Agl’idoli si perdona tutto

Tra i ricordi d'infanzia ci sono due quadri appesi alle pareti della cucina, uno incorniciava il volto di Mussolini, l'altro quello di Hitler. Mi sono rimasti in mente forse perché quando i soldati tedeschi vennero a prendere mio padre, lui glieli indicò, per fargli capire che era dalla loro parte. Per fortuna, e non certo per i quadri appesi alla parete, lo rilasciarono dopo poche ore. Non credo proprio che mio padre fosse dalla parte di Hitler, però sono sicuro che ammirava Mussolini, anzi che ne fosse entusiasta, lui che era incapace di far male ad una mosca. E quando si è entusiasti di un personaggio, quando questo è considerato un idolo, si è disposti ad accettare anche i suoi gravi difetti. Alle volte i difetti non sono neppure riconosciuti come tali. L'idolo in qualche modo riesce a influire sul senso morale di coloro che lo adorano. Probabilmente mio padre, come altre brave persone, a Mussolini perdonava persino le leggi razziali, oppure riteneva che fossero necessarie. Altrimenti perché l'idolo le avrebbe promulgate? Oggi per molte persone l'idolo è Silvio Berlusconi, e si può costatare come reagiscono i suoi adoratori, davanti alla sua incapacità di controllare la sfera sessuale. Se Berlusconi commettesse un omicidio, molti non ci crederebbero. Ma se fosse evidentissimo, sarebbero disposti a perdonare. Direbbero: “Povero Cavaliere, se ha ucciso, sicuramente aveva le sue buone ragioni”. Così va questo povero mondo.

Attilio Doni

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