“Dico a me stessa così tante volte: Ma perché non impari mai A tenere la boccaccia chiusa?” Napoli SEI DONNE CON SEI POLIZIOTTI…Roma TRE DONNE CON DUE POLIZIOTTI : era il 17 gennaio l'Italia in solidarietà con il Messico…
Gracias di cosa non è successo La Canzone è arrabbiata
Veniamo ai Fatti: è la Canzone Arrabbiata… Dal giornale on line Reset Italia da due blog e da Facebook, era partito un appello di solidarietà verso il Messico dopo la notizia, che prudentemente avevo accompagnato con un punto interrogativo: 17 gennaio solidarietà alle Donne del Messico e in Italia? Per che cosa? ”nemmeno una morta in più” ed hanno ammazzato lei Susana Chavez.
Precedentemente avevo scritto: E così ci ritroviamo a chiedere a Tutte e Tutti, di dare un segnale chiaro dall’Italia, di protesta solidarietà amore e rabbia: il giorno 17 gennaio, che è lunedì, si riesce a fare un presidio dove è possibile, in qualsiasi grande piccola città , fosse solo di un’ora…là davanti ? Magari cantando Gracias alla vida…Che detto nella loro lingua è Manifestaciones Internacionales en Embajadas y Consulados de Mexico lunedì 17 gennaio 2011 10.00.00…MUJER: EN MEMORIA DE MARISELA ESCOBEDO Y SUSANA CHÁVEZ
Sul treno al rientro da Roma, verso Viterbo, ho sfogliato il giornaletto Metro gratuito, e pensate che riportava il flashmob del 16 gennaio in cui alcune donne, con azione rapida e incisiva erano poche credo ma decise, hanno esposto uno striscione sulle scale del Palazzo delle Esposizioni, a Roma. Donne Dasud annunciava quanto sarebbe succeso oggi 17 gennaio, nella capitale italiana, caput mundi: Contro il femminicidio in Messico. Anche il Tempo riporta…: “PALAZZO ESPOSIZIONI Flashmob per le donne uccise in Messico In vista della mobilitazione internazionale contro i crimini di femminicidio che stanno avvenendo in Messico, ieri mattina dieci donne hanno dato vita ad un flashmob davanti al Palazzo delle Esposizioni all’Eur, indossando le magliette con le mani insanguinate e tenendo alte le croci rosa con i nomi delle donne che sono state recentemente ammazzate in Messico. Le Donne da Sud hanno inoltre srotolato uno striscione con la scritta «Ni una mas». È stato scelto il Palaexpo perché qui si stanno svolgendo tre mostre sul Messico.”
Nella notte ho lanciato con due immagini “maschili”, l’Invito ad esserci, era il secondo pezzo invito che facevo, dai Fatti . Potete immaginare quanta forza dia la forza di chi parla ed è zitta e non può esserci?
Ora siccome qualcuna si è presa la briga di esserci, e per la precisione: Napoli SEI DONNE CON SEI POLIZIOTTI…Roma TRE DONNE CON DUE POLIZIOTTI, aggiungo per intero il riassunto di Donne DaSud, non prima di dirvi che si siamo pazze, a credere che qualcosa di buono accada, che continuando ad essere vere e scrivere e partecipare e dire la nostra vita e altrui come si svolge, serva a qualcosa, siamo pazze a tentare ad ogni costo e ad esporci, siamo pazze e spesso sono pazzi quelli che ci affiancano e sostengono. Why? “…Dico a me stessa così tante volte: Ma perché non impari mai A tenere la boccaccia chiusa?”
Chi vi sta scrivendo e riportando, doveva essere fuori Italia per stare vicina alla figlia che è in Francia. Ho perso il biglietto e l’occasione di stare vicino a lei e a chi oggi riteneva di essere vicina alle donne colpite da femminicidio e violenza in Messico e in ogni parte del mondo, per stare da altra parte, per ragioni “personali”, diciamo così. So perfettamente, per esserci passata anche io, che la maggior parte di chi avrebbe bisogno di “esserci”, lavora,studia, cerca lavoro si sveglia presto e rincasa tardi, ha montagne di problemi ma quello che detesto è l’Ipocrisia di qualunque Genere, che si riempie la bocca di pace e femminismo, di politica di genere, di convegni e seminari…e siede sopra alla nostra disfatta. Evito di inviarvi le violente notizie del giorno, su donne e uomini. Con amore e rabbia lascio la parola e tutto lo spazio a chi c’era e ne ha scritto, mi ha scritto, ci comunica, lo farà. Sempre, oltre il ponte.
