“Pur essendo a libro paga del ministero del Turismo, avrebbero svolto attività di partito”. Questo, nero su bianco, il verdetto della Corte dei Conti di Roma che, dopo la denuncia de il Fatto quotidiano, ha aperto un’istruttoria sull’attività del ministro Michela Brambilla e sul ministero del Turismo. L’ipotesi in campo è danno erariale per utilizzo di risorse pubbliche per lo svolgimento di attività diverse da quelle oggetto delle consulenze. Cosa avrebbe fatto il ministro Brambilla? Secondo quanto riportato dal quotidiano il Fatto, avrebbe affidato consulenze per rilanciare l’immagine dell’Italia ad una decina di persone di varia estrazione professionale ma con un minimo comun denominatore: avrebbero lavorato tutti nel settore dello spettacolo, nelle televisioni Mediaset e svolto attività presso i Circoli delle libertà di Silvio Berlusconi. Ovviamente, come era d’altronde immaginabile, lei si è difesa da ogni accusa, in piena retorica berlusconiana: sono addebiti infondati e strumentali nel tentativo di gettare discredito sull’azione di governo. I contenuti di tali articoli, ha poi ribadito la ministra, sono assolutamente privi di fondamento e volti unicamente a strumentalizzare fatti e circostanze di tutt'altra portata, come troppo spesso accade in Italia. Manco a dirlo si è scatenato tutto lo stato maggiore di governo e della maggioranza a sfoderare per la signora ministra la più arguta e sentita difesa d’ufficio. L’immancabile ministro Gianfranco Rotondi: è corretta, chiarirà tutto. E’ arrivata anche la difesa accorata di Ignazio La Russa, un po’ interessata per la verità visto che, dalla denuncia della trasmissione Report, il figlio Geronimo si sarebbe aggiudicato una consulenza all’Aci grazie alla signora dei salmoni. Si è scomodato persino l’ineffabile presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto che, per l’occasione, ha fatto sfodero di cultura del giallo, citando i dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Non sono riusciti a far fuori Berlusconi, ora ci provano con i ministri uno ad uno. E, infine, Sandro Bondi, quello che ha rivolto un appello accorato ai compagni a ritirare la mozione di sfiducia che pende anche sulla sua testa per il disastro di Pompei. Desidero esprimere la mia piena solidarietà al ministro Brambilla per la solita brutale, infondata e completamente inventata campagna di denigrazione che scatta ormai come una caccia all'uomo da parte della sinistra: queste le parole del ministro dei Mali Culturali. Infondata campagna, innocente ministra, sarà. Noi, come d’altronde il ministro, attendiamo sereni e pazienti i risultati dell’istruttoria della Corte dei Conti con un “ma” grande come una casa. Se la Corte dei Conti dimostrerà in maniera incontrovertibile che gli addebiti a lei contestati risultano veri, un istante dopo chiederemo al ministro del Turismo di dimettersi. Saremo degli inguaribili romantici delle istituzioni, ma un ministro che avrebbe usato il suo dicastero come ufficio di collocamento di supporters di partito e i soldi pubblici per pagare i sostenitori dei Circoli della Libertà del suo capo partito, ha una sola strada davanti: quella delle immediate dimissioni