LA PROPOSTA

L'Italia, ma non è una novità, vive un particolare momento storico/politico. Il tutto in una realtà internazionale in continua evoluzione. A questo punto, dati anche i tempi, ci sarebbero da rivedere certe posizioni che consideriamo atipiche. Cioè aggiornare una realtà che abbiamo fatta nostra da oltre cinquant’anni. Ossia quella degli italiani nel mondo. Per avere, poi, suggerimenti, ma anche per impostare una linea operativa possibilmente comune. Nell’attesa della riforma del nostro sistema elettorale, col varo, tra l’altro, del voto politico universale, sollecitiamo anche il lancio, entro questa sofferta Legislatura, di un Ufficio per le Politiche Sociali per chi, cittadino italiano, vive e lavora lontano dalla Patria. La struttura che proponiamo dovrebbe trovare una sua naturale posizione presso le Regioni. Il nostro dire tiene conto di specifici aspetti logistici e gestionali. Infatti, Le Regioni, proprio nello spirito del Federalismo, potrebbero coinvolgere le sinergie delle autonomie locali senza, d’altro canto, disperdere le potenzialità operative centrali in materia. Con queste premesse, che già avevamo evidenziato al precedente Esecutivo, si viene a delineare la fisionomia generale dell’Ufficio per le Politiche Sociali degli italiani nel mondo. La succitata struttura dovrebbe avere contatti regolati col Ministero degli Affari Esteri e, in particolare, con la Direzione Generale MAE per gli italiani all’estero. Gli Uffici, in ambito locale, dovrebbero essere attivati tramite una presa d’atto ministeriale con finalità che si possono sintetizzare in tre punti: informazione, consulenza ed assistenza sul territorio. Informazione e consulenza da gestire tramite le strutture consolare, anche se drasticamente ridimensionate, ed assistenza sul territorio nazionale tramite, appunto, l’Ufficio per le Politiche Sociali. Per nostra diretta esperienza, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta all’informazione. La tecnologia ci consente ampie possibilità col varo di uno specifico sito Internet o tramite televideo satellitare. L’assistenza sul territorio della Repubblica, sicuramente punto qualificante della nostra proposta, dovrebbe essere correlata anche ai comuni per gli interventi più specifici in materia. Del resto, il federalismo fiscale ci consente d’ipotizzare una maggiore cura sugli imponibili che ancora gravano sui connazionali oltre frontiera. Inoltre, dati i tempi, la struttura potrebbe sostituire, anche se in tempi più lunghi, l’Anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE). Quindi, tramite l’operatività di strutture regionali si potrebbero coordinare tutte quelle attività d’interesse primario per chi vive fuori del territorio della Repubblica. Siamo convinti che un Ufficio per le Politiche Sociali andrebbe a colmare il vuoto informativo purtroppo presente anche sugli aspetti spiccioli di quella che è stata la nostra Emigrazione. Ora le opportunità ci sono. Proprio nell’ottica rinnovatrice della nostra proposta, si potrebbero riallacciare quei rapporti interrotti con la Comunità nazionale all’estero. Tanto per essere più chiari: chi ci segue non è demotivato nel tenere contatti con l’Italia. Basta che sia messo nelle condizioni di poterlo fare. Dato che la nostra, almeno per ora, rimane una proposta, ogni contributo d’idee sarebbe prezioso. Se gli italiani nel mondo contano veramente anche in Patria, questo è il momento per dimostrarlo. Se avessimo la coerenza per muoverci insieme, i risultati potrebbero andare oltre le più ottimistiche attese. Per ora, buon anno a tutti.

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