“L’uomo che ha tenuto incollati allo schermo decine di milioni di italiani con le sue dichiarazioni di abiura del mondo mafioso e con i suoi torrenziali discorsi su trattativa, capitali mafiosi investiti a Milano e rapporti tra Carabinieri e Provenzano, è caduto poche settimane fa in un infortunio dal quale rischia di non rialzarsi con tanta facilità”. Così inizia un recente articolo de “Il Fatto Quotidiano”.
Secondo le rivelazioni apparse su La Stampa e Il Corriere della Sera alla fine di ottobre la squadra mobile di Reggio Calabria lo avrebbe intercettato attraverso microspie piazzate nell’ufficio di Verona di Girolamo Strangi, indagato per appartenenza alla ‘ndrangheta dalla Direzione distrettuale antimafia. In tali intercettazioni Ciancimino Jr dice a Strangi : “Quando mi senti in televisione, tu fottitene», cioè come dire “il testimone pentito lo faccio solo per copertura” .
Aspetti curiosi della vicenda sono che Ciancimino Jr in un giorno di fine ottobre elude la sua scorta a Bologna e si reca a Verona nell’ufficio di Girolamo Strangi, già incappato in passato in indagini per associazione a delinquere, truffa e false fatture. I magistrati di Reggio Calabria ascoltano le sue conversazioni perché sospettano Strangi di essere diventato un possibile terminale degli affari al nord della cosca Piromalli che domina da decenni la piana e il porto di Gioia Tauro.
Sempre secondo i giornali citati Ciancimino Jr avrebbe proposto a Strangi di dargli centomila euro in contanti in cambio di assegni emessi per settantamila euro. E’ evidente che un cambio del genere si fa solo per riciclare denaro sporco. A rendere ancora più imbarazzante la situazione sarebbe che lo scambio avrebbe dovuto aver luogo dopo un viaggio in Francia dello stesso Ciancimino per reperire il contante.
Ciancimino Jr incolpa di tutto il suo commercialista, dichiara di avere difficoltà a reperire credito per le sue attività commerciali e di essere finito da Strangi senza sapere chi fosse, pensando di andare da un possibile finanziatore. Mentre, secondo gli investigatori, sarebbe invece pieno di liquidità poco pulita costituita all’estero, tanto da ricorrere ad un uomo legato alla ‘ndrangheta per fare rientrare denaro in Italia.
Certo viene spontaneo chiedersi, se le cose sono davvero andate come sostiene Ciancimino Jr, perché egli non le abbia immediatamente verbalizzate presso un Ufficio di polizia o presso i Carabinieri.
Mi aspettavo poi, che molti che hanno dato tanta visibilità e credibilità alle rivelazioni di Ciancimino Jr ( come Marco Travaglio, Michele Santoro, Roberto Saviano, Luigi De Magistris e Sonia Alfano), riconoscessero di aver avuto un eccesso di fiducia in un personaggio così ambiguo. Invece c’è un silenzio assordante. Come pure è assordante il silenzio di Sonia Alfano, Presidente dell’Associazione Vittime della Mafia e Responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia di Italia dei Valori.
Forse che si sbaglia solo nello scegliere i candidati alle elezioni?