Luisa di Gaetano con leggerezza se ne è andata

L’ultima volta che ho scritto di Luisa Di Gaetano è stato in ottobre dell’anno 2009: La sostenibile leggerezza di una Guardona“…L’ho vista fare teatro con le sue mani, burattinaia in scuole e circoli per anziani, e non solo in Italia, anche all’estero dove è amata e apprezzata, in particolare in Sudamerica. Non ha età Luisa, a tratti sembra una ragazza, a tratti, meno spesso, diventa rigida, la voce si arrochisce. L’ho incontrata per anni alle manifestazioni e camminava rapida, tutta presa a fotografare , un sorriso complice e via. Preferisco farla parlare una volta tanto, lei che fotografa sempre, la guardona… femminista. Luisa ama cucinare, è bravissima e spesso con ingredienti del suo orto. Luisa ama ridere, mangiare insieme, bere vino “buono”, Luisa ha amato molto gli uomini e anche loro l’hanno amata. Luisa ama le donne, spero che dopo quanto ha scritto, continuino a farlo, certe donne…” Luisa concludeva l’articolo, se vogliamo chiamarlo così, in questo modo: “…Il solito problema del potere (e poi, potere de che?) E anche questa volta me ne sono andata un po’ disgustata e molto avvilita. Propongo anch’io una domanda: a quando un salto di qualità, una proposta di azioni, un ballo, uno scoppio di risa?”

La riporto alla fine di questo mio ricordo di Luisa, la sua leggerezza di guardona, perchè so quanto ci teneva all’immagine di donne che c’erano state con gioia a lottare come in un commento ad aprile del 2010: “…Non parlo solo di me, ma di Gabriella Mercadini, con cui ho fatto il libro “il mio segno la mia parola” sul Governo Vecchio, Paola Agosti, ecc. Mi sembra superficiale, oppure pensate, come tante, che le foto siano solo decorazione? Loris Malaguzzi diceva: “i bambini hanno 100 linguaggi e gli adulti gliene censurano 99″. Io penso che questo può essere applicato anche alle donne, ma non sono sicura che siano solo i maschi a censurare…Io penso che questo può essere applicato anche alle donne, ma non sono sicura che siano solo i maschi a censurare…Con affetto Luisa Di Gaetano” Già…Passaggio di testimone.

L’ho incontrata per l’ultima volta il 7 luglio scorso a Roma, in piazza per l’Aquila, con gli abruzzesi. Eravamo pigiate tra la folla, disfatte dal caldo e dalla tensione, lei con la sua macchina fotografica. Mi apparve molta stanca ma in fondo pensai chissà come appaio io. Luisa probabilmente era già consapevole del tumore che l’aveva colpita e della gravità del suo male. Malgrado tutto, c’era.

La prima volta che la conobbi, fu alla Casa delle Donne, ex via del Governo Vecchio, a un incontro parecchi anni fa con giovani e meno giovani : la guardai incantata muovere due suoi pupazzi, era una burattinaia. La stessa che con grande generosità, non dimenticherà mai mia figlia Silvia, che ha avuto la fortuna e l’onore di accompagnarla in un suo spettacolo Pablito y el Duende, dedicato al tema dell’acqua, per scuole case per anziani, piccoli teatri di Roma e provincia. Nella sua casa ai Castelli, Silvia apprese come nasceva una storia animata con le mani, come si taglia un vestito, si modella un pupazzo e una scenografia…arte povera e di strada che avrebbero dovuto portare anche in un Festival in Bosnia e non fu più, perchè la mamma di Luisa stava male. Luisa la rincontrai con le Donne in nero di Roma, quelle contro la guerra. Presidi sit in manifestazioni incontri tra noi e il movimento romano nazionale contro la guerra, per la Palestina. Dal Paese delle Donne: Ditelo alla Rai…e ancora L’abbraccio della sirena e a quanto mi richiamo all’inizio: Pensieri sparsi di una “guardona”

