Berlusconi. Non si esagera contro di lui?

Il clima da «guerra civile» (l’espressione è di Piero Ostellino) non so se sta minando l’immagine dell’Italia nel mondo, ma sicuramente provoca imbarazzo in molti italiani, chiamati spesso a dare spiegazioni di fatti e comportamenti inspiegabili. In un momento molto delicato della ripresa economica, invece di raccogliere le forze e cercare la coesione si ha l’impressione che troppi soggetti politici e istituzionali operino in senso esattamente contrario. Lo stesso Cardinal Bagnasco non ha esitato a stigmatizzare come «i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni».
La situazione mi pare esplosiva e ogni giorno tende ad aggravarsi, complici una certa stampa e certe trasmissioni televisive assolutamente faziose, che nulla hanno a che fare col diritto-dovere d’informare. Alcuni giornalisti e direttori responsabili danno l’impressione di non essere affatto guidati da un desiderio di verità e di giustizia, ma di ritenersi già in possesso della verità. Non sembrano minimamente sfiorati dal dubbio che in sede dibattimentale le accuse potrebbero rivelarsi senza fondamenti. Anzi, sembrano spacciare le accuse come se fossero le motivazioni di una sentenza già emessa. Eppure è noto a tutti che talvolta non si giunge nemmeno al processo tanto le prove dell’accusa sono inconsistenti o insufficienti e che non tutti i processi si concludono con una sentenza di condanna. Alcuni terminano con l’assoluzione dell’imputato, avendo il giudice ritenuto infondato o insufficiente l’impianto accusatorio.
Non so se Berlusconi, sotto il profilo penale, sia innocente o colpevole. Non ho le certezze o piuttosto l’arroganza di chi lo condanna senza attendere l’esito processuale. Per me vale ancora il principio secondo cui qualunque cittadino è innocente fino alla prova accertata della sua colpevolezza nell’unica sede appropriata, ossia il processo. Persino ai criminali nazisti, all’apertura del processo di Norimberga, venne riconosciuto quel principio di presunzione d’innocenza. Perché dovrebbe essere negato all’indiziato Berlusconi, accusato di ben altri reati? E’ grave che in Italia, mentre scema sempre più questo principio (basta sentire i vari leader politici dell’opposizione) tenda a diffondersi la mentalità secondo cui in certi casi, soprattutto se l’imputato è un avversario politico ricco e potente, è assolutamente legittima la presunzione di colpevolezza.
La situazione di fragilità in cui si trova l’Italia vorrebbe più cautela e una maggiore fiducia nelle istituzioni, lasciando che i conflitti siano risolti nelle sedi opportune e non nelle piazze o nei media. Sarà il giusto processo che deciderà se Berlusconi è colpevole o innocente. Ogni giudizio anticipato mi sembra strumentale e pericoloso per l’Italia.
E’ perciò auspicabile che non cadano nel vuoto gli appelli del Presidente della Repubblica e del Garante della privacy ad abbassare i toni, a evitare i processi sommari e mediatici, a tutelare la sfera privata delle persone coinvolte, a lasciare che a stabilire la verità processuale sia la Magistratura.
Giovanni Longu
Berna 26.1.2011

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