A Venezia, Marotta ha mantenuto le promesse Venerdì 31 Dicembre 2010 00:00 La redazione IDV

Precedente 1 of 4 Prossimo Il politico ha la barba lunga. Una busta esce dalla giacca, c’è la consegna, un sorriso. Dentro la busta col logo blu del leone di San Marco, mille euro. Il politico si chiama Gennaro Marotta. È un consigliere regionale veneto, dell’Italia dei Valori. Ma le cose non sono come sembrano, anche se la scena, accaduta un venerdì di dicembre, pare uscita dritta dritta da un’intercettazione video su un giro di tangenti. Qui è tutto il contrario. Il politico i mille euro non li riceve, ma li consegna. È Marotta che allunga la busta, con i soldi in contanti, a don Franco De Pieri, presidente del “Centro di Solidarietà Don Lorenzo Milani” di Mestre. Don Franco, prete di frontiera, modi spicci e occhi penetranti, della busta di Marotta ha un bisogno maledetto. Guida una galassia di associazioni del volontariato veneto, accoglie 80 ospiti della comunità di prevenzione e recupero per tossicodipendenti, alcolisti e malati di gioco d'azzardo, oltre a 50 minori stranieri e 45 profughi che chiedono asilo politico, che arrivano da 14 paesi diversi, molti con un passato di stenti e torture subite. Ma i mille euro del consigliere regionale IdV che c’entrano? Sono il taglio che, ogni mese, da quando è stato eletto nel giugno scorso, il funzionario del comune di Venezia in aspettativa ha deciso di autoinfliggere al proprio stipendio, trasformandolo in contributo per le associazioni che agiscono nel sociale. Da chi promuove lo sport per i disabili, agli anziani che fanno volontariato, alla sezione locale dell’Anffas e via così. Marotta ogni mese ha aiutato chi aveva bisogno, senza tanta enfasi, togliendosi dal suo. Lo aveva promesso in campagna elettorale, lo ha mantenuto: «Avevo preso un impegno, ed ho una parola soltanto. È solo un atto di coerenza col mio modo di intendere l’impegno pubblico». Con i costi della politica sempre sotto i riflettori, uno che si riduce da solo lo stipendio sarà incensato ed osannato. Invece no. A giugno, a botta calda, Marotta è stato messo sulla graticola dai colleghi del Consiglio Regionale del Veneto: gli hanno dato del demagogo e del qualunquista che fa beneficienza solo per lavarsi la coscienza. Nei corridoi si andava dal sorrisetto infastidito alla battutaccia. Il Corriere del Veneto tratteggiò efficamente: “quando Marotta annunciò di voler devolvere i famosi mille euro venne preso a fischi e sputazzi”. I mesi passano più o meno in sordina fino alla settimana scorsa, quando il Consiglio Regionale, anche per merito dell’indomito dipietrista, vota una leggina che taglia gli stipendi (da 500 a 800 euro). Mesi fa erano stati in 48 su 60, appena eletti consiglieri, a dirsi disposti a ridursi lo stipendio. Di questi, nessuno si era mosso. Tranne, ovvio, il solito Marotta, che ormai non faceva più notizia nemmeno per i giornali locali. «Comunque – ricorda lui, riconfermato di fresco segretario regionale IdV – il mio è stato prima di tutto un atto di pungolo politico, non beneficienza».

Mauro Tosetto
Gruppo Idv Consiglio regionale del Veneto

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