Attività principali periodo Maggio/Dicembre 2010
L'istituzione per la prima volta, nelle Marche, di un assessorato alla Famiglia, sulla base di quanto sancito dallo Statuto regionale e che trova un chiaro riferimento nel programma di Governo della IX Legislatura, va nella direzione di riportare la giusta attenzione sulla famiglia quale perno del welfare e, in modo particolare, su quella numerosa che va sostenuta e aiutata anche economicamente. Un problema particolarmente avvertito nella nostra regione dove il primato della longevità porta a un progressivo invecchiamento della popolazione e alla necessità di riequilibrare il tessuto sociale attraverso politiche a favore dei giovani.
In questo senso tra i primi atti del mio lavoro c’è stata la volontà di destinare maggiori risorse al Fondo regionale per gli interventi di sostegno alla famiglia. Nonostante le difficoltà di finanza pubblica miglioriamo l’impegno iniziale incrementando il fondo fino a 1.700.000 euro; cifra che sale automaticamente a 2 milioni e 40 mila euro se si considera la compartecipazione del 20% da parte dei Comuni. Di fatto raddoppiano gli interventi rispetto alla previsione di bilancio. Altra novità significativa, in risposta alla grave depressione demografica che tocca la nostra regione, è che il 30% del fondo viene destinato al sostegno per la maternità e alle ragazze madri e donne non coniugate che denunciano difficoltà economiche nell’affrontare la nuova nascita. Per la famiglia presa in quanto tale, che si trovi in situazione di disagio economico a qualsiasi titolo maturato, è prevista una spesa di 1 milione e 200 mila euro, pari al 60% del Fondo, con l’attenzione rivolta ai nuclei familiari con almeno tre figli. Per il nuovo anno potremo contare su uno stanziamento ancora superiore, in modo che le famiglie marchigiane diventino oggetto di un’attenzione più forte e mirata da parte dell’ente Regione.
L’attività di questi primi sei mesi si è, comunque, principalmente concentrata sulla riorganizzazione del welfare regionale inteso nel suo complesso di servizi alla persona, alla famiglia e alla comunità. Nasce in questo contesto la legge, recentemente approvata dal Consiglio, di riordino del servizio sanitario regionale e dell’istituzione del Dipartimento per la salute e i servizi sociali con il preciso compito di completare il percorso d’integrazione tra il sistema dei servizi sanitari e quello dei servizi sociali a favore di questi ultimi e della rete di servizi sanitari organizzati sul territorio con le famiglie.
Un compito reso ancor più difficile dal fatto che in questi mesi siamo stati costretti a fare i conti della serva per i sostanziali tagli economici alle spese sociali dipesi esclusivamente dalla politica del Governo Centrale. I tagli perpetrati dal Governo per le Marche ammontano complessivamente a 170 milioni di euro in un anno e pesano per il 2011. Negli ultimi anni la nostra Regione è passate da un fondo nazionale per le politiche sociali di 26,754 milioni di euro del 2004 ai soli 3 milioni del 2011. La Regione in questi anni ha sempre garantito una propria quota finanziaria dedicata al welfare, in tendenziale crescita, con cui ha potuto sopperire ai minori trasferimenti dello Stato, mantenendo livelli elevati dei servizi sociali presenti nel territorio marchigiano. Nei mesi scorsi la Giunta ha adottato una drastica manovra di riduzione delle spese, (cancellazione auto blu e consulenze esterne, tagli sulla dirigenza, missioni, etc.), in linea con quanto già avviato da qualche anno, stabilendo di utilizzare parte delle economie realizzate per coprire, con risorse adeguate, le voci riguardanti le politiche sociali rimaste scoperte proprio a causa della riduzione effettuata a livello nazionale. Per la Regione Marche, infatti, le politiche sociali rimangono una priorità fondamentale per la tutela della coesione sociale e continueremo a salvaguardarle con ogni mezzo a nostra disposizione. Per il 2011 saranno investiti 13 milioni