Corrado Augias e il sacerdote Felice Bacco

Un sacerdote scrive a Corrado Augias (La Repubblica del 9 dicembre): “Per fine naturale si intende il non fare ricorso a cure o interventi “straordinari” che prolungano solo artificialmente una vita, quindi che mantengono solo artificialmente in vita”. Ed Augias risponde: “Credo di capire che sia questa la sola certezza: la Chiesa cattolica considera inaccettabile l'azione positiva e diretta di uccidere, in altre parole l'eutanasia in senso proprio”. Bisogna dire che il bravo ed intelligente Augias questa volta ha capito male. La Chiesa, ovvero gli ecclesiastici che la rappresentano, hanno considerato inaccettabile la sospensione delle cure (non eutanasia) sia per Eluana Englaro, sia per Piergiorgio Welby. Riguardo alla “morte naturale”, spiacente per Felice Bacco, ma la confusione resta. La Chiesa afferma che il “tramonto naturale” è stabilito da Dio (cf Catechismo, Enciclica Evangelium vitae, ecc.). Ora, giacché la lunghezza della vita è cambiata nel corso dei secoli, e cambia secondo il luogo dove si nasce, vien fatto di chiedersi se Dio cambi idea, stabilendo che generazioni di sue creature “tramontino naturalmente”, non so, a quarant'anni, ed altre generazioni, a settanta. La somministrazione di medicinali può determinare l'ora della morte naturale. Persino il nutrimento. Tutto stabilito da Dio?

Elisa Merlo

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