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La morte di Federico Aldrovandi fa ancora scandalo. Nessuna rete televisiva, incluse La 7 e Rai 3, ha trovato uno spazio in programmazione per trasmettere il film “E' stato morto un ragazzo” che descrive il pestaggio avvenuto durante un controllo stradale della Polizia di Stato e il muro di gomma che ne seguì. Il processo ai colpevoli è stato possibile solo grazie alla Rete a cui la mamma di Federico si rivolse subito dopo la morte di suo figlio. E anche ora, la proiezione di questo film di denuncia passa solo per la Rete. Lo promisi ai genitori di Federico a Cesena, durante Woodstock a 5 Stelle. Stasera, martedì 25 gennaio, alle ore 21, spegnete la televisione (se ancora non lo avete fatto) e collegatevi al blog per vedere “E' stato morto un ragazzo“. Vi aspetto.
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Intervista a Patrizia Moretti,mamma di Federico Aldrovandi
La morte di Federico Aldrovandi ( espandi | comprimi)
“Sono Patrizia Moretti, sono la mamma di Federico Aldrovandi che a 18 anni è stato ucciso dalla polizia mentre rientrata a casa, ucciso da 4 agenti dopo la serata del sabato sera.
Questa nostra chiacchierata precede la prima nazionale del video, del film che Filippo Vendemmiati ha dedicato a mio figlio Federico, si intitola “E’ stato morto un ragazzo”, è un film uscito pochi mesi fa e credo che sia un lavoro bellissimo, molto importante perché in un modo asciutto e preciso ma implacabile e nello stesso tempo profondo, rende esattamente quello che è successo a Federico, ma soprattutto il tema del film è rivolto all’indagine, a quella che non era un’indagine all’inizio, ai tentativi di depistaggio e quindi racconta la storia degli ultimi 5 anni, quasi, dal momento in cui Federico è stato ucciso, fino al momento della condanna per omicidio delle 4 persone che purtroppo Federico ha incontrato quella mattina.
Credo che sia uno strumento fondamentale perché cose di questo genere non debbano accadere mai più, penso che solo attraverso non tanto il ricordo, quanto la consapevolezza di quello che può succedere e che purtroppo succede molto, molto di più di quello che io stessa avrei potuto immaginare, succede troppo, troppo spesso che ragazzi vengano picchiati, qualche volta uccisi, allora perché ritengo importante che questo film, così come l’Associazione Art. 21, un’associazione di giornalisti aveva richiesto venisse trasmesso in prima serata in un orario possibile a diffusione nazionale, serve proprio per questo, perché la gente sappia quello che può succedere e è l’unico modo che abbiamo per difenderci perché non succeda mai più,
E’ stato chiesto che questo film venisse diffuso, contrariamente a quello che è accaduto di solito: i notiziari o documentari oppure la cronaca relativa e gli approfondimenti relativi ai casi come quello di Federico di solito passano in orari molto tardi, dopo le 11 di sera, fuori della così detta fascia protetta, invece è proprio a queste che si deve rivolgere un film di questo tipo. Purtroppo nonostante l’interesse che a talune redazioni. In particolare mi riferisco a Rai3 a La7, adesso non so l’organizzazione delle televisioni, peròredazioni, giornalisti avevano manifestato un grandissimo interesse per la trasmissione di questo film, purtroppo poi i palinsesti non hanno ritenuto di farlo, non gli hanno trovato lo spazio.
Devo riconoscere e affermare quanto importante sia la rete, è stata importantissima per noi fin dall’inizio perché la rete si è sostituita, veramente sostituita all’inizio a quella mancanza di informazione che c’era sul caso di mio figlio, per Federico era stato… veramente c’erano dei muri di gomma che impedivano alla notizia di uscire, anche da Ferrara stessa, i giornali locali non scrivevano niente anche perché non sapevano niente, adesso sono passati più di 5 anni, sappiamo che quella difficoltà iniziale era dovuta a un lavoro programmato a tavolino per il depistaggio e l’insabbiamento delle informazioni relative alla morte di Federico infatti questo lo affermo perché oltre alla sentenza principale di condanna per omicidio colposo per i 4 agenti che purtroppo ha incontrato mio figlio, ci sono state altre condanne proprio per altri funzionari.
Ulteriori processi che vengono poi chiamati Aldrovandi bis e ter e sono tutti filoni che sono scaturiti da quello principale e riguardano gli insabbiamenti e i depistaggi da parte di funzionari dell’allora Questura di Ferrara, oltre a questi processi siamo in attesa del processo di appello che ci sarà a Bologna che vedrà tra i protagonisti l’Avvocato Ghedini, l’Avvocato del Premier a difesa della Monica Segato, una dei 4 condannati… noi non saremo presenti come parte civile in quel processo perché qualche mese fa dopo la sentenza di condanna, lo Stato ci ha proposto di definire la parte civile del processo, di solito questo avviene al termine, invece lo Stato si è proposto per il risarcimento del danno con un risarcimento che è di quasi 2 milioni di Euro.
Il processo ( espandi | comprimi)
Noi ci abbiamo pensato molto, è stata una decisione veramente sofferta e poi abbiamo accettato, perché non so, siamo stati in realtà abbastanza costretti a accettare perché una famiglia normale non è in grado di sostenere processi di questa durata, di questo tempo, è un impegno ma è anche un dispendio, è una fatica terribile, credetemi,dover sentire e rivangare continuamente tutto quello che è successo, ma soprattutto assistere a certe farse come quelle che abbiamo visto nel processo principale, gli imputati tranquillissimi, i loro Avvocati che negano le cose più evidenti, è sembrato il processo Federico, quando invece Federico è la vittima!
