Interrogazione dell’On. Zacchera agli Esteri

La nostra prima news letter dell'anno la dedichiamo all'interrogazione parlamentare dell'onorevole Marco Zacchera, che Prigionieri del Silenzio ringrazia di cuore per l'attenzione che concorda, nonostante i suoi numerosi impegni istituzionali, alle problematiche degli italiani detenuti all'estero.
Negli ultimi giorni si ridiscute tra la nostra associazione e il Ministero degli Esteri la posizione del connazionale Carlo Parlanti, detenuto da ormai 6 anni nel carcere sovraffollato di Avenal, in California.
Facciamo un po' di memoria storica per chi la prima volta si affaccia a questo caso a dir poco scandaloso, naturalmente scandolo per il modo in cui viene trattato dalle autorita' coinvolte.
Come riportato dal sito dedicato al libro scritto dal prof. Mastronardi e il suo staff all'indirizzo :

“Il 4 Luglio del 2004 Carlo Parlanti viene arrestato dalla polizia tedesca all'aeroporto di Duesseldorf: è accusato di aver picchiato, legato e stuprato la sua ex convivente Rebecca Mckay White negli Stati Uniti. Il 3 Giugno del 2005 viene estradato e mandato a Ventura, in California. Le prove a suo carico sono pressoché inesistenti, ciononostante viene sottoposto a procedimento penale e condannato dalla corte a nove anni di reclusione.

Questa è la storia di uno dei tanti nostri connazionali ancora prigionieri del silenzio politico e mediatico, di cui solo occasionalmente ci ricordiamo. Il libro, analizzando la vicenda punto per punto, ha lo scopo di mettere in luce aspetti ancora irrisolti di una complessa vicenda giudiziaria che ha interessato da anni mass media e uomini politici, attenti ai diritti dei detenuti all'estero.”

Nella situazione attuale il signor Parlanti, dopo aver contratto nella prigione californiana l'epatite C per il quale non viene curato, e dopo aver subito diverse umiliazioni, ad un anno e un mese dal suo rilascio continua ad urlare la sua innocenza inascoltato da chi dovrebbe fare chiarezza in questa situazione a dir poco scandalosa e criminale. Negli ultimi anni e' stato perseguitato da due guardie addette allo stabile in cui risiedeva sino a due mesi fa, il 310. Finalmente dopo varie richieste, ma sopratutto con l'aiuto di altri detenuti e di alcune guardie piu' “umane” e' stato spostato nello stabile 330, da qualche giorno siamo venuti a sapere che le due guardie che lo hanno perseguitato per piu' di due anni, hanno fatto richiesta di trasferimento nello stabile 330, dove ora risiede Parlanti. Questa potrebbe essere una casualita', ma considerando tutto lo storico e le vessazioni subite dal Parlanti, la nostra associazione crede poco in questa casualita' ed e' piu' propensa a pensare ad una machiavellica azione per fare in modo di prolungare la permanenza del nostro connazionale nella prigione Californiana. Si e' chiesto piu' volte al consolato di intervenire in merito, ma non si sono avute delle risposte soddisfacenti e risolutorie, come del resto non le si sono avute su altre situazioni incresciose che hanno contribuito a tenere un innocente in prigione.
Il Libro, “Stupro? Processi perversi – il caso Parlanti” sottolinea i crimini commessi nei confronti del connazionale, e va da se pensare che o e' diffamatorio, e se cosi' fosse dovrebbero essere perseguiti legalmente gli autori e chi ha fornito la documentazione non originale, o come invece si riscontra nella realta' dei fatti (la documentazione e' protocollata dalla procura di Ventura, contea di condanna) il paese di conanna, la California, dovrebbe chiarire la situazione e sopratutto imprigionare o mettere sotto accusa chi ha commesso i reati nei confronti del connazionale, ovvero, oltre alla parte accusante, signora White, medici corrotti e poliziotti che non hanno seguito il protocollo stabilito in casi criminali. Questo dovrebbe richiedere ogni cittadino sia Italiano o Americano, visto che parte di questi criminini danneggiano i contribuenti americani. A questa richiesta di chiarezza il nostro ministero degli Esteri non ha ancora risposto, e sembra non voglia farlo.
Prigionieri del Silenzio, chiede di constituirci tutti parte in causa, noi cittadini abbiamo il diritto ad avere risposte, perche’ un giorno, anche noi potremo essere in qualche modo “Prigionieri del Silenzio”

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