Il Grande Fratello di Masi-Berlusconi

Sesso, bugie e videotape. Potremmo mutuare il titolo di un film degli anni Novanta per definire la fase che sta attraversando il governo: festini smentiti con argomentazioni di argilla, videomessaggi del premier con proclami apocalittici e telefonate alle trasmissioni di approfondimento politico considerate “nemiche”.

Berlusconi ci ha già abituato alle sfuriate telefoniche, con esordio nel 2000, proprio alla trasmissione “il Raggio Verde” di Michele Santoro, che gli sbattè il telefono in faccia. Indimenticabile lo scambio di battute: “Santoro, lei è un dipendente del servizio pubblico, si contenga!”, e quello: “Io sono un dipendente del servizio pubblico, non suo”.

Mutatis mutandis, sono passati 11 anni, Berlusconi è ancora presidente del Consiglio, e a telefonare in diretta televisiva ad Annozero è Mauro Masi, direttore generale della Rai, che nei giorni della telefonata al “Raggio Verde” si accingeva a diventare segretario generale di Palazzo Chigi, Berlusconi Presidente.

La telefonata di Masi, pur nel suo esito comico e goffo, stroncato dalla prontezza di spirito di Michele Santoro, nasce evidentemente con intenti belligeranti: un’ingerenza compiuta con abuso di potere, al solo fine di minacciare, intimorire, insinuare punizioni. Il metodo della “punizione preventiva”, per quanto sarebbe potuto accadere in seguito, riecheggia scenari orwelliani da psicopolizia, pronta ad intervenire in ogni situazione sospetta di “eterodossia”, ovvero di divulgazione di notizia diverse da quelle consentite dal “pensiero unico”.

È evidente Berlusconi, ha deciso di stringere il controllo sulla televisione, perché sa di essere all’alba della prossima campagna elettorale. Il risultato è questo dispiegamento militare di telefonate, presidi della erinni Santanchè ad ogni ora del giorno, trasmissioni patinate che ospitano confessioni delle escort, dipinte come Lucia Mondella. Dobbiamo rifiutare con forza questo accerchiamento e liberare al più presto la Rai, l’informazione pubblica e cioè dei cittadini, dalla tenaglia berlusconiana.

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