Andremo comunque avanti fino al terzo grado anche se non potremo mettere i nostri Avvocati, in ogni caso lo Stato, in questo caso i magistrati della Corte d’Appello di Bologna porteranno avanti per noi l’accusa, noi saremo nei banchi del pubblico, noi saremo sicuramente lì, ma non potremo mettere gli Avvocati che ci hanno assistito nel primo grado e questo fino sicuramente alla definizione.
Lo Stato si è fatto carico di questo risarcimento, invece loro perché naturalmente sono normalmente è chi subisce la condanna che poi è tenuto al risarcimento del danno, lo Stato non era mica parte in causa, non era mica chiamato in giudizio, ho sempre sostenuto che, e continuo a pensarlo fermamente, la responsabilità sia individuale, assolutamente individuale e comunque non manifestano nessuna vergogna quelle 4 persone.
Loro hanno tolto la vita a mio figlio, continuano a lavorare nella Polizia e secondo me non lo meritano e quello che chiedo è che queste persone che hanno subito questo tipo di condanna, i 4 soprattutto, ma questo discorso si può estendere a altri, vengano estromesse dallo Stato, non possano continuare a lavorare nella Polizia assolutamente!
E' stato morto un ragazzo ( espandi | comprimi)
La manifestazione più grande di vicinanza è avvenuta proprio dai vertici della Polizia, dai vertici delle istituzioni, il risarcimento stesso da parte del Capo della Polizia e comunque del Ministero dell’Interno è questo, l’ho letta in questo modo, vuole dire riconosciamo che avete ragione, possiamo definire adesso per allora la parte civile perché riconosciamo la responsabilità degli agenti, questa secondo me è come un’ulteriore e importantissima sentenza di condanna.
Abbiamo avuto riconoscimenti e manifestazioni di vicinanza soprattutto dai livelli locali delle istituzioni, mi riferisco ai questori vari che si sono succeduti all’allora Elio Graziano che poi è stato mandato via da Ferrara un anno dopo la morte di mio figlio, la vigilia della manifestazione nazionale che c’è stata qui a Ferrara, lui è stato trasferito, prima della manifestazione.
Quando ancora doveva cominciare un processo e mi riferisco per esempio che stimo e apprezzo molto al Prefetto locale, loro sono le persone che a livello di Ferrara rappresentano lo Stato e queste si sono veramente, sono state veramente molto vicine a noi nella richiesta di giustizia.
Tornando al film che chi vorrà vedere o non ha ancora visto, potrà capire molto di più di quello che riesco a spiegare io, uno dei giornalisti comunque che ha riportato più fedelmente tutte le varie fasi del processo soprattutto è proprio Filippo Vendemmiati che ha sentito l’esigenza di andare oltre il lavoro della cronaca giornalistica, lui lavora per il Tg3 regionale e quindi era presente a tutte le 30 e più udienze del processo e per questo gli devo molto.
Così come devo molto a chi ci consente di vederlo questo film, in particolare quindi adesso voi, Beppe, questo gruppo che ci avete sempre sostenuto e seguito fin dall’inizio, non sapete quanto sia importante per chi si trova in una condizione così assurda e paradossale, una famiglia normale non deve subire questo, non è possibile!
E’ qualcosa di inimmaginabile, dopo un dolore così atroce dovere anche lottare semplicemente per affermare i diritti di una persona che è stata uccisa barbaramente da rappresentanti dello Stato perché se non fossero stati poliziotti sappiamo bene tutti che il processo sarebbe iniziato immediatamente, le condanne sarebbero state ben diverse e tutto sarebbe andato molto diversamente, purtroppo… adesso si sta definendo le vertenze legali relative alle querele che noi, io, chi ha scritto sul blog, i giornalisti che hanno trattato del caso abbiamo ricevuto, una querela che è stata presentata dal Primo Pubblico Ministero, Maria Emanuela Guerra che era incaricata del caso, questo magistrato ha querelato per il danno subito dalla sua immagine il giornale La Nuova Ferrara me e diversi giornalisti di quella testata perché secondo lei le cronache che la vedevano protagonista in quel periodo, hanno costituito un danno alla sua immagine.
Vi ricordo solo brevemente, la Signora era il Magistrato di Turno, quella mattina non si è recata sul posto, non ha sequestrato le volanti, non ha sequestrato i manganelli, non ha iscritto i 4 poliziotti nel registro degli indagati, non ha fatto delle cose che doveva fare, eppure querela me, il giornale, i giornalisti perché l’abbiamo detto? E chiede un milione e mezzo di danni, volevo parlarvene perché questa si inserisce in un insieme di querele che molte persone che hanno scritto sul blog hanno ricevuto dagli imputati stessi, dai loro amici, questa è l’arroganza di chi detiene il potere che non merita, queste persone che dovrebbero essere di esempio in realtà sfruttano la loro posizione per mantenere dei privilegi che non è giusto che abbiano secondo me!
Vorrei concludere salutandovi, vi chiedo di vedere con il cuore aperto il film di Filippo, cosa che non farò perché l’ho visto una volta e la seconda non sono riuscita a finirlo perché è di un’intensità tale che per me è possibile continuare a rivederlo, però ringrazio tantissimo chi dà voce a Federico, grazie a voi, ciao!”