17 gennaio solidarietà  alle Donne del Messico e in Italia?

“In memoria di Susana Chavez, 36 anni, poetessa e militante messicana per i diritti delle donne, barbaramente assassinata a Ciudad Juarez, in Messico. Suo lo slogan “Ni una muerta mas!” (”Nemmeno una morta in più!), in riferimento alle oltre 400 donne uccise negli ultimi anni a Ciudad Juarez.” Queste parole le ha scritte un amico disegnatore, a completamento dell’immagine che ha pensato, per una donna, per le donne…

E ancora una volta ripeto: 17 gennaio Invito Urgente all’ Italia per la Vita di chi è morta ammazzata. Questo in Messico: Manifestaciones Internacionales en Embajadas y Consulados de Mexico lunedì 17 gennaio 2011 10.00.00…perchè ”nemmeno una morta in più” ed hanno ammazzato lei Susana Chavez
E in Italia?

A Susana Chavez, Activista Social, En Cd Juarez 12-01-11 NOTICIAS MVS

Asesinan a la activista de Ciudad Juárez autora del lema “Ni una muerta más”


In Italia hanno risposto all’invito: Comunicato stampa Donne da Sud accoglie l’invito delle donne messicane e partecipa alla mobilitazione delle 10, in Via Spallanzani 16 a Roma, davanti all’Ambasciata messicana, per manifestare il nostro sdegno davanti a un omicidio che la questura vuole far passare per un incidente. Un “incidente” che segue ai 446 omicidi di donne del 2010, 900 negli ultimi cinque anni, tutti avvenuti in questa città di confine. Susana Chavez è la tredicesima vittima tra le attiviste messicane. Denunciamo il femminicidio in atto in Messico, a Ciudad Juarez, nella regione del Chihuahua, chiediamo alle istituzioni messicane in Italia giustizia per la morte di Susana Chavez, attivista dei diritti delle donne e poetessa, brutalmente assassinata per mano di tre uomini. Donne daSud invita tutte/i a partecipare a questo appuntamento, perché non vogliamo NI UNA MAS!”

Femminicidio: REPORTAGE ESCLUSIVO DI «IO DONNA» DALLO STATO AFRICANO DOVE SI COMBATTE DA DIECI ANNI Congo, l’inferno nel nostro corpo La donna è un campo di battaglia. Lo stupro una strategia di guerra

Femminicidio Giochiamo alla pari! Il filmato è stato ideato dalla classe V Q del Liceo Ariosto di Ferrara, coordinata dalla prof.ssa Agnese De Michele, premiato all’interno del Concorso “Giochiamo alla pari!”, bandito dalla Regione Emilia Romagna nell’anno scolastico 2009/10, con il premio speciale di Pubblicità Progresso.MESSAGGIO: Sono le donne, oggetto di pregiudizi, imprigionate all’interno di stereotipi di genere e vittime di luoghi comuni, a trasmettere direttamente il proprio messaggio e a comunicare il loro disagio rendendo nota una serie di dati che sottolineano come ancora nelle società attuali, in tutto il mondo, permangono nei loro confronti atteggiamenti e convinzioni discriminatorie


Ricapitolando…grazie a Sud De-Genere:

A Roma organizzazione Donne daSud Ora lunedì 17 gennaio · 10.00 – 12.00 Luogo Via Spallanzani 16 (vicino Villa Torlonia)
A Napoli da Marianna Miccirelli: Ora lunedì 17 gennaio · 16.30 – 18.30 Luogo Consolato del Messico – Napoli, Largo Sermoneta 22 – Mergellina
Donne daSud: Ni una más L’autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre ad essere attivista contro i femminicidi a Ciudad Juárez, era poeta. Aveva 36 anni. Hanno gettato il suo corpo seminudo per strada. La testa era avvolta in un sacchetto di plastica nero. Le mancava la mano sinistra. A Susana piaceva scrivere. Iniziò verso gli 11 anni. Era sul punto di finire un poemario. Dedicò la sua vita a denunciare le ingiustizie contro le donne. Offriva letture delle sue poesie durante le manifestazioni per le donne scomparse e assassinate. Verónica Leitón realizzò una performance basata sulla sua poesia. Susana pubblicava su riviste e quotidiani e partecipò come modella sulla copertina promozionale del film “16 en la lista”, il cui soggetto aveva per tema i femminicidi. Il 5 gennaio ha detto a sua madre che sarebbe andata in centro con degli amici. Quel giorno è stata assassinata, ma le autorità hanno consegnato il suo corpo cinque giorni dopo. Perché?, si domandano in molti. La versione che la questura di Chihuahua vuole spacciare per vera è che si è trattato di un crimine comune che non aveva nulla a che vedere con il suo attivismo. I presunti assassini sarebbero Sergio Rubén Cárdenas de la O detto “El Balatas”, Aarón Roberto Acevedo Martínez detto “El Pelón” e Carlos Gibrán Ramírez Muñóz detto “El Pollo”. Dicono che Susanna abbia affermato di essere una poliziotta e che li avrebbe denunciati in quanto membri di una banda. Allora l’avrebbero messa dentro la doccia e lì asfissiata. Successivamente le avrebbero amputato una mano con una sega per farlo sembrare un atto criminale tipico della delinquenza organizzata. La questura ha scartato l’ipotesi che ci fossero delle prove di violenza sessuale, ma in teoria quello sarebbe stato uno dei motivi dell’aggressione. La questura si difende ed argomenta che Susana non partecipava più a manifestazioni contro i femminicidi da sei anni, che non era più in contatto con l’ambiente delle organizzazioni non governative che denunciano violazioni dei diritti umani, che negli ultimi anni lavorava al El Paso (Texas) come badante di anziani, e via discorrendo… La cosa certa è che non meritava di morire così. Né lei né nessun’altra. E che Amnesty International ha richiesto un’investigazione approfondita. E che la Commissione Nazionale dei Diritti Umani ha aperto un’inchiesta. E che le ONG e i collettivi di donne non hanno intenzione di starsene zitti, né di nascondere la propria indignazione. E che molte persone pensano che il silenzio ci rende complici. PRESENTIAMOCI PERCIO’ ALL’AMBASCIATA MESSICANA LUNEDI MATTINA ALLE 10, PER CHIEDERE GIUSTIZIA PER SUSANA CHAVEZ CONTRO OGNI FEMMINICIDIO.
Da Facebook Donne… ancora vittime – L’Eco del silenzio ne parla da Lunedì 17:

