riferisco a quei danzatori di età medio giovane, in maggioranza donne che agiscono in Spagna. Molto recentemente ho letto la notizia Spagna, il flamenco entra nelle banche contro la crisi economica: “Protestare a tempo di flamenco contro la crisi economica, il capitalismo e il potere delle banche. E’ l’iniziativa del gruppo attivista Flo6x8 che, attraverso una serie di irruzioni senza preavviso all’interno dei maggiori istituti bancari a Madrid, Siviglia, Barcellona, Granada, Huelva e Bilbao, ha colto di sorpresa clienti e impiegati con ‘baile’ e ‘cante’ flamenco. Obiettivo del gruppo è denunciare gli abusi commessi dalle banche e dalle istituzioni che hanno portato ad una crisi economica caduta sulle spalle dei cittadini. I video delle telecamere di sorveglianza dei vari istituti, assieme alle immagini registrate dal gruppo Flo6x8, sono state poi raccolte e trasformate in un documentario, ‘Il corpo contro il capitale’, che è stato diffuso il 14 dicembre scorso a Siviglia.”

Chiamiamole iniziative liberatorie, almeno per quell* che le praticano, al momento, in ogni caso sono” iniziative del gruppo attivista Flo6x8. Le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza degli istituti di credito di molte città spagnole (da Madrid a Siviglia, passando per Barcellona e Granada) sono diventate un documentario, ‘Il corpo contro il capitale’…”

non andranno alla radice forse del male ai denti e delle tasche ma a mio avviso, fanno bene, innanzitutto a chi le pratica, ai clienti e agli impiegati che diciamo si svagano e apprendono qualcosa, ad esempio, in un così apparentemente improvvisato, in una qualunque giornata, che chiunque potrebbe dedicarcisi un po’ , per pensare ai propri guai e prendere spunto per reAgire come se il segnale tragico che spunta dal Mediterraneo in collera, potesse coinvolgerci e metterci alla prova, singolarmente e pluralmente. Perchè Mediterraneo sia, non una bara. Mujeres libres? Anche, perchè no?

Danze…Flamenco Taranta …ballate e sapori.

Kahlil Gibran diceva : “Danzate insieme e siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica.”

Doriana Goracci


Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sola
tutta musica e tutta vele
su quell’onda dove si vola
tra la scienza e la leggenda
del flamenco e della taranta
e fra l’algebra e la magia
nella scia di quei marinai
e quell’onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia

Andare, andare, simme tutt’eguale
affacciati alle sponde dello stesso mare
e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante
simme tutte naviganti
allez, allez il n’y a pas de barrière
nous sommes tous enfants de la même mer
il n’y a pas de pirate il n’y a pas d’émigrant
nous sommes tous des navigants

Che il Mediterraneo sia
la fortezza ca nun tene porte
addo’ ognuno po’ campare
d’a ricchezza ca ognuno porta
ogni uomo con la sua stella
nella notte del dio che balla
e ogni popolo col suo dio
che accompagna tutti i marinai
e quell’onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia

andare andare alla stessa festa,
di una musica fatta di gente diversa
da Napoli che inventa melodia
ai tamburi dell’Algeria
allez allez à la même fête
d’une musique qui va et jamais s’arrête
de Naples qui invente sa mélodie
aux tambours de l’Algérie

Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sempre
navigando tra nord e sud
tra l’oriente e l’occidente
e nel mare delle invenzioni
quella bussola per navigare
Nina, Pinta e Santa Maria
e il coraggio di quei marinai
e quel viaggio che non smette mai
che il Mediterraneo sia

(al baar al albiad al mutahuassed)

Che il Mediterraneo sia
quella nave che va da sola
tra il futuro la poesia
nella scia di quei marinai
e quell’onda che non smette mai
che il Mediterraneo sia.



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