"Battisti. Chiediamo l’estradizione, ma il Governo italiano ha sbagliato tutto"

La comunità italo brasiliana, che potenzialmente coinvolge 30 milioni di persone, è ovviamente composta in stragrande maggioranza da discendenti. Anche fra chi possiede la cittadinanza italiana circa l’80% sono doppi cittadini, ovvero brasiliani di origine italiana che hanno visto riconosciuta la loro cittadinanza italiana. Tutti costoro, ma anche gli italiani che sono stati accolti in Brasile e ne hanno fatto la loro seconda patria, pur avendo amore per l’Italia e ricordandone le tradizioni, amano il Brasile e ne ripettano le sue istituzioni. È per questo motivo che sono inaccettabili le forme – sguaiate, offensive e sopra le righe – con cui molti esponenti di governo, a partire dal primo ministro Berlusconi e dal sottosegretario Mantica, hanno commentato la decisione del Presidente Lula di non estradare in Italia Cesare Battisti, condannato in via definitiva per quattro omicidi. La decisione del Presidente Lula si basa sul parere dell’AGU (Advocacia Geral da União, che è l’organo a cui compete la consulenza legale al potere esecutivo) che suggerisce la non estradizione in base all’articolo 3 del trattato di estradizione fra i due paesi “in quanto la situazione personale dell’estradando potrebbe aggravarsi”. L’AGU si sofferma a lungo anche sul fatto che l’Italia per ottenere l’estradizione dovrebbe impegnarsi a tramutare la pena dall’ergastolo ad un massimo di 30 anni. Inoltre sottolinea che lo scopo della pena dovrebbe essere la riabilitazione del reo e che i primi 6 mesi di carcere in Italia, previsti in regime di isolamento totale, oltre che rappresentare un aggravamento della situazione personale, collidono con il rispetto dei diritti umani. Infine l’AGU cita un lungo elenco di titoli giornalistici e dichiarazioni di esponenti politici italiani, fra cui Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, che illustrano – a suo dire – un clima che potrebbe aggravare la situazione dell’estradato. Nonostante le battute di spirito del Ministro degli Esteri Frattini, che paragona i sistemi penitenziari dei due paesi, dando ad intendere che quello italiano è una meraviglia, si ricorda che nel 2010 si sono suicidati in carcere decine di detenuti e che alcuni sono stati pesantemente percossi e poi lasciati morire senza cure, ultimo il giovane Cucchi. Si vogliono infine ricordare i fatti del luglio 2001 a Genova quando decine di giovani che protestavano contro il G8 sono stati pestati a sangue dopo essere stati fermati dalle forze dell’ordine. Questi fatti rendono accettabile il parere dell’AGU? No, ma non possono essere dimenticati.
Le motivazioni dell’AGU non ci convincono, crediamo che Cesare Battisti debba essere estradato e confidiamo nella capacità del STF (Supremo Tribunale Federale) di decidere serenamente in proposito.
Per questo sarebbe stato un bene esprimere in forma sobria la contrarietá alla decisione. Fra l’altro quando Cesare Battisti risiedeva tranquillamente in Francia non risultano tali infuocati proclami. Oppure quando Alvaro Loiacono – dopo avere scontato la pena in Svizzera per l’omicidio del giudice Tartaglione – è stato scarcerato, non risultano particolari proteste perché scontasse in Italia la pena per gli altri omicidi per cui è stato condannato.
Per concludere, non risulta che il primo ministro italiano abbia mai posto con forza negli incontri che ha avuto ultimamente con il Presidente Lula il tema dell’estradizione di Battisti. Anzi nell’unica notte trascorsa in Brasile in visita di Stato nel luglio scorso ha preferito intrattenersi con 7 ballerine di danza erotica invece di convincere il presidente brasiliano delle ragioni dell’estradizione.
Anche quando sostiene cause giuste, dunque, il governo Berlusconi lo fa in maniera talmente grossolana e stupida da pregiudicare la causa stessa.
Andrea Lanzi, Segretario PD Brasile

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