“Nei primi cinque giorni del 2011 a Ciudad Juarez cinque donne sono state torturate e uccise. Si conferma l’agghiacciante media del 2010: una morte al giorno…” E’ l’incipit di un articolo apparso su “Il paese delle donne – online” il 10 Gennaio scorso ed é il tema agghiacciante che Lucia Capparrucci vi propone da Lunedì ne “L’Eco del silenzio”.L’Eco del silenzio – Un’idea di Lucia Capparrucci http://www.rlwebradio.com/ a partire da lunedì alle 10.30, 17,30 e 23.00 circa. Aiutateci a continuare a dare eco a ciò che per gli altri é scomodo da dire. Valutate una donazione attraverso l’apposito pulsante su http://www.rlwebradio.com/ o inviate una email a rlweb@rlwebradio.com per altre forme di donazione.
Femminismo a sud conclude il suo articolo Ni una mas! con questo appello: “Per Marisela, per Susana, per tutte le donne uccise in quanto donne e per tutte le donne uccise nel difendere le donne, continuiamo a lottare! Il nostro dolore è la nostra rabbia! Andiamo avanti!”

UDI: “Basta con il femminicidio e la tratta a Ciudad Juarez, l’Italia condanni”: Unione Donne in Italia esprime solidarietà a tutti i familiari delle vittime, delle donne e ragazze “sparite per forza” e tutto il nostro sdegno per questo ennesimo atto nella guerra nascosta chiamata “femminicidio” dove l’unico soggetto in guerra portatore di morte è il genere maschile.
Chiediamo che lo Stato messicano adempia agli obblighi derivanti dalla sentenza di condanna della Corte Interamericana per i Diritti Umani (femminicidi di Campo Aldonegro) per essersi reso responsabile per “la violazione del diritto alla vita, all’integrità personale e alla libertà personale nei confronti delle vittime di femminicidio”. Chiediamo che lo Stato italiano, nella persona del Ministro degli Esteri Frattini, condanni pubblicamente il femminicidio e la tratta a Ciudad Juarez. Lo stesso ministro che si dice convinto dell’utilità della presenza dei soldati italiani in Afghanistan per aiutare le donne di quel paese a liberarsi dal giogo dell’oppressione talebana, che ha denunciato più volte la discriminazione di genere, gli stupri e le acidificazioni che patiscono le donne afghane a causa di un regime opprimente e maschilista, dovrebbe sentire il dovere di spendere anche nel caso del femminicidio messicano, parole pubbliche di sdegno e di condanna nei confronti dello Stato messicano, il quale ha dimostrato con la sua negligenza, le sue carenti indagini, le inadempienze, e la crescente impunità di essere uno Stato che “odia le donne”. Chiediamo che le Parlamentari italiane, incluse quelle che siedono in Europa, si pronuncino su tutto questo, perché è un dovere civile e politico farlo, perché il femminicidio non ha confini, perché i diritti umani “non sono affare interno di ogni Stato” come purtroppo sentiamo dire anche all’Onu, dove stanno per prevalere posizioni di opportunismo economico e politico sulla pelle delle donne, delle bambine e dei bambini e di quanti finora, ovunque nel mondo, restano soggetti inascoltati e senza diritti.”
Per chi volesse c’è poi un Documentario: Juárez la città dove le donne sono usa e getta , con sottotitoli in italiano, segnalatomi dall’ amica Antonietta Podda, ora in fase di stesura. Lo consiglio vivamente…
Avrei un sogno, tanti fiori non sulle bare ma sui muri delle nostre case come in una foto che mi ha inviata da fuori Italia Josè Paiva.

Saremo pazze a desiderare che qualcosa di buono si avveri?

Doriana Goracci


Io sono una pazzo a volervi
Voglio un amore che non può essere vero
Un amore che è lì anche per gli altri

Sono una pazza a stringerti
Per cercare un bacio che non sia solo mio
Per condividere un bacio che il Diavolo ha conosciuto
Più di una volta ho detto lasciami
Ma poi sarebbe arrivato il momento in cui avrei avuto bisogno di voi
E ancora una volta queste sono le parole che avrei dovuto dire

Sono un pazzo a volervi
Pietà di me, ho bisogno di te
Lo so che è sbagliato, si deve essere sbagliato
Ma, giusto o sbagliato non posso andare avanti
Senza di te

Billie Holiday – I’m A Fool To Want You


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