in più per compensare l’azzeramento dei trasferimenti statali. In particolare saranno destinati per assicurare un futuro dignitoso al sempre maggiore e crescente numero di disabili, anziani e non, e per rimodulare tutti i servizi pubblici alla persona acquisendo la massima elasticità nelle risposte fornite. Il fondo regionale per i disabili (L.R. 18/96), per esempio, che per il 2010 contava su uno stanziamento di 10,5 milioni di euro, per il 2011 sarà portato a 13 milioni di euro. A questo va aggiunto l’accordo sottoscritto nei mesi scorsi con i sindacati e le organizzazioni di settore che riguarda l’innalzamento da 50 a 100 minuti giornalieri di assistenza sanitaria per le non autosufficienze che comporta un impegno della spesa regionale in 4 anni di circa 44 milioni di euro. Importanti investimenti, infine, sono stati previsti a favore della famiglia sia come provvidenze economiche dirette, con l’aumento dello stanziamento della L.R. 30/98, sia per il potenziamento della rete dei servizi integrati a favore dell’infanzia, quali asili nido, centri di aggregazione e oratori, e per gli interventi a tutela dei minori fuori famiglia.
Per riportare l’attenzione della politica regionale sulla famiglia, quale ammortizzatore delle molteplici difficoltà di carattere sociale ed economico della comunità, abbiamo anche modificato la legge allargando il numero dei componenti privati che fanno parte della Consulta, specialmente delle associazioni delle famiglie e di quelle ricomprese nel cosiddetto terzo settore. Lo scopo è quello di adeguare la rappresentanza della Consulta al nuovo contesto sociale venutosi a determinare dopo l’entrata in vigore della legge regionale del ’98 sugli interventi a favore della famiglia.
Altro importante atto è stata l’adesione ad un progetto sperimentale con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e la Regione Campania, che ne è l’ente coordinatore, per la creazione e l’implementazione di un sistema informativo sulla cura e protezione dei bambini e delle loro famiglie per meglio individuare e qualificare la domanda sociale, monitorare il sistema di offerta dei servizi e prestazioni, valutare gli esiti e l’efficacia degli interventi, disporre di strumenti utili alla programmazione, mediante l’utilizzo di informazioni provenienti da più fonti, l’archiviazione in formato elettronico e l’elaborazione e diffusione delle informazioni.
La famiglia al centro della politica regionale, anche in tema di prevenzione da una parte e di assistenza ai non autosufficienti dall’altra. In questi giorni è in pieno svolgimento la campagna informativa che si identifica con il messaggio “Chi ama…chiama” sul fenomeno del consumo di droghe e di sostanze psicoattive legali e illegali. Il target sono i genitori di giovani e adolescenti, che hanno la necessità di rapportarsi correttamente al fenomeno del consumo di droghe in età giovanile, con lo scopo di promuovere l’ascolto, il dialogo e la ricerca di una comunicazione familiare che si mantenga aperta anche negli anni difficili dell’adolescenza e della preadolescenza.
E’ stato anche presentato, insieme con l’Agenzia regionale sanitaria e con l’Inrca, ottenendo un finanziamento di oltre un milione di euro un progetto per la sperimentazione di un sistema integrato di servizi, che si avvale del supporto delle nuove tecnologie, rivolto al paziente anziano con Alzheimer non appena dimesso dalle strutture ospedaliere che provveda anche alla formazione dei familiari sulla gestione della patologia, al monitoraggio telefonico programmato, alle funzioni di consulenza (anche legale) e all’orientamento ai servizi socio-sanitari.
Al via anche il Servizio Civile Regionale sia per giovani che anziani: per i primi si tratta di una importante opportunità di sperimentare modalità concrete di una cittadinanza responsabile e solidale; per i secondi, invece, di valorizzare la propria esperienza di vita e di rimettersi in gioco con un ruolo attivo e significativo nella comunità.