Il 1 giugno 2010 a Roma In centinaia all’ambasciata d’Israele «I terroristi siete voi»” il Corriere della Sera riporta:… Luisa Di Gaetano, della Rete Donne in Nero, spiega così il blitz israeliano contro la «Freedom Flotilla»: «Non voglio che nel mio nome venga perpetrato questo scandalo: la flottiglia della solidarietà portava aiuti umanitari ad un popolo affamato da quattro anni. Vogliamo il ripristino della legalità e vogliamo che chi è stato arrestato sia liberato immediatamente e che siano restituiti i beni sequestrati sulle navi. Dire che su quelle navi c’erano armi – conclude l’esponente della Rete Donne in Nero – è una menzogna. Forse c’erano le armi giocattolo destinate ai bambini di Gaza, ma se così è tutto ciò denuncia un certo nervosismo del Governo israeliano».

Nei territori occupati è stata più volte, scriveva di lei ad ottobre 2010 Federica Cresci: “…Luisa di Gaetano, dell’Associazione “Donne in Nero”, è tesa, ha una gran voglia di entrare e tornare in Palestina, ma è stata segnalata un paio di anni prima all’aeroporto di Tel Aviv, dopo aver fatto una missione pacifica a Gaza; continua a ripetere quasi per convincere se stessa a rassegnarsi “Tanto vedrai che mi fermano!”…insomma, dopo il passaggio all’ufficio immigrazione e la recita dei buoni cattolici, dopo il recupero non sperato ma solo desiderato di Yousef e Mohamed che sono apparsi raggianti all’ultimo posto di controllo, dopo una serie di conversazioni con la polizia per “liberare” Luisa di Gaetano che appunto, come lei immaginava, era stata segnalata come indesiderata dagli israeliani e dopo che Bassam è riuscito a passare sorridente senza alcun tipo di problema con il suo bel passaporto italiano…finalmente usciamo dal quel maledetto inferno e ci abbracciamo felicemente in terra palestinese, stanchi ma soddisfatti, accolti dal volto amico e sorridente dell’autista della Mezza Luna Rossa Palestinese che ci aspetta con il pulmino offertoci generosamente dall’Associazione, per portarci all’agognata Ramallah…” E’ stata molte volte in Sud America, daisuoi amici, le dava gioia e spediva piccoli reportage scritti e fotografici.

Ci siamo perse con tante, eravamo e siamo certe di essere sempre vicine, come con i nostri figli, in giro per l’Italia e altri paesi, con quella certezza di essere cittadine del mondo,migranti di questa terra: non so dove sia finita Luisa. Mi arriva una mail, per conoscenza di Alessandra Valle, che condivido con chi ci leggerà: “Cara Luisa, per l’ultima volta digito il tuo indirizzo. Ti scrivo nell’immediatezza dell’infinito lutto che la tua partenza mi lascia nell’anima. Non sapevo…non potevo immaginare…non posso credere che la tua grazia e la tua leggerezza non ci accompagnerà più nel difficile cammino delle ns tante lotte per la difesa dei diritti delle donne. No so chi leggerà queste mie poche righe di cordoglio ma sono certa che a te arriveranno e mi piace credere che le leggerai con il tuo bel sorriso. Che il tuo nuovo mondo sia migliore di quello che hai troppo presto lasciato. Sono certa che porterai la tua poesia a rallegrarlo. Ti abbraccio forte forte per portarti con me dovunque sarò. Un grande bacio. Alessandra”

Inutile dire ma lo scrivo che mi manca già disperatamente, mi danno perchè non le ho telefonato, non le sono stata vicina in questi ultimi tempi… Luisa oltre a tante persone care, ha un figlio meraviglioso, si chiama Toto, arrivo al punto di non sapere il suo vero nome. A me bastava sapere quello e sapere che lavorava con passione, come la sua mamma, in quella società che aveva chiamato RAT…dove si sono incrociate tante persone giovani a noi care.

