La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, con sentenza del 21.12.10 (sentenza Gaglione e altri), ha accolto 480 ricorsi presentati dal mio studio condannando il Governo italiano a risarcire i ricorrenti del danno patrimoniale e non patrimoniale subito per il tardivo pagamento delle sentenze di condanna per la durata eccessiva dei processi (legge Pinto).
Il Governo italiano, in sostanza, dopo essere stato condannato dalla giustizia italiana con migliaia di sentenze nelle cause che il mio studio propone per ottenere il risarcimento dei danni per la durata eccessiva di processi civili o amministrativi, non paga queste sentenze, costringendoci – per cercare di indurlo a pagare, oltre che per ottenere i risarcimenti – a ricorrere a Strasburgo per i danni.
Pendono a Strasburgo altri 3.180 miei ulteriori ricorsi analoghi che si può a questo punto ritenere verranno anch'essi accolti.
Preciso che non sussiste alcuna prassi né recente né antica della Pubblica Amministrazione (PA) italiana a pagare alcun tipo di sentenze di condanna costringendo i creditori ad agire con pignoramenti che peraltro ostacola in tutte le maniere attraverso una continua produzione di norme 'antipignoramento'.
Pignoramenti del denaro della PA che, peraltro, fui proprio io, dopo un durissimo scontro giudiziario, a realizzare, per la prima volta, solo nel 1992, contro le Prefetture, all'epoca assurdamente competenti in materia di pensioni di invalidità. Competenza che persero e che passò all'INPS proprio in seguito a quella vicenda, con grandi vantaggi per la collettività degli invalidi, ai quali, una volta riconosciute le pensioni, venivano pagate con ritardi sovente decennali.
Pignoramenti però ancor oggi praticamente impossibili nei confronti dei Comuni e comunque difficilissimi nei confronti della PA in generale, che paga sistematicamente con gravi ritardi e difficilmente senza la 'mediazione' politico\clientelare di qualcuno: un potere di discriminare che è forse una delle ragioni dei mancati pagamenti spontanei.
Cliccando sul link di seguito è possibile scaricare la sentenza in francese, perché il governo – nonostante il rilievo pubblico di queste sentenze – non provvede alle traduzioni e il traduttore da me incaricato (Nicoletta Forcheri) non ha ancora finito la traduzione.
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22.12.2010
Alfonso Luigi Marra
On. Avv. Alfonso Luigi Marra