Doriana Goracci
Napoli , 6 persone e 3 pattuglie con 2 poliziotti per ogni volante (totale : 6 poliziotti )Abbiamo esposto l’immagine che avevamo comunemente deciso , attaccandola fuori dal consolato .Un altro manifesto generico contro il femminicidio con l’aggiunta della scritta ” Per Marsela e Suzana ” che abbiamo tenuto come se fosse uno striscione E poi il pezzo di stoffa con la scritta ” Ni una Mas , no al femminicidio ” attaccato chi vicino al polso , chi al braccio , chi al collo .. Distribuito l’immagine ai presidianti. E’ durato più di 1 oretta.
Succede (ma non dovrebbe).
Succede che donne, associazioni e collettivi di donne, dicano di essere molto turbate per l’assassinio di Susana Chàvez e seriamente preoccupate per i dati del femminicidio in Messico.Pubblicano, a questo proposito, articoli ed appelli su blog e siti.
Succede che dal Messico arrivi una richiesta di sostegno internazionale ad una mobilitazione contro il femminicidio, fissata per il 17 gennaio.
Succede che ad accogliere questa richiesta, in Italia, si facciano avanti le donne di un collettivo (del quale io non faccio parte).
Succede che queste donne inviino a 4 (quattro) mailing list e a molte associazioni femminili una mail nella quale chiedono di organizzare, assieme, una forma di protesta a Roma; e succede che nessuna risponda.
Succede, quindi, che queste donne coraggiosamente si ritrovino il 17 alle 10 in via Spallanzani assieme a: una donna dell’Udi, una donna della Casa internazionale delle Donne, una donna conosciuta in rete e due poliziotti.
Succede che attaccano
“ uno striscione NI UNA MAS per denunciare il femminicidio messicano.Siamo state ricevute dall’ambasciatore messicano e dal primo segretario degli affari politici a cui abbiamo espresso la nostra solidarietà e la richiesta di chiarezza su ciò che avviene da anni in Messico, abbiamo ribadito la nostra preoccupazione e il nostro impegno affinchè questi crimini non passino nel silenzio”. Che lo stesso segretario degli affari politici si aspettava almeno una settantina di persone e si è detto preoccupato del silenzio in Italia e che persino la questura sia rimasta perplessa circa il numero delle partecipanti.
A pensarci bene, quotidianamente, succede che piu’ di qualcuna si lamenti che si parla troppo poco di tragedie che riguardano le donne nel mondo; e che qualcun’altra invece si lamenti quando se ne parla, perché-dice- lo si fa per moda o peggio ancora.
Succede che sento o leggo, a volte, donne-associazioni-collettivi lamentarsi-tra i denti- perché non si sentono, o non sono, sostenute dalle altre donne-associazioni-collettivi nelle battaglie per i diritti delle donne, salvo poi…
Succede, ma non dovrebbe.
Marcia contro il femminicidio, Messico 15 gennaio 2011-foto di Clara Ferri
contro il femminicidio, Messico-16 gennaio 2011-foto di Clara Ferri
Donne daSud, Palazzo delle Esposizioni, Roma- 16 gennaio 2011- foto di Simona Granati
Donna daSud, via Spallanzani-Roma-17 gennaio 2011, foto di Simona Granati
“”Donne daSud sono state ricevute dal Ministro José Luis Yunes Celis, Capo Cancelleria dell’Ambasciata Messicana a Roma e dal Primo Segretario Laura Olivia Mora Barreto, responsabile della Sezione Politica e dei Diritti Umani per l’Ambasciata del Messico. Le attiviste hanno mostrato la loro preoccupazione per quanto sta accadendo in Messico alle donne e consegnato un documento in cui si chiede di conoscere le ragioni di questi sanguinosi fatti. I funzionari hanno ringraziato la delegazione per l’interessamento dimostrato nei confronti della situazione vissuta da migliaia di donne messicane. Inoltre si sono dichiarati disponibili a fornire dati ufficiali sui femminicidi in atto, ma soprattutto hanno rivolto un appello affinché le donne di tutto il mondo non si dimentichino delle donne messicane.“NI UNA MAS”. Questa la scritta presente sullo striscione appeso sotto l’ambasciata Messicana di Roma dal collettivo femminista Donne daSud in occasione della giornata internazionale contro i crimini di femminicidio.
UN’INIZIATIVA DI PROTESTA per chiedere di fermare la strage di donne messa in atto in Messico, in particolare nello Stato di Chihuahua. Nel 2010 sono state uccise 446 donne, 900 negli ultimi cinque anni.
