Ho letto una storia piccina piccina picciò: “…Alian Chen, piccolina, i capelli grigi, vestito leggero e sandali, una borsa di plastica nera e un bastone per aiutarsi a camminare, esce di casa per fare la spesa…” E’ iniziata d’estate ed è finita d’inverno, la storia a Torino, con la signora Alian Chen che aveva 76 anni. Per sua “fortuna” avrà visto l’ epilogo prima ma quello che era rimasto di lei è stato ritrovato dopo sette mesi: non conosceva l’italiano. Il titolo in cui mi sono invischiata è Abbandonata all’autogrill Muore nei campi. La colpa? Di nessuno. Era senza Memoria…Niente pane e tulipani, in quell’autogrill, e dire che sarebbe bastato anche un piatto freddo…
Guai a perdere la Memoria…ci si può perdere e ” il resto è ombra, il resto è segreto “. Chissà cosa pensano i Cinesi oggi di noi, cosa ricordano.
Cara signora Alian Chen, hai girato il mondo dentro il cuore anche se non hai trovato le parole: grazie e scusa l’ Italia. Senza Memoria.
Doriana Goracci
Abbandonata all’autogrill Muore nei campi
Anziana, senza memoria, non conosceva l’italiano. Trovato il cadavere della cinese scomparsa a giugno
L’anziana signora cinese camminava lungo la tangenziale, fu soccorsa da una pattuglia della Stradale – la sera dell’11 giugno scorso – e infine abbandonata (inspiegabilmente, almeno in apparenza) in un’area di servizio. È stata ritrovata morta, ieri mattina, a meno di un chilometro di distanza. Ci sono stati già provvedimenti di natura disciplinare nei confronti dei due agenti. Un esposto è stato inviato alla procura.
Alian Chen aveva 76 anni. Era una signora cinese che non conosceva una sola parola d’italiano. Nata in campagne sterminate, era finita in un anonimo condominio di Torino Nord. Soffriva di amnesie, ospite nella casa della figlia, in corso Vercelli. La mattina dell’11 giugno scorso, Alian Chen, piccolina, i capelli grigi, vestito leggero e sandali, una borsa di plastica nera e un bastone per aiutarsi a camminare, esce di casa per fare la spesa. Perde la strada, i familiari la cercano per tutto il giorno e, nella tarda serata, Alian Chen è avvistata ai bordi della tangenziale, nei dintorni dell’area Stura Sud.
Interviene una pattuglia della Stradale. L’anziana sale a bordo dell’Alfa Station Wagon e, in pochi minuti, l’auto raggiunge la stazione di servizio. L’anziana scende, nessuno la identifica e o la aiuta a ritrovare la figlia. Gli agenti la accompagnano vicino a un cancello, da dove si intravvede la fermata del bus che, in teoria, potrebbe riportarla a casa.
A casa, Alian Chen non ci arrivò mai. L’indomani fu di nuovo avvistata in quell’intrico di svincoli e di macchie di arbusti, di rovi e di spianate brulle. Le ricerche continuarono per mesi. Una delle tante persone sparite nel nulla. Il figlio Zheng Wen Gao, il 12 giugno scorso, aveva lanciato un appello, offrendo 4 mila euro a chiunque fosse in grado di aiutarlo a ritrovare la madre. Amareggiato per il comportamento della polizia, «sarebbe bastato un minimo di impegno in più per salvarla», aveva detto.
Ieri mattina alle 11,30, alcuni dipendenti dell’Anas impegnati nei lavori di manutenzione, in mezzo a una selva di rovi, hanno scoperto il cadavere, quasi uno scheletro, di una donna. Orrendamente sfigurato. Sono arrivati il comandante della sottosezione della Stradale, Maurizio Barone, e il capo della sezione Omicidi della squadra mobile, Luigi Mitola. Il riconoscimento di Alian Chen è stato quasi immediato. Nessun segno di violenza, il corpo sdraiato come se lei, in quel triangolo dominato dall’incessante frastuono del traffico, si fosse addormentata, per un malore o perché vinta dalla fame e dalla paura.
A poche centinaia di metri dalla stazione di servizio Stura Sud. L’ultima a vederla fu, secondo il figlio, una «dipendente della stazione che la vide incerta, come se volesse tornare indietro». Nient’altro. È facile immaginare cosa è accaduto, dopo. Di nuovo sulla tangenziale, poi nel sentiero lungo il guard-rail, infine quel ritaglio di arbusti coperti di polvere e smog.
A venti metri, i campi dei nomadi, dalla parte opposta (separati dalle corsie), dove avrebbe potuto avere soccorso. Ma nessuno s’è accorto di nulla. La figura leggera e sottile di Alian Chan è stata avvolta e imprigionata dai rovi e dalle piante che, in estate, crescono inestricabili e selvagge.