L’amica Carla Razzano scrive oggi 2 gennaio 2011: “Care amiche, questa mattina se ne è andata Luisa Di Gaetano. La camera ardente sarà aperta dalle ore 15.00 nell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. Domani dalle ore 14 alle 17 i parenti e gli amici di Luisa si incontreranno presso l’Ospedale per salutarla.”

Recupero un mail che Luisa mi aveva inviato il 16 luglio 2009, con una foto allegata, CONTROLUCE, che allego alla fine e non avevo mai pubblicato… era per una delle innumerevoli cose che vado sfogando in rete da anni e avevo dato titolo Tritacarne, così mi aveva risposto: “Grazie, Doriana, per la tua passione. A volte non riesco a leggerti, ma oggi mi hai colpito a fondo. Ma non affondata, tanto per restare nei giochi. Ti mando una foto a commento. Era a conclusione di una manifestazione… Ciao, con affetto Luisa”

Ho trovato un immagine sbiadita, dove Luisa è citata, si vede uno striscione dove è scritto Vogliamo viaggiare non emigrare.Non so Luisa dove tu sia finita, ti immagino in viaggio. Siamo vicine, sempre. La storia continua..deve essere continuata To be continued. Ho scelto una musica con un testo di cui non capisco niente, una lingua sconosciuta, proprio perchè sembra lontana. Non è così, la musica vola.Ricordi? Imparate a volare. Ciao Luisa.

Doriana Goracci




Incontro alla casa di sabato 10 ottobre 2009 : Sesso e politica nel post patriarcato
Pensieri sparsi di una guardona

La sala piena, traboccante. Tante facce conosciute, tanti saluti curiosi o affettuosi. La sorpresa o la gioia di rivedersi Grate alle Cinque Firmatarie per aver proposto le TESI, per aver avuto la forza e la capacità di organizzare l’incontro. Quando succedono questi miracoli si giustifica tutta la fatica per mandare avanti la Casa , dichiara una amica. E’ vero. E’ bello ritrovarsi in tante, venute da tutta Italia con la voglia di capire, di partecipare, di esprimersi, di condividere, di confrontarsi, di….Il giardino pieno, la sala anche. Il ristorante che lavora alla grande. Evviva Ma: io sono una guardona, per deformazione professionale. E ho sempre combattuto contro la ristrettezza della comunicazione esclusivamente verbale. Alla fine degli incontri tra kurde e turche – raccontava un’ amica – le donne si mettono a cantare in coro e a fare balli in tondo. E questo dà loro una grande dimensione di unità e rafforza la consapevolezza di stare insieme. L. Malaguzzi diceva che i bambini hanno 100 linguaggi e gli adulti gliene censurano 99 (lasciandogli solo la comunicazione verbale). Penso che per le donne (e per gli uomini) sia lo stesso. Ma chi censura gli altri 99 linguaggi? Oppure, come si opera questa castrante autocensura? L’ironia e l’autoironia non fa parte del bagaglio culturale delle grandi TESI e spesso – purtroppo – neanche di chi le propone… Peccato. Mi manca. Come il sorriso, o la risata (che ci differenzia dalle bestie, dicono). Alla proposta di farsi fotografare con il cartello “io sono femminista”, alcune delle Cinque Firmatarie hanno risposto con un cenno serissimo di diniego.Ma non hanno rispettato la fila delle donne – lunga, eterna per le affamate partecipanti – per riuscire a prendere un po’ di cibo. Hanno semplicemente scavalcato la fila e preso il loro mangiare. Alla faccia della coerenza: si predica bene e si razzola male, eh?Il solito problema del potere (e poi, potere de che?) E anche questa volta me ne sono andata un po’ disgustata e molto avvilita.
Propongo anch’io una domanda: a quando un salto di qualità, una proposta di azioni, un ballo, uno scoppio di risa?
Luisa Di Gaetano – fotografa


foto di Luisa Di Gaetano: CONTROLUCE



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