Donne daSud sono state ricevute dal Ministro José Luis Yunes Celis, Capo Cancelleria dell´Ambasciata Messicana a Roma e dal Primo Segretario Laura Olivia Mora Barreto, responsabile della Sezione Politica e dei Diritti Umani per l´Ambasciata del Messico. Le attiviste hanno mostrato la loro preoccupazione per quanto sta accadendo in Messico alle donne e consegnato un documento in cui si chiede di conoscere le ragioni di questi sanguinosi fatti. I funzionari hanno ringraziato la delegazione per l´interessamento dimostrato nei confronti della situazione vissuta da migliaia di donne messicane. Inoltre si sono dichiarati disponibili a fornire dati ufficiali sui femminicidi in atto, ma soprattutto hanno rivolto un appello affinché le donne di tutto il mondo non si dimentichino delle donne messicane.
L´ultima vittima in ordine di tempo è stata Susana Chávez, attivista contro i femminicidi a Ciudad Juárez, e leader del movimento “Nì una màs”, che lottava proprio contro gli omicidi femminili. Aveva 36 anni. Hanno gettato il suo corpo seminudo per strada. La testa era avvolta in un sacchetto di plastica nero. Le mancava la mano sinistra.
La situazione a Ciudad Juàrez, principale zona franca industriale messicana, in cui le donne occupano il 48,3% dei posti di lavoro disponibili, è veramente drammatica: basti pensare, infatti, che oltre agli omicidi seriali, le statistiche indicano che il 70% delle donne che vi si rivolgono per cercare aiuto sono state picchiate dai loro mariti, mentre il 30% lo sono state da qualcuno che conoscevano. In un anno sono state presentate 4540 denunce per stupro (12 al giorno) e ugualmente, le molestie sessuali e le minacce di licenziamento, da parte dei supervisori e dei proprietari delle maquiladoras, alle donne che rifiutano le avances, sono un fenomeno corrente.
Ieri, per mantenere alto il livello di attenzione dei media, il collettivo Donne daSud ha messo in scena un flashmob davanti al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove sono ospitate tre mostre sul Messico. Le ragazze avevano tutte una maglietta insanguinata e tenevano alte le croci rosa con i nomi delle vittime recentemente ammazzate in Messico.
Erano li per urlare che l´assassinio di Susana Chávez si iscrive nell´ambito dei femminicidi, che Susana è morta perché donna e perché donna che ha denunciato questi crimini, Per rendere visibile lo sconcerto, l´offesa, la ferita, l´aggressione che proviamo ogni giorno davanti all´indifferenza che c´è nel mondo e in Italia al dramma delle violenze sulle donne.
Non una in più – se non ora quando?
“”
(da Donne daSud)
Why
Quante volte devo provare a dirti
Che mi dispiace per le cose che ho fatto
Ma quando inizio a farlo
Tu mi dici: hey… questo tipo
Di problema è solo l’inizio.
Dico a me stessa così tante volte:
Ma perché non impari mai
A tenere la boccaccia chiusa?
E’ per questo che fa così male sentire le parole
Che continuano a caderti dalla bocca
caderti dalla bocca
caderti dalla bocca
Dimmi… perché, perché
Posso essere matta
Posso essere cieca
Posso essere crudelmente insensibile
Ma riesco ancora a leggerti nel pensiero
Ed ho sentito dire troppe volte:
E’ meglio che tu te ne vada
Inoltre…
Perché non riesci a vedere che questa nave sta affondando
Andiamo sulla riva dell’acqua
Possiamo far naufragare questi dubbi
Alcune cose è meglio non dirle
Ma ancora mi sconvolgono
mi sconvolgono
mi sconvolgono
Dimmi… perché
Dimmi… perché
Questo è il libro che non ho mai letto
Queste sono le parole che non ho mai detto
Questo è il sentiero che non ho mai percorso
Questi, invece, sono i sogni che io farò
Questa è la gioia che raramente si diffonde
Queste sono le lacrime…
Le lacrime che abbiamo versato
Questa è la paura
Questo è il terrore
Questi sono i contenuti della mia testa
E questi sono gli anni che insieme abbiamo trascorso
E questo è quel che rappresentano
Ed è così che mi sento.
Sai come mi sento?
Perché non penso che tu sappia cosa provo
Non penso che tu sappia cosa provo
Non penso che tu sappia cosa provo
Tu non sai cosa provo